Bruno Vespa, la rivelazione dell'ex maestra di sci: "Bravo, ma..."
- Postato il 8 dicembre 2025
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- Di Libero Quotidiano
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Bruno Vespa, la rivelazione dell'ex maestra di sci: "Bravo, ma..."
"Se la cava non male. Però ricordo che era sempre attaccato al cellulare, in funivia soprattutto…": Cristiana Sandrini, primissima maestra di sci a Cortina d’Ampezzo, lo ha detto a proposito di un suo ex allievo, Bruno Vespa. Friulana di Tarvisio, ha compiuto 84 anni a settembre e si è confessata in un'intervista al Corriere della Sera alla vigilia del corso di aggiornamento per maestri di sci al quale non rinuncerà per nessuna ragione al mondo, come lei stessa ha annunciato.
"Nel ‘63 fu la mia prima stagione a Cortina d’Ampezzo. Molto del merito fu di Adriana De Pol, la mamma di Christian Ghedina, di quello che sarebbe diventato il campionissimo che è stato e che ho visto crescere. Andava ad allenarsi in Vespa con gli sci appoggiati sul cruscotto…", ha raccontato la Sandrini. Che poi ha spiegato di aver incontrato a Cortina diversi personaggi del jet set: "Io parlo tedesco e già allora era utile per la clientela straniera. Ho conosciuto molte famiglie del mondo industriale, molti figli di famiglie altolocate… una ragazza mia è diventata anche maestra. Si chiama Saya Buccellati, la mia migliore allieva".
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L'altra sua grande passione è la vela. "Arrivai alla vela grazie ad alcuni clienti sciatori che mi invitavano spesso. Io ero un pesce fuor d’acqua… - ha raccontato -. Così ho frequentato due corsi, il primo alle Tremiti e ne fui entusiasta. Quindi mi sono specializzata al centro velico di Caprera. Così sono stata invitata spesso a regatare in giro per il Mediterraneo su una vela di diciassette metri". Dopodiché è arrivata la sfida più grande: "Da Città del Capo a Rio de Janeiro in 28 giorni, 4mila miglia, con un equipaggio solo di donne. Eravamo sei, io l’addetta alle comunicazioni. Erano altri tempi. Potevamo contare solo sui radioamatori. Io avevo fatto una certa pratica un anno prima ai Caraibi dove avevo imparato a maneggiare una radio di bordo… Ci chiamavano dall’Italia, ma anche italiani che lavoravano sulla costa ovest del Marocco dove facevano estrazione di carburante o ancora, ricordo, da una grossa farm del Mozambico…".
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