Bormio, rispunta il progetto della “tangenzialina” dell’Alute: “I lavori approvati di nascosto. Sarà devastazione del territorio”

  • Postato il 27 ottobre 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La “tangenzialina” dell’Alute, così l’hanno chiamata essendo lunga 800 metri, divide non solo la piana naturale che si trova all’ingresso di Bormio, ma anche la popolazione e gli amministratori locali. Era stata messa da parte prima delle Olimpiadi, perché stava scatenando troppe polemiche e perché sarebbe stata realizzata nel corso dei Giochi, con gravi disagi alla viabilità. Adesso quel progetto riemerge, addirittura con una data di inizio (28 luglio 2026) e fine lavori (20 ottobre 2027). La notizia ha fatto infuriare il Comitato in difesa dell’Alute e Italia Nostra che hanno firmato una severa presa di posizione contro la Regione Lombardia e il Comune. Durante la discussione di un ricorso al Tar hanno scoperto, infatti, che esiste un decreto regionale che riprogramma a dopo le Olimpiadi l’avvio dei lavori.

“Il Comune ha taciuto, ora tutti devono sapere della sua doppia faccia”, scrivono il Comitato e Italia Nostra in una lettera aperta alla sindaca Silvia Cavazzi. “La sindaca aveva raccontato la storia rassicurante di una tangenzialina sospesa e rinviata a una rimeditazione dopo le Olimpiadi. La verità è un’altra: è stata silenziosamente riprogrammata la ripresa dei lavori lasciando all’oscuro l’intera comunità”. Il Comune prima di un’udienza al Tar ha depositato il decreto. “Ha così ammesso l’occultamento per mesi di un documento essenziale, reso noto non per trasparenza, ma come estremo tentativo calcolato di salvarsi da una sconfitta legale. Il decreto non è mai stato discusso in consiglio comunale, ma conservato come un’arma legale da usare contro centinaia di famiglie che si oppongono alla devastazione del territorio. Affermare che un atto di proroga per un’opera dal costo di 7 milioni di euro non sia soggetto a trasparenza non è un cavillo, ma una forzatura che ci ha costretti a presentare un nuovo ricorso”.

I cittadini ricordano come la piana agricola dell’Alute sia classificata dalla stessa Regione Lombardia come corridoio primario della rete ecologica regionale e vincolata inderogabilmente. La lettera aperta si conclude con la richiesta di abbandonare definitivamente il progetto, che ormai non è più a servizio delle Olimpiadi, e ha come soggetto attuatore Cal, la società per azioni Concessioni Autostradali Lombarde, con soci Anas e Regione.

Dopo l’annuncio risalente ad alcuni anni fa di voler costruire una tangenziale per bypassare il centro di Bormio e creare un accesso diretto agli impianti di risalita, la popolazione era insorta. Aveva raccolto un migliaio di firme e chiesto un referendum che non era stato concesso. Il progetto prevede un tratto parzialmente in trincea lungo la sponda orografica sinistra del torrente Frodolfo. Le contestazioni avevano portato a una decisione congiunta di Comune, Regione e Cal per la sospensione del progetto, mentre il Comitato ha continuato a chiedere un suo definitivo accantonamento. Il decreto di proroga approvato a luglio dalla Regione Lombardia dimostra che gli amministratori pubblici non hanno affatto rinunciato al progetto. “La ripartenza era già stata decisa. – è il commento del Comitato – Era un piano architettato per sedare l’opposizione pubblica e attendere che i riflettori olimpici si spegnessero e l’attenzione mediatica svanisse, per poi agire indisturbati quando nessuno guarda più”.

Il sindaco ha replicato: “L’udienza del Tar del 16 ottobre si è conclusa con un rinvio a maggio 2026. Pertanto ogni commento di merito risulta oggi prematuro. Si conferma la sospensione dell’opera e si respingono fermamente le accuse di mancata trasparenza”. Alle proteste si è aggiunto il Comitato Pro Olimpiadi Sostenibili, con il portavoce Nicola Faifer. “La triste favola della ‘Sindaca della tangenzialina’ sta giungendo al termine. Con la sua squadra può scommettere su una prossima dipartita elettorale. Non basteranno i pochi giorni di frenesia olimpionica a far dimenticare ai bormini il diniego referendario e la ‘non sospensione’ del progetto della tangenzialina. La gente di montagna non dimentica e giudica i fatti. Il lieto fine non potrà essere altro se non la piana verde libera da asfalto e cemento”.

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Il Fatto Quotidiano

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