Canti vittoriani e visioni gotiche: gli spiriti delle feste del Nord
- Postato il 24 dicembre 2025
- Cultura
- Di Libero Quotidiano
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Canti vittoriani e visioni gotiche: gli spiriti delle feste del Nord
In Italia, il termine “fantasma” originariamente significava “illusione”, nulla a che vedere con il ghost, lo spirito che torna per chiudere i conti in sospeso. Pur non facendo parte della nostra tradizione, le ghost story ci hanno sempre ammaliato: nate con le novelle di Dickens, rappresentano una grande tradizione della narrativa vittoriana, del resto, il soprannaturale attrae i lettori, dando vita alla nemesi perfetta del Natale: una corrente gelida che scorre sotto la festa, perché ogni luce brilla più forte quando è avvolta nelle tenebre.
Questo viaggio a caccia di storie d’orrore e del brivido, parte con Phantasma (Feltrinelli, pp. 456 €28), l’antologia che ricostruisce due secoli di ghost stories britanniche. Dalle radici celtiche ai capolavori ottocenteschi di Le Fanu e Oscar Wilde, fino ai maestri del Novecento come Rudyard Kipling, Arthur Conan Doyle, Virginia Woolf, William S. Maugham e Graham Greene: il volume compone una vera mappa dell’immaginario spettrale. Una storia dopo l’altra, le case respirano, gli oggetti cambiano inspiegabilmente posto, le presenze ritornano nell’anniversario della loro morte. Il Natale britannico- nonostante la sua iconografia calda e luminosa - è il momento perfetto per rievocare il passato e le sue increspature.
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Idealmente, accostiamo un altro volume, A Merry Victorian Christmas (Mondadori, pp. 864 €28), una raccolta di 38 canti natalizi che ci trasporta nel cuore del mondo natalizio ottocentesco, da Robert Louis Stevenson a J.M. Barrie. Immancabile, apre la raccolta proprio Canto di Natale di Charles Dickens – con l’avaro Ebenezer Scrooge che viene visitato da tre fantasmi, lo Spirito del Natale Passato, lo Spirito del Natale Presente e lo Spirito del Natale Futuro - dando il via ad un carosello di novelle nate per essere lette ad alta voce mentre la notte incombe. Il sovrannaturale non irrompe, scivola lentamente dentro casa: da A Merry Victorian Christmas a Phantasma, il passato che ritorna è l’escamotage ideale per far riemerge tutto ciò che abbiamo preferito mettere a tacere fra lutti e rimorsi, promesse non mantenute e inconfessabili segreti.
Sulla pagina, nel calore delle fiamme del camino, c’è il riflesso dello scontro senza fine fra Bene e Male, luce e tenebra. Accanto ai classici, la narrativa contemporanea prosegue elaborando la ghost story in una metafora del trauma e della colpa. Posto d’onore per l’edizione deluxe di Psycho di Robert Bloch (Il Saggiatore, pp. 240 €26) che completa il romanzo con le immagini del film di Alfred Hitchcock, mostrando come questa fosse, sin dall’origine, una perfetta horror story: una donna in fuga con un malloppo, una casa in cui la presenza contaminata dalla presenza della madre e un figlio, illibato e psicotico, pronto a scatenare una scia di violenza, spezzando la propria identità, specchio di una follia celata sotto le insegne del motel Bates. Ne La notte devastata (Feltrinelli Gramma, pp. 432 €20), lo scrittore contemporaneo Jean-Baptiste Del Amo sposta il perturbante nell’intimità familiare e cita le atmosfere di Stephen King fra compagni di giochi e traumi infantili irrisolti. Ombre silenziose, un adolescente che percepisce le presenze e gli incubi che diventano realtà mentre tutto ruota attorno al più classico degli scenari: una casa infestata in una cittadina di provincia, un luogo terribilmente affascinante per un gruppo di ragazzi, precipitandoli in un incubo ad occhi aperti.
Completiamo il viaggio con Michael McDowell, le cui opere sono state riscoperte con merito da Neri Pozza, rivelando uno scrittore dal sapore gotico, capace di miscelare ossessioni e visioni mostruose. Dopo la meravigliosa serie Blackwater, ecco Luna fredda su Babylon (pp. 440 €14,90). Una cittadina americana e un serial killer che semina il panico, a sua volta perseguitato dagli spettri delle sue stesse vittime, intrappolato in un labirinto di paura che si richiude sudi lui, proprio come un sepolcro. Il fantasma diventa così il riflesso più oscuro della coscienza, giudizio senza appello dell’altro mondo. Dai classici ai contemporanei, concludiamo con una consapevolezza: il Natale è sempre la stagione ideale per leggere (e rileggere) le storie dell’orrore. Perché incubi e fantasmi si annidano là fuori (e nel nostro inconscio), in paziente attesa di riprender vita e chiudere, finalmente, i conti.
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