Carcasse e liquami nel fiume, la nuova inchiesta di Food for Profit negli allevamenti intensivi in Portogallo

  • Postato il 11 aprile 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il team investigativo di Food for Profit ha rilasciato una nuova inchiesta che documenta le gravi condizioni in tre allevamenti intensivi di maiali nel distretto di Leiria, in Portogallo, dove l’industria dei maiali sta crescendo esponenzialmente da anni. Oltre alle preoccupanti condizioni degli animali, i filmati rivelano la gestione scorretta dei liquami, responsabili dell’inquinamento delle acque e dei terreni circostanti. Dal 12 aprile il documentario Food For Profit sarà nei cinema in Portogallo.

In questo distretto sono attivi oltre 600 allevamenti, di cui circa 400 intensivi, destinati alla produzione di carne di maiale. A trainare questa espansione ci sono anche le connessioni politiche. Due nomi in particolare: Antonio Tavares e Idalino Leão, tra i principali rappresentanti dell’industria suinicola e figure centrali della lobby della carne a Bruxelles, all’interno di Copa-Cogeca, l’organizzazione che tutela gli interessi degli allevatori europei. Grazie alla loro influenza, l’industria della carne di maiale è oggi la seconda più finanziata dalla PAC (Politica Agricola Comune) in Portogallo, subito dopo quella avicola. Le investigazioni di Food for Profit sono state condotte in tre allevamenti intensivi immersi in aree forestali. Uno di questi ha ricevuto oltre 200mila euro di fondi PAC solo nel 2022.

Le condizioni igieniche documentate sono allarmanti: feci sui pavimenti, vasche d’acqua piene di insetti, ragnatele ovunque, topi che camminano liberamente sopra i maiali. Gli animali, molti dei quali con ferite gravi, ernie e ascessi, convivono con le carcasse dei propri simili. Sono stati trovati suinetti morti abbandonati tra quelli vivi e, in un caso, persino la carcassa di un gatto. In condizioni così estreme i maiali si aggrediscono a vicenda, in veri e propri episodi di cannibalismo.

La gestione delle carcasse è altrettanto preoccupante. In uno degli allevamenti, le carcasse dei maiali vengono gettate in una fossa di cemento interrata, con alcune che sembrano essere lì da settimane, emanando un odore nauseante. In un altro, le carcasse sono lasciate in cassoni all’aperto, dove i gatti si nutrono dei resti. Una situazione che rappresenta un grave rischio per la biosicurezza e può favorire la diffusione di malattie. Anche l’impatto ambientale è devastante. Il distretto di Leiria è attraversato dal fiume Lis, un tempo balneabile, ora minacciato dagli scarichi degli allevamenti. Nei tre siti investigati non sono presenti impianti adeguati per la gestione dei refluI, i vasconi non sono protetti e sembra mancare un sistema per evitare la contaminazione del suolo e delle acque.

I cittadini hanno lanciato una petizione per fermare questo disastro ambientale. Nonostante la creazione di una commissione e l’approvazione di un impianto da 21 milioni di euro per il trattamento delle acque, i problemi restano irrisolti. E l’inquinamento continua. “È assurdo che il governo portoghese, con fondi pubblici, stia finanziando gli allevamenti intensivi e ne stia promuovendo l’espansione, nonostante i gravi problemi che abbiamo documentato – afferma Giulia Innocenzi, coregista di Food For Profit – Fondi pubblici che nuocciono alla collettività.” Questa nuova inchiesta arriva a pochi giorni da un’altra indagine realizzata dal team di Food for Profit negli allevamenti intensivi dei Paesi Bassi, che ha messo in luce problematiche analoghe: sofferenza animale, violazioni ambientali e uso distorto dei fondi pubblici europei.

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Il Fatto Quotidiano

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