Caso Ranucci, Bindi a La7: “La libertà di stampa è un fastidio per Meloni. Almeno il suo amico Trump si confronta coi giornalisti, lei no”

  • Postato il 25 ottobre 2025
  • La7
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Che anche la libertà di stampa venga vissuta da questo governo con un certo fastidio non è un mistero. Basti pensare da quanto tempo la presidente del Consiglio non accetta un confronto con la stampa. Il suo amico Trump almeno con i giornalisti si confronta quasi quotidianamente, anche se per dire cose diverse tutti i giorni“. È la bordata lanciata a Tagadà (La7) dall’ex ministra della Sanità Rosy Bindi, parlando dell’attentato subito dal giornalista Sigfrido Ranucci.
“Io non do la colpa al governo per l’attentato a Ranucci – precisa l’ex presidente della Commissione Antimafia – Verrà fuori chi ha fatto l’attentato. Però possiamo dire che Ranucci è stato perseguitato anche prima della bomba? Che i giornalisti d’inchiesta in questo Paese non sono proprio tra i preferiti di questo governo?”.

Bindi commenta poi la sanzione comminata dal Garante della Privacy nei confronti di Report con una multa di 150mila euro per la diffusione di un audio privato riguardante una conversazione tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e sua moglie. L’azione si è svolta in un contesto di scontro con Sigfrido Ranucci: durante una conferenza stampa al Parlamento europeo, il giornalista ha accusato il Garante di essere “armato” politicamente per punire la trasmissione; in risposta, lo stesso giorno il Garante ha emesso la sanzione e una nota ufficiale ribadendo la propria indipendenza. Il giorno successivo, il presidente Pasquale Stanzione ha annunciato ulteriori iniziative legali contro Ranucci per le “illazioni gravissime” che minerebbero l’autorità istituzionale.

Voglio sperare che non siamo al punto che il governo dà gli ordini alle autority – osserva Bindi – perché quelle sono istituzioni di garanzia, e voglio credere che mantengano la loro autonomia. Ma ha ragione Ranucci: tutta questa solidarietà è di facciata. Si ritirano le querele? Si approva la legge contro le querele temerarie? C’è davvero solidarietà da parte degli editori, oltre che della politica?”.
Bindi ha infine rivolto un appello anche alle opposizioni, invitandole a non cadere “nelle armi di distrazione di massa” che, a suo giudizio, il governo metterebbe in campo per spostare l’attenzione dai problemi reali del Paese: “Che i pesi e i contrappesi della democrazia vengano vissuti con fastidio da questo governo lo possiamo dire o no? Però l’opposizione non dovrebbe cadere nelle trappole quotidiane, ma concentrarsi sui problemi della gente – conclude – Nello stesso tempo, bisogna ricordare che alcune proposte concrete dell’opposizione vengono sistematicamente ignorate dalla maggioranza.”

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