Canoni ministeriali e letture da vacanza

  • Postato il 20 luglio 2024
  • Di Il Foglio
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Canoni ministeriali e letture da vacanza

Con la smania vacanziera di infilare in valigia titoli imperdibili, torna utile perfino la lista dei consigli stilata lungo l’anno dal ministro della Cultura. Su Jacobin, Christian Raimo ha analizzato le caratteristiche di questo “canone Sangiuliano”: pochissime autrici, tutti titoli in italiano, niente poesia, teatro o fumetti, troppo primo Novecento. Pur riconoscendo che l’elenco appare casuale, fra ripetizioni e doppioni, Raimo vi individua un “profilo ideologico ben caratterizzato”, nonché “l’ignoranza della storia della scienza e la mancata familiarità con il metodo scientifico”. È indubbiamente curioso che il ministro si intesti una sorta di Agenda di Suor Germana sui social, ma altrettanto curiosa mi pare la pretesa di elevarla da capriccioso elenco a documento d’identità. Il ministro ha il dovere di essere un buon funzionario, non il lettore cosmico assoluto, e la lettura è l’estrema ridotta della persona libera; leggere rende liberi non perché elevi l’animo con pagine edificanti bensì perché consente di passare qualche ora per fatti propri, immersi nell’atto antisociale per eccellenza. Il ministro non legge né matematici né femministe né artisti contemporanei? Vorrà dire che non gli piacciono.

Distantissimi quantunque, Raimo e Sangiuliano appaiono invece condividere la natura prescrittiva della lettura, come un appassionato lettore di Tex Willer, fisica quantistica ed elenchi del telefono persuaso che nessuno possa trarre beneficio da altro. Raimo se ne dimostra convinto col pretendere che il ministro molli Michael Novak e Giordano Bruno per darsi al pensiero intersezionale, ai poemi epici curdi e alla vile meccanica; altrettanto, allo Strega 2023 Sangiuliano si è incartato sul fatto che doveva sì leggere i candidati ma in realtà li aveva sfogliati e comunque li avrebbe riletti anche se il gatto gli aveva mangiato i libri, dando l’idea che anche per gli adulti la lettura coincida coi compiti per le vacanze. Quanto bene avrebbe fatto invece alla cultura (e alla libertà) se solo avesse dichiarato: “Non ho letto nessuno dei romanzi perché la narrativa italiana contemporanea mi fa schifo. Mi piacciono Malraux, Guareschi e Huizinga”.

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Autore
Il Foglio

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