Caso Orlandi-Gregori, l’amica di Mirella rivela: “Noi pedinate da auto scura con due uomini forse mediorientali. Dissi tutto ai carabinieri ma il verbale è sparito”
- Postato il 10 ottobre 2025
- Crime
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Io e Mirella prendevamo l’autobus per andare a scuola insieme e mi sono accorta che eravamo seguite da una macchina scura. A bordo c’erano due uomini. Sembravano mediorientali… Questo accadeva circa un anno prima della scomparsa…”. Sono parole, queste, di Simona De Santo, compagna di classe di Mirella Gregori, la quindicenne scomparsa da via Nomentana a Roma il 7 maggio del 1983. La De Santo, oggi cinquantenne è stata ascoltata dalla commissione di inchiesta Orlandi-Gregori che indaga sul mistero delle scomparse di Mirella e della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, scomparsa anche lei nel 1983.
I due mediorientali
In quegli anni, proprio come Mirella, anche Simona era iscritta all’istituto professionale padre Reginaldo Giuliani, in via IV Novembre a Roma.. Ieri la donna ha dichiarato che lei e Mirella erano state tampinate nel 1982, quindi pochi mesi prima della scomparsa: “C’erano a bordo certamente due persone, non ricordo se tre. Una volta sono scesi, guardavano e basta, non hanno detto nulla – ha continuato la testimone -. Erano persone non italiane, con la pelle abbastanza scura, le ho definite “mediorientali”, ma non so dire la nazionalità. Di questo non ho messo, stupidamente, al corrente i miei genitori”. Ma la donna ha anche aggiunto che è certa che notò quell’auto diverse volte, sia all’andata sia al ritorno da scuola. Mesi fa, la sorella di Mirella Gregori, Maria Antonietta, aveva dichiarato di essere a conoscenza di questo evento, perché la stessa De Santo le aveva detto che lei e sua sorella Mirella erano state seguite da questa auto sia alla fermata del bus che davanti all’Upim, a Santa Maria Maggiore.
All’inaugurazione del bar
Il papà di Mirella era titolare di un bar in via Volturno, a pochi passi dalla stazione Termini, tuttora gestito dalla sorella. Proprio in quel bar, il giorno prima della scomparsa, mentre si festeggiava la riapertura, furono notati dalla famiglia della ragazza due uomini, muniti di macchina fotografica, che indicarono Mirella con un cenno della testa, come soggetto da fotografare. i Due vennero poi allontanati dalla madre di Mirella, Maria Vittoria Arzenton, forse insospettita o infastidita da quella strana presenza. Viene dunque da chiedersi: quelle a bordo dell’auto erano le stesse che entrarono nel bar?
Il verbale scomparso
Simona De Santo ha dichiarato ieri alla bicamerale di essere stata ascoltata dalle forze dell’ordine all’epoca dei fatti: “Questa cosa l’ho detta e verbalizzata, ma la deposizione non si trova. Fui sentita i primi mesi dopo la scomparsa di Mirella e penso di essere stata chiamata dai carabinieri. Andai da sola e ricordo questa verbalizzazione; fui ascoltata da una persona e vedevo due faldoni con il nome della mia amica e di Emanuela Orlandi. In quel periodo, ricevevo telefonate anonime a casa: non rispondevano, e dopo un lungo silenzio buttavano giù. Ultimamente ho pensato a un appuntamento con qualcuno poi finito male”, ha sottolineato l’ex compagna di classe di Mirella. “Per anni ho sperato fosse viva da un’altra parte ma lei non era assolutamente il tipo da allontanarsi da casa. Eravamo molto amiche, le volevo molto bene”. Alle domande della Commissione, la De Santo ha risposto che, secondo lei, i casi di Mirella e di Emanuela Orlandi non sono collegati. Anche la cittadina vaticana, pochi giorni prima della scomparsa, era stata tampinata nei pressi del Vaticano da due uomini a bordo di un’auto.
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