Caso Ferrerio, definitiva la condanna a 12 anni per l’istigatrice

  • Postato il 18 dicembre 2025
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Caso Ferrerio, definitiva la condanna a 12 anni per l’istigatrice

La Cassazione respinge i ricorsi, condanna definitiva per l’istigatrice della spedizione punitiva nei confronti di Davide Ferrerio a Crotone


CROTONE – Fu concorso anomalo in tentato omicidio. La Corte di Cassazione, respingendo il ricorso difensivo, ha fatto diventare definitiva la condanna a 12 anni di reclusione per Anna Perugino, istigatrice della spedizione punitiva nei confronti di Davide Ferrerio. Il ventenne bolognese versa ancora in gravissime condizioni dopo il brutale pestaggio subito l’11 agosto 2022 a Crotone per un clamoroso errore di persona. Confermata la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro. Il tribunale stabilì una pena più grave rispetto a quella disposta dai giudici di primo grado e riqualificò l’accusa.

IL PROCESSO

Per il Tribunale penale di Crotone non fu un tentato omicidio perché gli imputati non avevano «previsto» né «voluto» un’«evoluzione così grave della vicenda». La donna, infatti, in primo grado era stata condannata a 8 anni dopo che l’accusa di concorso anomalo in tentato omicidio venne derubricata in lesioni gravissime. Diventa definitiva anche la condanna a 4 anni e 8 mesi per il coimputato rumeno Andrej Gaju, assolto in primo grado.

LA VICENDA

Ormai definitiva la condanna per l’aggressore, Nicolò Passalacqua, a 12 anni e 8 mesi per tentato omicidio. È la vicenda per cui fu arrestato, nell’immediatezza dei fatti, proprio Passalacqua, immortalato dagli impianti della videosorveglianza installati nei pressi del luogo dell’aggressione. Le indagini della Squadra Mobile della Questura avevano fatto luce anche sul ruolo degli altri due imputati.

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L’ISTIGATRICE

La donna, in particolare, organizzò l’incontro con il titolare dell’account Instagram con le false generalità dell’ex fidanzato della figlia, minorenne all’epoca dei fatti, al fine di dare una “lezione” a un 31enne che chattava con la ragazza (giudicata separatamente, è stata affidata ai Servizi sociali dal Tribunale minorile di Catanzaro).

La ragazza, leggendo ad alta voce un messaggio, avrebbe così riferito il dato della presenza del suo interlocutore a Passalacqua che, dopo aver notato il malcapitato Ferrerio con una camicia bianca, lo raggiunse, inseguendolo e colpendolo durante la corsa con un pugno al cranio e lasciando la vittima in gravissime condizioni sull’asfalto della centralissima via Vittorio Veneto.

GLI AVVOCATI

I difensori, gli avvocati Aldo Truncè e Michele Loprete, hanno sostenuto l’estraneità dei loro assistiti al raid, individuando contraddizioni, a loro avviso, in testimonianze e intercettazioni e facendo leva sulla perizia disposta dai giudici di primo grado. Gli avvocati di parte civile Fabrizio Gallo e Gabriele Bordoni si sono associati alle richieste della Procura. Confermata anche la condanna al risarcimento. Ma è un danno irreparabile.

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