Brunori Sas in concerto a Diamante: il «profeta» è tornato in patria
- Postato il 8 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
Brunori Sas in concerto a Diamante: il «profeta» è tornato in patria
Un successo la prima delle due date (sold out) a Diamante per il concerto di Brunori Sas che dopo il successo di Sanremo 2025 torna a cantare nella sua terra
«Popolo delle Calabrie, un benvenuto dal vostro profeta!». No, non è una forma di delirio, è solo l’accoglienza che Brunori Sas ha riservato al pubblico calabrese nella prima delle due serate previste al Teatro dei Ruderi di Cirella (Diamante). Due sold out, giovedì e venerdì sera (7 e 8 agosto 2025), in cui finalmente, il cantautore, è tornato a cantare nella sua terra.
I concerti di Diamante, nell’ambito del Tirreno Festival, arrivano dopo il terzo posto di Brunori a Sanremo 2025. E dopo una tournée di successo nei palazzetti e una data evento al Circo Massimo di Roma con orchestra che ripeterà a ottobre – dopo il tour estivo – all’Arena di Verona. Ma soprattutto arriva appena dopo l’annuncio della sua prima tournée europea nel mese di dicembre.
Dario Brunori sale sul palco assieme al suo ensemble aprendo lo show con “Al di là dell’amore”, brano contenuto nel suo penultimo album, “Cip”. Poi il saluto alla sua terra, con la sua solita ironia: «Popolo delle Calabrie, un benvenuto dal vostro profeta!». E la promessa: «Ci scialiamo stasera». E così è stato. Tra risate, lacrime e musica suonata, quella vera, quella buona, Brunori Sas ha regalato al pubblico uno spettacolo degno di questo nome. Un mix esplosivo, a tratti opera lirica a tratti stand-up comedy.
Un viaggio attraverso i suoi più grandi successi, dai suoi primi album fino all’ultimo, “L’albero delle noci”. Da brani come “Come stai” a “Lei, lui Firenze”. Da “Arrivederci tristezza” a “La vita pensata”. E da “Lamezia Milano” a “Capita così”. E fino alle ultime “Il morso di Tyson” e “La Ghigliottina” passando per brani iconici come “Kurt Cobain”, “La verità”, Per due che come noi”, “Canzone contro la paura”.
Un viaggio in musica attraverso le storie di vita raccontate da Dario Brunori, storie di amori, di stati d’animo, del mondo che ci circonda. Riflessioni intense su un pentagramma, caratterizzate dalla penna raffinata di Dario Brunori e dalla musica dal vivo di una band eccellente che lo accompagna da sempre. Sul palco, assieme a lui, 8 elementi: Stefano Amato (basso elettrico, violoncello e mandola contralto), Dario Della Rossa (pianoforte, piano elettrico, sintetizzatori), Simona Marrazzo (voce, solina, percussioni), Mirko Onofrio (sax alto, flauti traversi, clarinetto basso, vibrafono, synth, cori), Max Palermo (batteria e percussioni), Luigi Paese (tromba e flicorno soprano), Gianluca Bennardo (trombone e flicorno baritono) e Lucia Sagretti (violino, viella, voce, theremin). E poi Brunori Sas: voce, chitarra acustica, chitarra elettrica e pianoforte.
Perché lui sa fare tutto, lo ha detto dal palco guardando l’Altissimo: «Mi ha donato tutto, la bellezza, la bravura, le doti da ballerino». E si, perché quello che ci si aspetta in un live di Brunori è uno spettacolo musicale impeccabile, tante risate, momenti intimi piano e voce, esplosioni di energia e chitarre elettriche. Ma non ci si aspetta un Brunori ballerino. Eppure, sul palco de “L’albero delle noci Tour Estate” succede anche questo. Tra improbabili passi di danza e corsette da un lato all’altro del palco, sempre con chitarra imbracciata, Brunori ha dato prova di essere un ottimo performer. Sicuramente simpatico. A partire dal merchandising. Il cantautore ci aveva raccontato in una intervista (CLICCA QUI PER GUARDARE L’INTERVISTA) di voler realizzare i cappellini con la scritta “musciaria”. E lo ha fatto davvero.

Immancabili, nella sua Calabria, i riferimenti alla sua terra: da un semplice «Forza Lupi sempre» al suo marcato (neanche più di tanto) accento. «Molti mi dicono: “Ah bravo che ancora parli in calabrese”. Ma perché, cum’avissa di parlà?». E poi “Fin’ara luna”, il suo primo brano in dialetto. E “Guardia ‘82”, oramai emblema di Brunori Sas e simbolo di calabresità. Per concludere con “L’albero delle noci” con cui Brunori è arrivato al terzo posto al «Festival di una riviera che non sarà mai bella come la nostra» e che sulle parole “Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele” ha ricevuto un applauso a scena aperta. Perché mai come in quel concerto, in Calabria, quelle parole sono state sentite e condivise da tutti. Nessuno escluso.
Il Quotidiano del Sud.
Brunori Sas in concerto a Diamante: il «profeta» è tornato in patria