Checchinato: «Assimetrie evidenti tra Calabria e resto d’Italia»
- Postato il 9 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Checchinato: «Assimetrie evidenti tra Calabria e resto d’Italia»
L’arcivescovo di Cosenza, Giovanni Checchinato, aderisce alla manifestazione sulla sanità di sabato 10 marzo a Catanzaro
Una dura critica alle diseguaglianze, all’asimmetria delle possibilità e dei diritti tra la Calabria e le altre regioni italiane e alla logica che sottopone le persone e la loro salute alle logiche dell’economia.
È il messaggio di forte adesione che Giovanni Checchinato, arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, ha inviato alle persone che, domani, verranno da tutta la regione a manifestare per il diritto alla salute in piazza della Prefettura a Catanzaro.
Checchinato fa sapere che non potrà essere presente di persona, ma le sue parole lo mettono molto vicino e decisamente solidale con i pensieri e le legittime richieste della manifestazione su “Sanità, Calabria alza la testa”.
IL MESSAGGIO DI ADESIONE DI CHECCHINATO
«Carissime amiche e amici che partecipate alla manifestazione per il diritto alla salute, vi saluto cordialmente ed esprimo la mia adesione alle richieste per le quali manifestate, anche se non posso essere presente di persona.
La Costituzione Italiana all’articolo 32 recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
È sotto gli occhi di tutti la asimmetria delle possibilità che si hanno in Calabria e nel resto dell’Italia, soprattutto in regioni più attrezzate dal punto di vista economico.
Come vescovi della Calabria abbiamo scritto l’anno scorso: “Le disuguaglianze nel nostro Paese hanno una natura anche territoriale. Esse si determinano principalmente lungo l’asse Nord-Sud, dando luogo al fenomeno del divario civile, per cui il contenuto effettivo dei diritti sociali di cittadinanza cambia a seconda dei luoghi.
CHECCHINATO SULLE DISEGUAGLIANZA SANITARIE NEL NOSTRO PAESE
Pensiamo alla sanità, ma anche all’istruzione, ai servizi sociali, alla questione ambientale, ai trasporti. Non si tratta solo di questioni economiche, ma dell’accesso ai diritti di cittadinanza.
In uno Stato unitario essi vanno assicurati a tutti a prescindere dal luogo di residenza e dal grado di sviluppo produttivo locale. Senza questi diritti si indebolisce il senso di appartenenza a un’unica comunità nazionale”.
Purtroppo la logica che sottopone le persone all’economia fa da sfondo alle scelte compiute e che si stanno compiendo nelle istituzioni locali e centrali.
MANIFESTAZIONE SIA DA STIMOLO
Giustamente sosteneva il prof. Cersosimo in una intervista pubblicata qualche settimana fa dall’Eco di Bergamo: «per molti altri anni la telemedicina, ritenuta fondamentale per l’assistenza sanitaria di prossimità, non raggiungerà i paesi più remoti e lontani, già penalizzati da infrastrutture carenti. Ancora una volta si è scelto di potenziare le reti e le connessioni dove sono già diffuse in nome di quella che io chiamo “la politica del tot”: tot ragazzi per avere una scuola, tot abitanti per avere la caserma dei carabinieri, tot abitanti per una farmacia o per un ospedale sacrificando la possibilità di vivere nella rarefazione, tipica di un Paese policentrico come il nostro».
Che la manifestazione odierna rappresenti uno stimolo per le Istituzioni e il Governo Centrale e si possano fare passi sufficienti e necessari per adeguare sempre più e meglio la situazione della sanità pubblica al dettato costituzionale. Auguri!»
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