Bufera a Reggio Emilia sul Polo della Moda, CGIL e sindaco Pd contro Max Mara. Una operazione da 100 milioni
- Postato il 2 luglio 2025
- Politica
- Di Blitz
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Buferone a Reggio Emilia sul Polo della moda, un progetto da 110 milioni (ancora sulla carta) targato Max Mara e frenato da scioperi, settimane di tensioni, lettere pro e contro roventi, strumentalizzazioni ideologiche, disinformazione, gratuiti sensazionalismi, malintesi.
Di qua il prestigioso gruppo del presidente Luigi Maramotti che dal 1951 produce abbigliamento femminile; di là Cgil e sindaco Pd scesi in campo a suo tempo per sostenere un gruppo di lavoratrici che protestavano contro la Manifattura invocando “rispetto e dignità” e accusando l’azienda reggiana “di poter fare quello che vogliono, di insultare e discriminare le lavoratrici, di pagare poco e fare lavorare fino allo sfinimento“.
E’ pure intervenuta la deputata Pd Reggiana Ilenia Malavasi difendendo “il diritto e il dovere delle istituzioni di ascoltare tutte le parti in causa, nel rispetto dovuto tanto alla proprietà che ai lavoratori”.

Tutti i Dem reggiani hanno preso le parti del sindaco Massari schierato dalla parte delle lavoratrici e della CGIL perché “ha garantito il massimo impegno portando a compimento con serietà e responsabilità il piano di attuazione di interesse pubblico approvato con voto favorevole del consiglio comunale”.
Altre critiche rivolte all’azienda sono state fatte dai rappresentanti di “Potere al Popolo Reggio “che ha definito “la decisione del gruppo di rinunciare al maxi progetto un vero ricatto di un capitalismo che si offende non quando viene criticato ma quando non è coccolato abbastanza dalle istituzioni”. Apriti cielo! La Max Mara, visibilmente risentita (eufemismo) ha preso una “ decisione irrevocabile”: stop al polo della moda.
La scelta definitiva e irrevocabile della Manifattura
Max Mara non ci sta. Respinge le frecciate dei dipendenti e le spiegazioni delle istituzioni. In una nota diffusa ieri il gruppo Max Mara ha fatto sapere che “la dignità dei lavoratori per noi è al primo posto, convinti che sia questo il modo più autetico per contribuire a dare valore al nostro territorio e al nostro Paese”.
Di più: c’è anche stata una contro-protesta di altri dipendenti che hanno smentito che vi sia all’interno di Max Mara un clima lesivo della dignità delle persone “come confermato dall’intervento pubblico di una folta rappresentanza di lavoratrici della manifattura di San Maurizio”.
La replica del Sindaco
Anche il primo cittadino di Reggio, Marco Massari – in carica dal 2024 col 56,05% dei consensi – non ci sta e ha replicato: “Non ho nulla da rimproverarmi. Ci siamo trovati di fronte ad alcuni lavoratori che andavano ascoltati e io credo che ci fosse la possibilità di instaurare un dialogo e una relazione assolutamente tranquilla per superare questo impasse”. Del caso se ne stanno occupando anche Maurizio Landini e l’azzurro Maurizio Gasparri.
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