Calabria senz’acqua, la crisi diventa sistema

  • Postato il 18 dicembre 2025
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Calabria senz’acqua, la crisi diventa sistema

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Calabria senz’acqua, in crisi e assetata: Invasi ai minimi storici, sorgenti in calo e piogge assenti. L’allarme siccità attraversa tutta la regione. La Sorical lancia l’allarme, cali dal 30 al 50% alle sorgenti. A Reggio un piano di Protezione civile per rimettere in funzione vecchi pozzi inutilizzati da anni.


La situazione è più che critica, tutte le fonti idriche calabresi sono al di sotto dei livelli di soglia e le disponibilità complessive non sono mai state così basse. A Reggio è stato attivato un piano per riaprire vecchi pozzi inutilizzati, le sorgenti hanno diminuito la loro portata praticamente ovunque e gli invasi si stanno svuotando. Le piogge sono scarse, la neve un miraggio. Segnali concreti di cambiamento climatico ormai consolidato, non più un’emergenza. 

L’ANALISI DI SORICAL: UNA SICCITÀ STRUTTURALE

A spiegare la situazione è Sorical. Un punto in un momento estremamente critico per le città calabresi, da tempo piagate da carenze e in alcuni casi, come a Cosenza, diventate un fatto strutturale. La Calabria sta vivendo una situazione di siccità «grave e persistente, con effetti significativi» sulla possibilità di avere acqua potabile dal rubinetto delle case di tanti territori. «I dati aggiornati – scrive Sorical – evidenziano cali rilevanti delle portate in diversi schemi acquedottistici e invasi, a conferma di una tendenza ormai strutturale e non più emergenziale». In poche parole «destano preoccupazione» tutti gli acquedotti generalmente alimentati dalle risorse idriche provenienti dall’altopiano della Sila.

CALABRIA IN CRISI SENZ’ACQUA: DETTAGLI E CALI NELLA PROVINCIA DI CROTONE

Lo schema Sila Badiale ha il 30% in meno delle disponibilità idriche rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo colpisce i comuni di San Giovanni in Fiore (provincia di Cosenza), Caccuri, Castel Silano e Cerenzia. Stesso vale, più o meno sempre con un drammatico -30% della disponibilità idrica, per lo Schema Brigante–Pulitrea, che alimenta il Comune di Cotronei e integra le forniture per San Giovanni in Fiore, Caccuri, Castel Silano e Cerenzia. Calo del 25% invece nello schema idrico Tacina, che serve i Comuni di Petilia Policastro, Santa Severina, Roccabernanda, Scandale, San Mauro Marchesato e Cutro.

PROVINCIA DI CATANZARO – Anche qui il calo è di circa il 30% dell’acqua disponibile. Questo vale per l’acquedotto Posino–Montenero, che alimenta i Comuni di Tiriolo, Settingiano, Amato e Miglierina. Drammatico invece lo stato dell’acquedotto Limbè–Maricello, a servizio del Comune di Borgia. La sorgente Limbè è scesa a meno del 50% della portata ordinaria.

EMERGENZA NELLE PROVINCE DI CATANZARO E COSENZA

CATANZARO – «Allarmante la situazione dell’Acquedotto Savuto – scrive Sorical – mai arrivato a questo livello di portate a metà dicembre: – 30% con ripercussioni per i 25 comuni tra le province di Catanzaro e Cosenza». I Comuni colpiti sono molti: Lamezia Terme (in particolare zone alte come Zangarona, Magolà Alto), Falerna. Nocera Terinese, Pianopoli, Feroleto Antico, Serrastretta, Platania, Gizzeria, Decollatura, Conflenti, Carlopoli, Cicala, Gimigliano, Martirano, Martirano Lombardo, Motta Santa Lucia, Pedivigliano, Scigliano, San Pietro Apostolo, Soveria Mannelli, Bianchi, Colosimi, Parenti, Panettieri.

FOCUS SULL’ACQUEDOTTO ABATEMARCO E IL TIRRENO

PROVINCIA DI COSENZA – Nonostante le portate stabili all’acquedotto Abatemarco la portata è in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A pagarne le conseguenze sono tutti e 26 i Comuni serviti: Cosenza, Rende, Castrolibero, Mendicino, Bisignano, San Donato di Ninea, Altomonte, San Sosti, Mottafollone, Sant’Agata d’Esaro, Malvito, Santa Caterina Albanese, Roggiano Gravina, Tarsia, San Marco Argentano, Cervicati, Torano Castello, Montalto Uffugo, San Martino di Finita, Lattarico, Mongrassano, Cerzeto, Rota Greca, San Benedetto Ullano, Carolei. «Desta preoccupazione l’acquedotto Bufalo – insiste Sorical – che continua a segnare un trend negativo, con un ulteriore calo del 10% negli ultimi giorni». Il Bufalo serve la zona a Sud di Cosenza e altri comuni come Rogliano, Mangone, Santo Stefano di Rogliano, Figline Vegliaturo, Marzi, Belsito, Malito, Grimaldi, Martirano Antico, Aiello Calabro, Lago, Cleto, Serra d’Aiello e Paterno Calabro.

TIRRENO COSENTINO – Qui le cose vanno meglio, ma solo perché al momento restano attivi i pozzi di solito accesi soltanto nel periodo estivo per far fronte alla maggiore domanda di acqua potabile causa turisti. 

REGGIO CALABRIA E VIBO: DIGHE AI MINIMI STORICI

PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA – La Diga del Menta è ai minimi storici «a differenza dello scorso anno, quando le precipitazioni di dicembre e le nevicate contribuirono alla ricarica delle risorse». Tutta l’area metropolitana di Reggio Calabria, dunque, è a rischio. L’acquedotto Tuccio ha un calo de 30% sulla produzione in sorgente. Qui è stato attivato il piano di Protezione Civile per riattivare vecchi pozzi non utilizzati da anni.

PROVINCIA DI VIBO VALENTIA – L’acquedotto Poro–Vasilicò, che copre Briatico, Cessaniti, Filandari, Mesiano, Mileto e Rombiolo, e le sorgenti Conture per Briatico, Zambrone, Tropea e Ricadi, è in riduzione del 15% rispetto allo scorso anno e del 40% rispetto a dieci anni fa. Le sorgenti Santa Ruba che servono San Gregorio d’Ippona segnano un calo dell’8%. La diga dell’Alaco «evidenzia una riduzione dei prelievi, conseguenza diretta del mancato naturale processo di ricarica dell’invaso».

CALABRIA IN CRISI SENZ’ACQUA: MONITORAGGIO E APPELLO ALL’USO RESPONSABILE

«Sorical – scrive la società – in coordinamento con la Regione Calabria, le autorità competenti e la Protezione Civile, continua a monitorare costantemente la situazione e ad attuare tutte le misure necessarie per garantire l’equilibrio del sistema idropotabile, riducendo al minimo i disagi per le comunità servite”. Ma al momento serve prima di tutto responsabilità e uso consapevole dell’acqua potabile. Un punto “oggi più che mai fondamentale per fronteggiare una crisi che risente in modo evidente degli effetti dei cambiamenti climatici».

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