Caso Gintoneria, la figlia di Wanna Marchi e Lacerenza non rispondono alle domande dei pm. Le ragazze confermano le accuse
- Postato il 11 marzo 2025
- Giustizia & Impunità
- Di Il Fatto Quotidiano
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Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. È la scelta fatta da Davide Lacerenza e Stefania Nobile nell’interrogatorio davanti alla gip Alessandra Di Fazio, dopo la misura cautelare dei domiciliari eseguita il 4 marzo nell’inchiesta sulla Gintoneria. L’ex La decisione della figlia di Wanna Marchi e del suo ex compagno era stata anticipata dal legale Liborio Cataliotti, che poi ha confermato che per Stefania Nobile depositerà istanza al Riesame per chiedere la revoca della misura cautelare. Istanza che non sarà presentata per Lacerenza. Alla gip la difesa non ha presentato richieste di revoca degli arresti al momento.
“Noi abbiamo la massima fiducia e il massimo rispetto per questa indagine, sia nei confronti dei pm sia nei confronti della Guardia di Finanza – ha detto il legale ai cronisti – e finché ci sarò io a difendere, garantisco che quanto mi verrà concesso dai miei clienti al fine di collaborazione in questa indagine verrà fatto”. Cataliotti ha poi spiegato la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere: “Non è ancora il momento di rispondere nell’indagine – ha chiarito – perché conosciamo sì l’entità delle accuse, ma non gli atti che le supportano. I miei assistiti – ha continuato – oggi hanno preso atto delle accuse che conoscevano. E hanno ricevuto ammonimenti sulle restrizioni dei domiciliari – ha aggiunto il difensore – come il divieto di interloquire con altre persone, perché sono domiciliari molto rigorosi. Oggi – ha proseguito il legale – abbiamo rappresentato al giudice solo un’esigenza di allontanamento per motivi medici e non abbiamo avanzato richieste di revoca della misura”. Bisogna, ha concluso, “prima vedere atti e poi ragionarci, oggi si è parlato solo della natura delle accuse e non delle prove che le supportano”.
La scelta di Nobile e Lacerenza è arrivata dopo che le ragazze che lavoravano nella Gintoneria hanno raccontato nei giorni scorsi la loro versione dei fatti agli inquirenti: “Eravamo a disposizione, o ci rapportavamo direttamente coi clienti quando eravamo già dentro il locale, oppure venivamo chiamate se eravamo fuori per andare dai clienti speciali” hanno sintetizzato alcune giovani prostitute, sentite nelle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e coordinate dalla pm Francesca Crupi. Nuove audizioni che, in sostanza, hanno confermato il quadro del giro di droga e prostituzione messo in luce nell’inchiesta e anche quel presunto “accordo” che le ragazze avevano con Lacerenza, mentre Nobile si sarebbe occupata della parte economica, ossia dei guadagni. Sono stati ascoltati come testi anche alcuni dipendenti del locale.
Nell’ordinanza di custodia cautelare a carico dei due e del presunto factotum erano già riportate le testimonianze di una delle prostitute, che aveva descritto anche l’accordo che c’era tra Lacerenza e le ragazze (lui chiedeva pure che avessero rapporti con lui, definendolo un test), e anche di un imprenditore. Negli ultimi giorni, prima degli interrogatori di oggi, gli investigatori hanno raccolto nuovi verbali delle giovani che avrebbero lavorato per Lacerenza e Nobile nel giro di prostituzione, confermando, in sostanza, tutti gli elementi già emersi. Tra cui l’uso di quel privé La Malmaison e quel “pacchetto” fatto di bottiglie di pregio, cocaina ed escort, con un servizio di “delivery” anche a casa per i clienti più facoltosi.
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