Casa, Asppi incalza la nuova giunta: “Cambiare paradigma, non si esce dall’emergenza ignorando i piccoli proprietari”
- Postato il 8 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Abbiamo atteso un mese per ascoltare le prime dichiarazioni pubbliche dell’Assessore Patrone dal suo insediamento. Ci aspettavamo un segnale di apertura, un riconoscimento del pluralismo di attori che compongono il mercato della casa. E invece, con disappunto, rileviamo che nel suo primo intervento ufficiale non sono mai state pronunciate le parole “proprietà immobiliare” o “piccoli proprietari”. Un’assenza che pesa, soprattutto alla luce delle promesse fatte direttamente dalla Sindaca Salis in campagna elettorale, quando si era parlato chiaramente di un’attenzione anche alle esigenze dei privati. Promesse oggi già disattese. E la partenza, francamente, non è delle migliori”.
A scriverlo in una nota stampa Valentina Pierobon, Presidente genovese e Vicepresidente Nazionale di A.S.P.P.I. – Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari-, che aggiunge: “Ancora una volta, la visione proposta si conferma sbilanciata e miope: l’intervento pubblico si concentra su fondi per l’affitto, edilizia residenziale pubblica e strumenti emergenziali. Siamo certamente favorevoli alla tutela delle fasce più fragili, ma continuiamo a chiedere con forza un cambio di paradigma. Se si vogliono affrontare seriamente i nodi della questione abitativa, occorre coinvolgere chi può contribuire a risolverli concretamente: i piccoli proprietari”.
L’appello riprende quanto detto dal Sindacato più volte in questi mesi: “Parlare di rigenerazione del patrimonio sfitto senza prevedere alcun tipo di incentivo, garanzia o fiscalità equilibrata per i privati è semplicemente un non-senso. Migliaia di alloggi restano vuoti non per speculazione, ma per mancanza di tutele, per l’alto rischio di morosità, per una tassazione disincentivante. È necessario attivare strumenti strutturali e preventivi, non solo misure di contenimento dell’emergenza”
“In questo contesto, dispiace rilevare un’altra grande assenza dal dibattito – continua Pierobon – le incentivazioni fiscali per i contratti a canone concordato, ad oggi l’unico strumento in grado di calmierare i prezzi degli affitti in modo strutturale. Questo tipo di contratto garantisce maggiore sostenibilità per l’inquilino e, al tempo stesso, sostiene il proprietario che sceglie consapevolmente di rinunciare a parte della propria redditività. Ma per far sì che questa scelta diventi sistemica, occorre che gli Enti locali facciano la loro parte, stanziando risorse non solo a valle — per sanare situazioni critiche — ma anche a monte, per facilitare l’ingresso dell’immobile sul mercato in condizioni di equilibrio”.
“Un passaggio chiave per la nostra Associazione sarà capire il futuro ruolo di SPIM – aggiunge – In campagna elettorale si era parlato di un modello interessante: SPIM che affitta direttamente dai privati immobili sfitti, per riaffittarli a soggetti con fragilità, diventando garante per il proprietario. Una strada che potrebbe rappresentare una svolta concreta nella riattivazione del patrimonio abitativo, coniugando sostenibilità sociale ed efficienza gestionale. Ma nelle prime dichiarazioni dell’Assessore, purtroppo, questa ipotesi non viene neppure menzionata. Siamo interessati a capire se questa proposta è ancora sul tavolo e soprattutto che tipo di ruolo si intenda riconoscere ai privati in questo processo. Perché se SPIM dovesse assumere un ruolo meramente burocratico, come braccio operativo di una visione ideologico-politica e non economica, l’occasione sarebbe sprecata. Serve un’impostazione manageriale, capace di attrarre risorse e generare redditività da reinvestire nel circuito della rigenerazione urbana, uscendo dalla logica dei piccoli bandi e dei progetti tampone”
“Infine – conclude Valentina Pierobon – non possiamo ignorare un nodo culturale: l’ipocrisia di una certa visione politica che rifugge la parola “redditività” come se fosse incompatibile con il diritto alla casa. È questa impostazione che ha portato tanti piccoli proprietari a disaffezionarsi dal mercato della locazione, rendendolo oggi così asfittico. Ma la sostenibilità sociale non può esistere senza sostenibilità economica: chi affitta ha diritto a essere tutelato, incentivato, valorizzato. E chi governa ha il dovere di costruire un equilibrio tra diritti e doveri, senza demonizzare nessuna delle due parti. Siamo pronti al confronto e alla collaborazione. Ma se il nuovo corso dell’amministrazione continuerà a ignorare il ruolo strategico dei piccoli proprietari, Genova continuerà a girare a vuoto sul problema casa. E a pagare il prezzo più alto, ancora una volta, saranno i cittadini”.