Caro prof. Tridico, glielo chiedo da calabrese a calabrese: ma lei è pazzo?

  • Postato il 27 agosto 2025
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di Angelo Bianco

Caro prof. Tridico,

da calabrese a calabrese, ma lei è pazzo?

Ad usar il pensiero di Andreotti, i pazzi liberi in circolazione erano solo due: uno era quello che si credeva Napoleone e l’altro era quello che pensava di rimettere a posto i conti delle Ferrovie dello Stato. Ma se oggi fosse vivo, Giulio ne aggiungerebbe un terzo, lei!

Prof, crede davvero di restituire legalità, moralità, giustizia, sanità, scuole, trasporti in Calabria? Io faccio il chirurgo a La Spezia e le recenti Regionali liguri hanno avuto, in premessa, lo stesso copione che si sta recitando per quelle prossime calabresi. Toti, che fino al giorno primo dell’arresto si sentiva un Padreterno, si era dimesso, patteggiando la sua colpa ma candidando la sua appendice e parte del suo cerchio magico. Al Sud è stato fatto di meglio, il protagonista si è addirittura ricandidato senza manco aspettare l’esito delle indagini: lui si farà giudicare solo dai calabresi, mica da quei bolscevichi dei magistrati.

In Liguria, a vaso di Pandora scoperto, c’era più di una ragione per non confermare chi, da dietro le sbarre, aveva ammesso la politica del malaffare e invece Orlando ha perso il più facile dei pronostici dei giusti che, stufi del teatrino del tetris, non sono andati a votare. Toti sta ancora ridendo, anzi, magari ora starà pensando di ricandidarsi: c’è già chi sta allevando con cura il vitello grasso.

Converrà che le analogie sono tante. Anche la Calabria ha nel suo albero genealogico civico un peccato mai sanato, il clientelismo, lo stesso male al centro dell’inchiesta ligure ma decisamente più radicato a sistema: noi ne abbiamo fatto addirittura una questione, è quella meridionale.

Occhiuto ha governato male. Io faccio il medico, la sanità calabrese è alla canna del gas, sono arrivati i cubani ad aiutarla, c’è poco da aggiungere e se fosse questo anche l’unico esempio, e non lo è, i calabresi dovrebbero eleggerla con voto plebiscitario ma “a pensar male” – e io sono un peccatore – Occhiuto rivincerà!

Nella sua sponda è già iniziato anche il fuoco amico, c’è Calenda, Renzi, la sinistra fratricida per statuto, nulla gioca a suo favore, dovrebbe verificarsi un miracolo per vincere, ma in Calabria Cristo non era mai arrivato: si era fermato ad Eboli e non aveva fatto rivoluzioni.

Nulla da eccepire sulla sua persona, anzi. Lei può esibire un cv esemplare, è anche laureato, non ha fatto nessun esame di domenica, non deve dire “grazie” a nessuno, non ha manco uno straccio di avviso di garanzia, è onesto e crede nel merito del lavoro. Lei ha tutte le carte ad eccezione di quella che è, invece, la regola per avere il consenso in Calabria, come ovunque: la “capacità”. Lei non è capace di promettere la qualunque per accettarne il voto.

Caro prof., ci pensi bene, stia al suo posto, Strasburgo è un’oasi di pace, lo stipendio è buono, eviti di ritornare nel caos della Cittadella, di disturbare il conducente, da Cosenza a Reggio si viaggia sempre verso il nulla e, dopo ogni elezione, si ritorna dal punto di partenza, il nulla.

Oppure, faccia davvero il pazzo. Rinunci all’areola del “giusto” e cominci a mostrare i muscoli ai calabresi, rinnegando le logiche delle segreterie di partito. Sia lei a scegliere con sé solo tutti altri pazzi, in ordine a cv, merito, moralità e onestà e non “i soliti noti” a caccia di una poltrona di prestigio. Setacci paese per paese le istanze dei calabresi onesti e ascolti direttamente dai paesani quanto si dice dei candidati, loro li conoscono davvero e capirà la differenza tra la autoreferenzialità delle veline di partito e la realtà.

Non esiti a negarsi agli “impresentabili”, la sua stella cometa nella scelta dei candidati non deve essere soltanto la fedina penale ma ogni sussurro di arroganza, ogni urlo di nepotismo, ogni denuncia di progetto drogato dal favore.

Kant diceva “il pazzo è un sognatore ad occhi aperti”, io confido nella sua lucida follia, a noi calabresi onesti non rimane che questa per svegliarci dal sonno.

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