Bruno Fornaroli e il legame con la Sampdoria: “Voglio vederla dove merita: in Serie A. Convinto che presto ci torneremo”
- Postato il 29 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. Momento amarcord immortalato dai canali social della Sampdoria che ha realizzato un’intervista a Bruno Fornaroli, tornato a Genova per una breve vacanza in famiglia. Attaccante uruguaiano naturalizzato australiano classe 1987, con esperienze in Sud America, Europa e Australia, ha vestito la maglia della Sampdoria tra il 2008 e il 2012 nei suoi primi anni di carriera. Con i blucerchiati è andato segno tre volte: due in Coppa UEFA contro Kaunas e una in Coppa Italia contro l’Empoli.
Nonostante le poche presenze in campo è rimasto forte l’affetto nei suoi confronti da parte dell’ambiente Samp. Un sentimento ricambiato e che ha continuare a portare con sé anche nelle sue avventure successive. “El Tuna” attualmente milita nel Melbourne Victory e, insieme a quelli realizzati al Melbourne City e Perth Glory, ha segnato un totale di 107 gol in Australia. Diventato un punto di riferimento per il calcio australiano, non dimentica il suo trascorso sotto la Lanterna.
I ricordi in blucerchiato
“Sono tante emozioni insieme, tanti ricordi belli che ho vissuto qui. E adesso, essere qui con mio figlio è diverso, è più emozionante per me, perché la Sampdoria è rimasta nel mio cuore: è parte della mia carriera, ma anche della mia vita. Tornare dopo tanti anni, essere ricevuto da tutta la gente che ancora si ricorda di me, è un’emozione grandissima.
È bellissimo, sono tanti i ricordi che vengono nella mia testa, nel mio cuore, e sono contentissimo di essere qua. Era la prima volta che uscivo da casa, però ho sentito subito l’affetto di tutti, specialmente dei tifosi che sono stati al mio fianco. Anche adesso mi ricordano, e quando parlo con mio figlio, lui non può capire quel sentimento, quella passione che hanno qui. Devo ringraziare i tifosi per questo. Ho trovato tantissima gente che mi ha aiutato in quel momento: giocatori che sono stati vicini a me. Ho parlato un paio di giorni fa con Angelo Palombo, che è stato vicino a me quando sono appena arrivato. Sono felicissimo di essere qui e devo ringraziare il club, i tifosi e tutti quei compagni che sono stati al mio fianco.
Ci sono stati tanti momenti belli e anche meno belli. Quando mi chiedi un momento alla Samp, la prima cosa che mi viene in mente è quel gol al derby che alla fine non è stato convalidato. Pensavo, o penso ancora adesso, che poteva cambiare la mia storia con la Sampdoria. È una cosa che mi fa un po’ di tristezza, perché segnare nel derby poteva darmi più minuti e la possibilità di dimostrare quello che potevo fare per il club.
Dico sempre a mio figlio che la maglia della Sampdoria è la più bella del mondo. Questa maglia è rimasta nel mio cuore per sempre. Per questo sono qui: perché, come ho detto, non è solo parte della mia carriera, è parte della mia vita. Ho ricordi bellissimi qui. Questa maglia è una cosa veramente forte per me“.
Il legame con i suoi ex compagni di squadra
“Tra i compagni, uno che mi ha fatto impazzire, che non ho mai più visto con quella qualità, è stato Antonio Cassano. Antonio è stato veramente una cosa di un altro pianeta. Sono andato in altre squadre, ma non ho mai più visto quella qualità in un giocatore. Anche lui mi è stato vicino, parlava spagnolo perfettamente.
Ce ne sono tanti: Gastaldello, Angelo Da Costa, Pedro Obiang, Del Vecchio, Ziegler, Pozzi, Fiorillo. Potrei nominare tanti giocatori che mi sono stati vicini. Abbiamo vissuto momenti difficili, ma alla fine resto legato a quello in cui siamo tornati in Serie A, con l’ultima partita fuori casa. Tornare nel pullman con tutti i giocatori, i tifosi vicino a noi: quella è stata una sensazione incredibile. Ho ancora la pelle d’oca quando ci penso. È stato sensazionale“.
Tifoso sampdoriano ancora oggi
“Voglio vedere la Samp dove deve stare: in Serie A. Ho questa convinzione, che presto ci torneremo. Mi ricordo quella partita: penso fosse l’ultima del mister, se non vincevamo era fuori. Mi ha messo in campo e abbiamo fatto veramente bene, abbiamo vinto. Non avevo ritmo partita, non avevo tanti minuti nelle gambe, e mi ricordo che dopo 60-65 minuti avevo dato tutto, ero morto. Quando sono uscito dal campo, ho sentito quel “Bruno, Bruno!” della Sud. È stato un momento che rimarrà nel mio cuore per sempre“.
Il colpo d’occhio di Genova
“Adesso abito in Australia, ed è bellissimo, però è diverso. L’Italia è diversa. Genova è diversa. Anche ieri, quando siamo arrivati con mia moglie, lei mi ha detto: “Non me la ricordavo così bella, Genova”. Quando giochi, quando sei dentro quel ritmo, non c’è tanto tempo per girare, per fermarti e vedere davvero la città dove vivi, dove cammini. Adesso farlo con la mia famiglia è bellissimo. È diverso, perché ora vedo la città anche più bella di prima. Quindi sono ancora più felice”.