Charlie Kirk, chi era l’attivista di destra ucciso nell’attentato al campus: dal Turning Point Usa al suo rapporto con Trump
- Postato il 11 settembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Charlie Kirk, influente attivista della destra americana, è stato ucciso in un attentato durante un evento nel campus della Utah Valley University a Orem, nello Utah. Kirk, che aveva 31 anni, è stato colpito da un proiettile mentre si trovava sotto a un gazebo del campus davanti a circa 3mila persone. L’evento a cui stava partecipando era parte di un format di dibattiti pubblici, denominato “The American Comeback Tour”, che l’attivista portava abitualmente nelle università statunitensi. Kirk, uno dei più stretti alleati del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, aveva avuto un ruolo di primo piano nell’ultima campagna elettorale, durante la quale era riuscito a raccogliere per Trump migliaia di voti da parte degli elettori più giovani.
Dal Turning Point Usa al rapporto con Trump: chi era Charlie Kirk
Classe 1993, Charlie Kirk è stato uno dei volti noti della politica conservatrice statunitense degli ultimi anni. Nel 2012, a soli 18 anni, Kirk ha co-fondato Turning Point Usa, un’organizzazione politica no-profit nata con lo scopo di sostenere la politica conservatrice nei campus delle scuole superiori e dei college. Con questa organizzazione, creata con William Montgomery, Kirk, nel tentativo di controbilanciare la politica liberale che dominava i campus universitari, mirava a trasmettere le proprie idee riguardo ai principi di responsabilità fiscale, al libero mercato e alla limitazione del governo nei campus universitari. Nel 2016, l’organizzazione di Kirk ha sostenuto Trump con grande entusiasmo durante la campagna elettorale che ha preceduto la presidenza.
Negli anni successivi, la figura di Kirk ha ottenuto grande popolarità grazie soprattutto al suo attivismo sui social e alle numerose apparizioni in televisione, nelle quali elogiava regolarmente il presidente prendendo parte a diversi dibattiti riguardo ai temi centrali della politica statunitense. Nel 2021, il suo “The Charlie Kirk Show” è stato classificato come il 21° podcast più popolare su Apple Podcast. All’inizio del suo popolare podcast, veniva sempre riprodotta una clip di Trump in cui dichiarava: “Voglio ringraziare Charlie, è una persona incredibile, il suo spirito, il suo amore per questo Paese, ha fatto un lavoro straordinario nel creare una delle organizzazioni giovanili più potenti mai create”.
Data la crescente popolarità di Kirk, Turning Point Usa, nel 2022, ha visto le sue donazioni raddoppiare e poi triplicare, fino a raggiungere i 79,2 milioni di dollari. Ad oggi, l’organizzazione conta oltre 800 sezioni universitarie ed è presente in quasi quattromila campus statunitensi.
Kirk, molto vicino a Trump, ha poi avuto un ruolo decisivo nella mobilitazione giovanile nel corso della campagna elettorale che ha permesso al tycoon di ritornare alla Casa Bianca per il suo secondo mandato. “L’impatto che ha avuto sui giovani, raggiungendoli in massa, dando loro il coraggio di alzarsi, di pensare con la propria testa e di combattere per la libertà, è incommensurabile”, aveva dichiarato Donald Trump Jr. sui social.

Le idee politiche
“Cerco di essere più provocatorio possibile, perché la cosa che mi preoccupa di più è quando la gente è d’accordo con noi ma resta comunque a casa e non va a votare”, aveva dichiarato di recente Kirk. L’attivista, infatti, che erano noto per le sue posizioni a favore della libertà di parola e del libero mercato, negli anni, e nel corso di numerosi dibattiti, aveva diffuso opinioni anti-transgender e scetticismo sulla pandemia Covid-19. Inoltre, aveva promosso la convinzione secondo cui le elezioni del 2020 sarebbero state truccate a sfavore di Trump.
Kirk, che più volte ha dichiarato che gli esseri umani non hanno alcun effetto significativo sul cambiamento climatico globale, sosteneva apertamente l’estrazione e l’uso di combustibili fossili, dichiarandosi in definitiva un negazionista del cambiamento climatico. Eppure, tra i numerosi temi politici e sociali di cui ha parlato in eventi e podcast, quello che spicca maggiormente è il delicato tema del controllo delle armi, sul quale Kirk aveva dichiarato: “Vale la pena affrontare il costo, purtroppo, di alcune morti per arma da fuoco ogni anno, per poter avere il Secondo Emendamento”. Nell’esatto istante in cui è stato ucciso nell’attentato di mercoledì, Kirk stava rispondendo proprio a una domanda sulla violenza da armi da fuoco negli Stati Uniti.
Dopo la morte di Charlie Kirk, Trump gli ha reso omaggio definendolo un “patriota” e un “martire della verità e della libertà”, sottolineando inoltre come la sua voce avesse dato energia e speranza a milioni di giovani sostenitori del movimento Maga. Infine, nel suo intervento dallo Studio Ovale, Trump ha puntato il dito contro la “sinistra radicale”, accusandola di aver alimentato una retorica tossica che paragonava figure come quella di Kirk a criminali e dittatori.
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