Champions, Inter: ecco pregi e difetti del Feyenoord. L’estro di Paixão, il solo Hancko in difesa, l’incognita di Van Persie in panchina
- Postato il 21 febbraio 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Tra gli interisti ci sono due scuole di pensiero. Quelli che hanno tirato un sospiro di sollievo quando hanno visto che sarà il Feyenoord la prossima avversaria dei nerazzurri negli ottavi di finale di Champions League, e quelli che invece hanno cominciato a mangiarsi le unghie dall’ansia, memori di come gli olandesi hanno eliminato il Milan dalla competizione partendo nettamente sfavoriti, avendogli persino tolto il loro miglior giocatore: Santiago Gimenez. Verrebbe da dire che entrambe le parti hanno ragione.
La squadra di Rotterdam è alle prese con diversi infortuni di non poco conto: il portiere titolare Justin Bijlow, il perno difensivo Gernot Trauner, il capitano Quinten Timber (fratello del calciatore dell’Arsenal), e la punta Ayase Ueda. È innegabile che la loro assenza penalizzerebbe parecchio gli olandesi, che tra l’altro sono prossimi ad accogliere una vecchia leggenda del club come Robin Van Persie sulla loro panchina. Nonostante in genere l’ex calcatore schieri i suoi calciatori con un 4-3-3 o un 4-2-3-1, moduli che andrebbero in continuità con quello del suo predecessore Pascal Bosschaart, recepire al meglio le richieste di un nuovo tecnico è sempre un qualcosa che richiede del tempo.
È pur vero che quando Bosschaart ha preso il posto di Brian Priske, si pensava che il Milan potesse superare agilmente una squadra con così tanti infortuni e allenata da un nuovo tecnico. Invece, come ogni tanto accade, un brusco cambio in pancina può spesso dare una scossa a tutto l’ambiente. Anche gli stessi rossoneri dovevano aspettarselo, soprattutto perché l’hanno vissuto sulla loro pelle quando Conceiçao prese il posto di Fonseca vincendo in appena due partite la Supercoppa Italiana (contro l’Inter, per giunta). E questo Simone Inzaghi deve tenerlo bene a mente: l’errore fatto dai cugini non può ripetersi contro Van Persie.
Come gioca il Feyenoord e quali sono i migliori giocatori
Ipotizzando che, nonostante il cambio in panchina, la filosofia e la struttura di gioco rimangano le stesse, gli olandesi sono una squadra decisamente a trazione offensiva. Le parole d’ordine sono intensità e velocità. Il punto di forza sono le due ali d’attacco: Igor Paixão e Hadj Moussa (o Calvin Stengs) hanno fatto venire il mal di testa ai terzini rossoneri, ubriacati soprattutto dagli estrosi dribbling del brasiliano. Quando gioca nel suo stadio, il de Kuip, la squadra di Rotterdam è in grado di compiere vere e proprie imprese. Oltre allo scalpo del Milan, nella fase campionato di questa Champions ha sconfitto un colosso mondiale come il Bayern Monaco per 3-0.
Ma va anche detto che gli olandesi non rappresentano certo un ostacolo insormontabile. Se non fosse stato per l’espulsione di Theo Hernandez, chissà come sarebbe finito il match di San Siro considerato che il primo tempo è stato un vero e proprio assedio rossonero, con il Feyenoord che non riusciva mai a superare la propria metà campo. La loro fase difensiva lascia molto a desiderare. David Hancko è un centrale più che affidabile dal piede molto educato, ma non riesce a reggere un intero reparto sulle proprie spalle. Infatti, sono ben 22 i gol subiti dagli olandesi in 10 partite nel torneo. Vi ricordate invece quanti ne ha subiti l’Inter? Uno soltanto.
La squadra d’Inzaghi non si può nascondere: parte favorita. Sarà fondamentale non sottovalutare l’impegno peccando di superbia (una critica che le viene mossa con frequenza quest’anno), per evitare di essere eliminati agli ottavi esattamente come successe l’anno scorso contro l’Atletico Madrid. E poi, per non fare la stessa figuraccia dei rivali di sempre. Anche la condizione fisica sarà determinante, perché il Feyenoord ha una rosa con diversi giocatori che sanno abbinare qualità e intensità, cosa che i nerazzurri questa stagione hanno un po’ faticato a trovare soprattutto nei big match contro squadre italiane. Ma in Champions, si sa, è tutta un’altra storia.
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