Catanzaro, alla Notte Piccante il funerale del lamento anti negatività

  • Postato il 22 settembre 2025
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Catanzaro, alla Notte Piccante il funerale del lamento anti negatività

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La trovata più originale della Notte piccante 2025 a Catanzaro: “il funerale del lamento”, un rito contro la negatività


CATANZARO – Un funerale in piena regola, ma senza lacrime. Anzi, con risate, musica e goliardia. Una trovata originale per esorcizzare la negatività, lasciarci alle spalle il vittimismo cronico, e celebrare la leggerezza, il cambiamento.
Così Corso Mazzini, nel cuore del centro storico di Catanzaro, sabato sera è diventato il palcoscenico del “Funerale del Lamento”, uno degli eventi più sorprendenti della Notte Piccante 2025, che dal 19 al 21 settembre ha trasformato il cuore del capoluogo in un palcoscenico diffuso di suoni, sapori e divertimento all’insegna del “rosso” del morzello (il piatto tipico catanzarese) e del peperoncino.

Migliaia di persone hanno preso parte a un rito collettivo che ha trasformato il pianto rituale in festa liberatoria, “smontando” con ironia la tendenza – fin troppo diffusa – a lamentarsi di tutto.
L’idea, dissacrante e poetica insieme, era stata anticipata da un manifesto funebre in dialetto che aveva già fatto il giro dei social: “Moriu u lamentu… Moriu u languru”, con tanto di cornice d’edera e una lista di parenti immaginari dal sapore tragicomico – Totò Piagnisteo, le sorelle Desolata e Ciangiacucina, il marito Malinconico Autunno. Una parodia irresistibile del tradizionale necrologio calabrese che ha preparato il pubblico alla festa.

L’ANTROPOLOGIA DEL LAMENTO FUNEBRE E IL FUNERALE DEL LAMENTO ALLA NOTTE PICCANTE DI CATANZARO

Nell’antropologia del Sud, il lamento funebre – o “chiantu” – era una pratica sacra. una forma di espressione collettiva, un rituale di passaggio. Ma oggi il lamento ha perso sacralità ed è diventato quasi uno sport nazionale.
Alle 21.30, da Piazza Roma, ha preso il via il corteo funebre guidato dalla maschera di Giangurgolo, portata in scena da Enzo Colacino, e da “Padre Amaro”, alias l’attore Rino Rhodio, che ha celebrato un’omelia satirica capace di strappare sorrisi e applausi. Con loro, piangitori professionisti, distribuzione di santini commemorativi, musica e performance teatrali hanno costruito un vero e proprio spettacolo itinerante, accolto con entusiasmo da cittadini e turisti.

Il funerale del lamento è stato il simbolo di questa Notte Piccante: piazza dopo piazza, la città ha offerto un itinerario ricco di concerti, performance, mostre, artisti di strada e momenti di ironia collettiva. Dal rock in Piazza del Rosario alla musica etnica di Piazza Roma, dai revival dance in Villa Margherita alle jam session dei batteristi sul Corso, l’energia ha travolto un pubblico numerosissimo.

Accanto agli spettacoli, il cibo di strada ha fatto da protagonista, con il morzello e le altre specialità calabresi che hanno conquistato i visitatori. Non sono mancati momenti di approfondimento con i docenti dell’Università Magna Graecia e il riconoscimento speciale a Floriano Noto, presidente dell’US Catanzaro 1929, premiato da Roberto Talarico per aver riportato le Aquile nel calcio che conta.
Con il concerto di Mimmo Cavallaro e le ultime esibizioni in programma, la Notte Piccante ha chiuso ieri la sua edizione 2025 lasciando un segno forte: Catanzaro ha saputo unire tradizione e contemporaneità, gusto e spettacolo, riflessione e leggerezza. E lo ha fatto celebrando, tra ironia e parodia, la fine del lamento e l’inizio di una festa condivisa.

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