“Vogliono fare chiarezza sulle lettere della pista di Londra per capire se davvero Emanuela è stata segregata lì” : Pietro Orlandi convocato in commissione d’inchiesta

  • Postato il 6 ottobre 2025
  • Crime
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Una bara vuota ha guidato sabato il corteo per gli scomparsi a Roma fino al “Palazzaccio” in Piazza Cavour, sede della Corte di Cassazione e simbolo della giustizia invocata dai tanti familiari di cittadini “scomparsi, non sepolti”. Questo era l’inno della marcia guidata da Roberta Carassai, la madre di Alessandro Venturelli scomparso nel 2020 a Sassuolo. C’era in testa Pietro Orlandi, pronto a sostenere tutte le famiglie che, come lui, cercano giustizia e verità per chi è stato inghiottito dal buio tra cui, 42 anni fa, sua sorella Emanuela Orlandi. E proprio per far luce sul mistero della cittadina vaticana scomparsa nel cuore di Roma il 22 giugno del 1983, domani la commissione di inchiesta Orlandi-Gregori ascolterà Orlandi, atteso per le 13,30 a Palazzo San Macuto.

L’audizione e la pista di Londra

“Questa convocazione è un fatto positivo, è evidente che c’è voglia da parte loro di capire bene cosa sia accaduto a mia sorella Emanuela, e questo è un ottimo segnale”: dice Pietro a FqMagazine alla vigilia della sua audizione. “Ho sentito in giro che mi chiederanno della pista di Londra ma non so se mi ascolteranno solo su questo, o se la mia audizione riguarderà altro”. Secondo quanto riportato giorni fa dal Messaggero, la commissione d’inchiesta vuol fare chiarezza sulle carte della pista di Londra, per capire quanto ci sia di vero e attendibile in queste lettere che condurrebbero a uno scenario che vede la cittadina vaticana in uno stato di segregazione nella capitale del Regno Unito, almeno fino al 1997, in un edificio dei padri Scalabriniani. Si tratta di lettere datate 1993 e inviate sia dall’arcivescovo di Canterbury George Carey che dal sottosegretario britannico Frank Cooper, al cardinale Ugo Poletti a cui Carey chiese un incontro ha chiesto un incontro “per discutere personalmente la situazione di Emanuela Orlandi”.

A consegnare queste carte a Pietro Orlandi è stato un anonimo interlocutore che gli ha raccontato di aver gestito la seconda fase del rapimento a Londra (era una sorta di carceriere), su ordine della criminalità romana. L’uomo ha anche ammesso di essere un ex militante dei Nuclei Armati Rivoluzionari ma poi si è come dissolto, e la sua identità resta ignota. In quei messaggi, l’ex Nar scrisse a Orlandi che “Frank Cooper era sottosegretario di Stato permanente e anche Chairman dell’Imperial College di London, in cui Emanuela è stata ricoverata per la gravidanza. L’Imperial College gestiva il St. Mary che era l’ospedale più importante d’Inghilterra. Cooper gestiva l’ospedale. Anche se in pensione, Cooper aveva la carica permanente e continuava a lavorare alla Difesa, ma solo in situazione specifiche. Cooper aveva rapporti col cardinale Poletti che si occupò personalmente del ricovero e di tutto”.

L'articolo “Vogliono fare chiarezza sulle lettere della pista di Londra per capire se davvero Emanuela è stata segregata lì” : Pietro Orlandi convocato in commissione d’inchiesta proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti