Cgil Savona: “Nel savonese 15mila lavoratori con contratti in regola a meno di 10 mila euro l’anno di stipendio, una vergogna”
- Postato il 26 marzo 2025
- 0 Copertina
- Di Il Vostro Giornale
- 2 Visualizzazioni


Provincia. “Emergenza stipendi in Italia e nella provincia di Savona, dove il lavoro continua ad essere precario, insicuro e povero. A Savona e dintorni ci sono circa 15 mila lavoratrici e lavoratori con contratti regolari che percepiscono meno di 10 mila euro lordi all’anno di stipendio, una vergogna di cui anche la politica locale dovrebbe farsi carico per migliorare le condizioni di vita di queste persone”, lo dichiara la CGIL di Savona.
“Nessun paese del G20 ha fatto peggio dell’Italia: dal 2008 ad oggi abbiamo perso l’8,7% del potere d’acquisto, mentre in Germania è aumentato del 15% e in Francia del 5%. I rinnovi dei contratti nazionali di lavoro devono aumentare e tutelare davvero il potere d’acquisto, ma il Governo si rifiuta di intervenire e anche Confindustria segue questa direzione”, sottolinea la CGIL.
“Pieno sostegno allo sciopero nazionale unitario proclamato da Fim, Fiom e Uilm per il 28 marzo”, aggiunge il sindacato. “Una mobilitazione necessaria per rinnovare il contratto collettivo nazionale e rilanciare l’occupazione e l’industria, dopo l’inaccettabile decisione di Federmeccanica di non riaprire la trattativa con i sindacati”.
“La CGIL lo denuncia da tempo con mobilitazioni e scioperi in tutto il Paese, e ora lo certifica anche il Rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro”, evidenzia ancora il sindacato. “Negli ultimi due anni, la produttività è cresciuta più dei salari e, in teoria, ci sarebbe spazio per farli salire. Ma la realtà in Italia è ben diversa”.
“È necessario aprire una vera e propria vertenza sui salari, a partire dallo sciopero dei metalmeccanici del 28 marzo”, afferma la CGIL. “A Savona, la protesta si terrà in Via Gramsci, sotto la sede dell’Unione Industriali, a partire dalle ore 10.00”.
“Il tema dei salari per la CGIL è centrale da tempo, sia nel lavoro privato che pubblico, dove il datore di lavoro è il Governo”, prosegue il sindacato. “Sul salario minimo, il nostro impegno prosegue: serve una soglia economica di dignità, armonizzata con i contratti collettivi nazionali che restano essenziali per tutelare i diritti di lavoratori e lavoratrici, a partire dagli appalti pubblici”.
“La politica nazionale da troppo tempo non dà risposte, ma anche quella locale è immobile”, denuncia la CGIL. “Eppure, gli amministratori e i sindaci potrebbero fare molto di più, deliberando almeno un salario minimo dignitoso per gli appalti pubblici, migliorando così la condizione di migliaia di lavoratori”.
“La questione salariale è fondamentale: centinaia di giovani lasciano la provincia di Savona alla ricerca di condizioni di lavoro accettabili. Il problema è impedire che i nostri giovani siano costretti ad andarsene”, dichiara ancora la CGIL.
“E le donne? Subiscono una doppia penalizzazione: percepiscono salari più bassi e lavorano meno ore, con stipendi da fame e pensioni che saranno poverissime”, aggiunge il sindacato.
“Il Governo pretende di rinnovare i contratti pubblici – Sanità, Enti Locali e Funzioni Centrali – proponendo un aumento del 6%, mentre l’inflazione supera il 15%”, attacca la CGIL. “Di fatto, sta abbassando i salari, stanziando solo un terzo dell’inflazione reale. Per questo non abbiamo sottoscritto quei contratti e chiediamo la riapertura di un vero confronto”.
“Ci batteremo affinché i contratti vengano rinnovati per garantire giusti salari, diritti e tutele, a partire dallo sciopero nazionale dei metalmeccanici del 28 marzo”, conclude la CGIL. “Le otto ore di sciopero saranno fondamentali per riaprire la trattativa, ottenere un aumento salariale che recuperi il potere d’acquisto, ridurre gli orari di lavoro, garantire maggiore sicurezza, anche negli appalti, e contrastare la precarietà”.