Carcere, il Garante dei detenuti scrive a Nordio: “Serve una legge per garantire il diritto all’affettività sancito dalla Consulta”

  • Postato il 21 febbraio 2025
  • Diritti
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il Garante nazionale delle persone private della libertà ha inviato nei giorni scorsi una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio per “conoscere quali misure di rango legislativo e regolamentare” voglia adottare per dar seguito alla sentenza della Corte costituzionale a tutela del diritto all’affettività delle persone detenute, pronunciata ormai oltre un anno fa. Accogliendo il ricorso di un detenuto nel carcere di Terni, la Consulta aveva affermato il diritto della persona ristretta possa svolgere i colloqui con il coniuge o il convivente senza il controllo a vista del personale di custodia, quando non ci siano ragioni giuridiche o di sicurezza. E aveva ipotizzato la creazione “unità abitative” all’interno degli istituti dove poter esercitare il diritto all’affettività in “un ambiente di tipo domestico“.

Un anno dopo, però, il principio affermato dai giudici costituzionali è rimasto sulla carta: nel carcere di Padova un progetto già pronto è stato bloccato dal ministero, mentre il tavolo di lavoro istituito presso il Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, non ha portato a nulla. A supplire all’inerzia sono arrivate alcune decisioni dei magistrati di Sorveglianza, che hanno autorizzato rapporti sessuali senza la sorveglianza degli agenti, intimando agli istituti di pena di attrezzarsi. Una circostanza ricordata nella lettera del Garante: “Si osserva in questi giorni e in molte sedi l’emanazione da parte di magistrati di Sorveglianza di ordini di attuazione rivolti alle sedi penitenziarie ricadenti nella loro giurisdizione”, scrive l’Autorità a Nordio. Una eventuale mancata attuazione delle pronunce, segnala quindi, potrebbe portare a “una violazione dei diritti all’affettività delle persone detenute”.

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Il Fatto Quotidiano

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