Centri estivi, le storie delle famiglie costrette a scegliere se pagare tariffe proibitive o fare qualche giorno di vacanza in più
- Postato il 22 giugno 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
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I centri estivi costano troppo anche se in casa entrano due stipendi, i nonni lavorano ancora e c’è anche chi non ritiene giusto che siano loro a sopperire alle carenze dello Stato. E poi c’è la necessità di risparmiare per le vacanze. E sono in tanti quelli che non possono permettersi più di una settimana e rinunciano al centro estivo per i figli proprio per potersi permetter qualche giorno in più. ilfattoquotidiano.it ha chiesto ai lettori i raccontare le proprie esperienze e sono arrivate tantissime storie. Non riguardano solo i centri estivi, perché i temi affrontati nelle mail e nei commenti sono tanti: dai costi delle strutture alla burocrazia, dalla possibilità di lasciare le scuole aperte almeno a luglio, fino alle possibili alternative, come permessi per i genitori. C’è anche chi ha trovato soluzioni idonee, perché magari il Comune ha messo a disposizione il servizio a prezzi ragionevoli o perché ha fatto ricorso ai centri messi a disposizione delle parrocchie. I lettori parlano di tariffe che variano dai 40 ai 120 euro a settimana anche in questo caso, ma una delle maggiori preoccupazioni è relativa agli animatori “spesso volontari e minorenni”. La regola, dunque, è una corsa a ostacoli per riuscire a venire fuori dal rompicapo. Che i costi dei centri estivi stiano continuando ad aumentare lo ha mostrato anche la recente indagine di Federconsumatori, oltre alle storie raccontate da ilfattoquotidiano.it.
Costi alle stelle da Nord a Sud – Altre testimonianze sono arrivate in redazione. “Ho speso 1.200 euro per due bambini e non per tutta l’estate” scrive Karen da Brescia. Da Lecco, Piera racconta di essere arrivata a spendere 1650 per due bambine (una alla materna e una alla primaria). “E mi manca ancora da coprire fine agosto e inizio settembre” spiega. E poi c’è Elisa: “Quattro settimane, 450 euro per la primaria. Per il fratello alla scuola dell’infanzia, due settimane, 240 euro. E meno male che la materna finisce il 28 giugno e che abbiamo lo sconto fratelli!”. Sommer scrive: “A me sembra di avere uno stipendio più che discreto, tuttavia il centro estivo comunale costa in media 105 euro a settimana, compreso il posticipo fino alle 17.30. Per fortuna ho chi può ritirarlo, perché io esco alle 18 dal lavoro. A me pare comunque una e cifra enorme per un servizio dello stato per bimbi della primaria”. Ma c’è di più: “Dovrebbero rimborsarmi parte della spesa se riesco a mandare l’Isee nella breve finestra temporale che il Comune aprirà in data ancora non ben chiara. Anche questa sembra una beffa…devi rimanere con le antenne dritte tra luglio ed agosto per non perdere la fugace occasione. Altrimenti sei fuori e paghi la tariffa intera, che l’Isee sia basso o alto”. Elena Toschi, da Bologna, racconta che non c’è non ci sono centri estivi comunali con la disponibilità di uscita alle 17.30 (invece che alle 16.30) sotto i 100 euro a settimana “I privati – aggiunge – per il tempo pieno arrivano serenamente a più di 200 euro a settimana”. Alessandra Stefanini, dalla Toscana, conferma: “200 euro a settimana, più di 800 al mese”. Sara Sighi, stavolta dalla provincia di Bologna conferma: “Mediamente, per un mese non si spende meno di 550 euro. Si può andare da un minimo di 400 a un massimo di 700 euro e oltre”. Servizi come anticipo e posticipo si pagano a parte. “Purtroppo spesso sono le associazioni che organizzano i centri estivi ad avere spese esose – commenta – e di conseguenza le rette sono alte. Non è il caso di fare la guerra tra poveri, ma noi genitori verso aprile cominciamo a tremare”.
Le testimonianze dei papà: “Non ce la facciamo neppure con due stipendi” – A casa della famiglia di Sergio, a Roma, lavorano in due. Eppure sono sette anni che non si possono permettere il centro estivo per i loro due figli. I conti sono questi: uno stipendio di 1500 a testa, un mutuo da 900 euro, 150 euro di spese di condominio e altri 200 di bollette, mille euro tra cibo e benzina per una sola auto e altri prestiti per pagare debiti accumulati dai prezzi alti. “No, non ce li possiamo permettere – racconta Sergio – pur di ‘scaricare’ ferie a turno e riuscire a mettere qualcosa da parte per poter portarli almeno una volta all’anno in vacanza, per due settimane al mare, altro tasto molto dolente. E poi non sono neanche dei veri centri estivi…sono palestre convertite in centro estivo dentro le scuole, senza aria condizionata, senza attività veramente coinvolgenti. E i centri estivi ‘veri’ costano troppo. Un altro papà scrive a ilfattoquotidiano.it. Emanuele vive in provincia di Vicenza. “Abbiamo due gemelli di 4 anni, entrambi lavoriamo, così come i nonni e comunque non vogliamo ridurli in schiavitù per dieci ore al giorno per tutto il mese di luglio” racconta. Nella sua zona, le scuole dell’infanzia pubbliche “si contano sulle dita di una mano e chi ha un Isee superiore a 25mila euro non ha nemmeno un aiuto da parte del Comune. Abbiamo trovato, per fortuna, una struttura privata con orari consoni ai nostri, aperta fino al 10 agosto”. La cifra totale con lo ‘sconto fratello’? Per il mese di luglio corrisponde quasi allo stipendio di un operaio: “Ho pagato tutto in una volta, 998,50 euro. Così”. Anche in questo caso, tutto ciò ha un peso anche sulla vacanza: “Riusciamo a fare una settimana di mare all’anno (due è impensabile). Andrea scrive da Empoli: “Sono sempre ricorso al centro estivo privato (non per mia scelta) e 120 euro a settimana (per cinque giorni) è diventata un’occasione da non perdere”.
Scuole aperte o permessi per i genitori – Da Napoli, Domenico, consulente finanziario, mette in luce un aspetto cruciale del problema: “Bisognerebbe pensare a chiudere le scuole solo ad agosto”. L’alternativa? “Fare in modo che i genitori possano usufruire (ex lege) di più giorni di ferie o permessi retribuiti per stare con i propri figli durante tutto il periodo di chiusura delle scuole”. Un problema che spiega molto bene anche Tiziana Coradello: “Per il centro estivo in Trentino, la media è sui 150 euro a settimana, il più delle volte con pranzo e merende da portarsi da casa. Per quattro settimane, siamo già a 600 euro…ma, bene che vada, i genitori hanno due settimane di ferie in estate, magari tre”. Ergo: le settimane da coprire sono almeno nove, se non dieci. “A 150 euro a settimana sono già 1500 euro a figlio”. A riguardo, Claudia di Pasquale, presidente nazionale di AGe, Associazione Genitori, aveva già detto la sua a ilfattoquotidiano.it: “Le strutture scolastiche dovrebbe rimanere aperte tutto l’anno, anche ad agosto, con una diffusione capillare. Le famiglie sono cambiate”. Teresa Matini ricorda che nel Regno Unito, dove le vacanze estive scolastiche sono programmate solo nel mese di agosto “le scuole organizzano comunque attività alternative nei periodi in cui i genitori sono a lavoro”.
Il ruolo dei nonni – Un tema molto ricorrente è quello dei nonni. Chiamati in causa perché spesso ritenuti la soluzione ottimale, c’è chi dà la colpa alla legge Fornero “che ha più permesso a nonne e nonni di andare in pensione ad una età decente”. Ma scrive anche una nonna, Lucia Giacomini. Ha due nipoti, una di quasi 6 anni e uno di quasi 3 e, premette, ritiene invece che le strutture come gli asili nido siano molto più stimolanti per i bambini, rispetto ai nonni che “possono dare tanto amore sicuramente, ma meno stimoli”. “A distanza di più di 30 anni da quando la loro madre – mia figlia – era piccola – scrive – la situazione per le famiglie è peggiorata, i servizi sono pessimi. Se non ci fossero i nonni questi poveri genitori sarebbero veramente nei guai. In estate la situazione è drammatica anche solo per i costi da sostenere, senza parlare dei centri estivi che non sempre sono presenti nel quartiere”. Intanto, però, tra i genitori molti si domandano se debba essere davvero compito dei nonni sopperire ai vuoti e alle carenze, in termini di servizi sociali, lasciate dallo Stato e, spesso, anche dagli enti locali.
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