Caccia vietata intorno a 475 valichi lombardi: un autunno meno minato per gli uccelli migratori
- Postato il 5 maggio 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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di Raimondo Silveri
“L’individuazione dei valichi interessati dalle rotte migratorie presenti nel territorio della Lombardia da sottoporre a tutela assoluta non richiedeva né al consiglio regionale, né agli altri soggetti coinvolti adempimenti strumentali, ma imponeva il raggiungimento di un obiettivo ben preciso, senza alcun margine di discrezionalità… dovendosi garantire l’obiettivo del divieto di caccia“. La sentenza del Tar della Lombardia chiarisce bene i termini di una questione in sospeso da decenni, assegna l’ennesima vittoria giudiziaria alla Lac, che combatte su questo fronte quasi da sola da oltre 30 anni, e rappresenta un pugno nello stomaco all’arroganza della Regione Lombardia e di tutte le associazioni venatorie che l’hanno affiancata, giustamente terrorizzate dalla prospettiva di non poter più fucilare milioni di uccelli, anche protetti, nei colli di bottiglia che attraversano faticosamente ogni anno durante la migrazione autunnale.
Ma rappresenta anche una censura dell’inspiegabile voltafaccia dell’Ispra, che proprio il Tar aveva nominato nel ruolo di commissario ad acta esautorando la Regione da qualsiasi ruolo nella definizione dell’elenco dei valichi da vietare alla caccia, e che appunto inspiegabilmente ha azzerato tutta la letteratura scientifica esistente sul tema affermando che i siti da interdire con effetto immediato all’attività venatoria in Lombardia sarebbero solo 19.
Respingendo le istanze di Palazzo Lombardia, delle sigle degli sparatutto – dall’Anuu alla Federcaccia – e pure le valutazioni in retromarcia dell’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, la camera di consiglio del Tar Lombardia ha in sintesi di fatto ribadito che, oltre agli studi di settore e centri di inanellamento a scopo scientifico esistenti da decenni, la caccia debba essere vietata nel raggio di mille metri in tutti i 475 valichi individuati (da molto tempo) nella nostra Regione.
Combattiamo appunto da oltre 30 anni per la legalità applicata alla protezione dell’avifauna, sempre col fondamentale supporto dello studio legale Linzola di Milano, e non possiamo che festeggiare per questo ennesimo riconoscimento delle nostre ragioni. Anche perché nella sentenza viene in aggiunta censurato pure il contenuto della parzialissima ricerca sul tema migrazioni e valichi che la Regione ha voluto affidare a quella che è una sorta di propria emanazione accademica, l’Università dell’Insubria, nell’ennesimo, ridicolo tentativo di continuare a violare la legge continuare a violare la legge facendo regali ai cacciatori.
Siamo una piccola associazione che da decenni fa da muro quasi sempre con successo all’enorme potere politico ed economico della lobby venatoria; naturalmente ci aspettiamo una risposta a questo colpo andato a segno, ma per adesso auguriamo agli uccelli un autunno meno minato nel loro faticoso viaggio verso la sopravvivenza.
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