Bocciatura Lea, la sanità lucana è quintultima
- Postato il 27 febbraio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Bocciatura Lea, la sanità lucana è quintultima
Rapporto Sistema di Garanzia 2023, bocciatura per la sanità lucana che è tra le 8 inadempienti che non garantiscono piene cure ai cittadini. La Basilicata si posiziona al quintultimo posto
La sanità della Basilicata perde 6,47 punti e scivola al quintultimo posto. In più, risulta insufficiente in uno dei tre parametri di monitoraggio Lea: quello distrettuale. La sanità lucana è quindi tra le otto inadempienti, che non garantiscono a pieno le cure ai cittadini. È quanto emerge dal rapporto del “Sistema di Garanzia 2023” del Ministero della Salute, predisposto per il monitoraggio dell’attuazione dei Lea, i cui risultati sono stati anticipati ieri dal quotidiano economico “Sole 24 Ore”.
Le macroaree di valutazione sono tre: Prevenzione, Distrettuale ed Ospedaliera. Sulla Prevenzione la sanità lucana strappa una valutazione di 68 (la soglia di sufficienza è 60). Mentre per quanto riguarda l’ambito ospedaliero la valutazione si attesta sul 69. Sotto la soglia della sufficienza l’ambito distrettuale, la cui valutazione si attesta invece su 52. In altre parole, vuol dire che la sanità lucana sarebbe stata “promossa”, se non fosse per le difficoltà che il Ministero ha rilevato su questioni come l’assistenza a domicilio, cure palliative, assistenza ai non autosufficienti e gli altri interventi che vanno a comporre la macro area.
Un problema peraltro condiviso con Calabria, Sicilia, Abruzzo e Valle d’Aosta. Complessivamente, nell’anno 2023 sono solo 13 le regioni a registrare un punteggio superiore alla soglia di sufficienza in tutti e tre i parametri di monitoraggio Lea. Si tratta del Piemonte, della Lombardia, della Provincia Autonoma di Trento e di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna. Come sempre questo “screening” ci consegna l’immagine di un Paese a più velocità, dove l’assistenza sanitaria non è uguale dappertutto.
L’esame dei 24 indicatori determinanti ai fini del punteggio assegnato a ogni regione per ciascuna area ci fornisce infatti una immagine disomogenea: le prime sei regioni sono del nord Italia e sono Veneto (288 punti), Toscana (286), Emilia Romagna (278), Provincia Autonoma di Trento (278) e Piemonte (270). Mentre le ultime 5, a parte l’Abruzzo, sono del Sud: Basilicata (189), Abruzzo (182), Sicilia (173), Valle d’Aosta (162) e la Calabria maglia nera (150). Il Veneto è per la prima volta al top di questa speciale classifica (con un punteggio medio di 96 su 100). Avendo scalzato di poco l’Emilia-Romagna scesa al quarto posto per il calo dell’assistenza territoriale, mentre fanalino di coda è la Calabria.
Scende la Lombardia, che perde 4,64 punti in un anno ed esce dal gruppo delle prime cinque regioni virtuosa (arretra al sesto posto a causa di un peggioramento nelle cure territoriali), mentre il Lazio si piazza tredicesimo, registrando difficoltà nella prevenzione e nell’assistenza territoriale (migliora tuttavia nelle prestazioni ospedaliere). Complessivamente, il Servizio sanitario nazionale manifesta un trend di miglioramento nell’area ospedaliera, mentre arranca nell’area distrettuale e in quella della prevenzione. Le regioni bocciate addirittura nella valutazione di due macro-aree su tre sono Valle D’Aosta (distrettuale e ospedaliera) ed Abruzzo, Calabria e Sicilia (prevenzione e distrettuale). In una macro-area risultano bocciate solo la Provincia Autonoma di. Bolzano, Liguria e Molise (prevenzione) e la Basilicata (distrettuale).
Il monitoraggio dei Lea mostra anche casi di chiaro miglioramento. La Sardegna, per esempio, guadagna in media 8,63 punti: un risultato ottenuto grazie all’incremento dei punteggi negli ambiti della prevenzione e dell’assistenza territoriale. Molto sensibile anche il miglioramento della Calabria (+4,92), che per quanto ultima in classifica, mostra un significativo miglioramento distribuito su tutte le aree dell’assistenza. Passi in avanti anche per Friuli-Venezia Giulia, Molise, Umbria, Valle d’Aosta, Toscana e Campania: quest’ultima registra un forte progresso soprattutto nel campo delle cure territoriali. Si tratta degli ultimi risultati elaborati dal ministero della Salute – attraverso il Nuovo sistema di garanzia (Nsg) – che monitora qualità e quantità dei Lea, i livelli essenziali di assistenza e cioè le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è chiamato a erogare in modo gratuito e omogeneo da nord a sud del Paese.
Il Quotidiano del Sud.
Bocciatura Lea, la sanità lucana è quintultima