Bilancio in Consiglio regionale, manovra da 7 miliardi. Le minoranze all’attacco: “Nulla su lavoro, giovani e persone fragili”
- Postato il 16 dicembre 2025
- 0 Copertina
- Di Il Vostro Giornale
- 6 Visualizzazioni

Liguria. Dibattito sui provvedimenti di bilancio, con le relazioni di maggioranza e minoranza, al centro della seduta odierna del Consiglio regionale.
Il presidente della I commissione Affari Generali, Istituzionali e Bilancio Alessandro Bozzano e Lilli Lauro (FdI), correlatore di maggioranza, hanno illustrato alcuni aspetti della manovra e, in particolare, il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio di previsione.
Fra le novità contenute nel documento c’è la disposizione che stabilisce che, per l’anno 2026, le eventuali disponibilità di risorse, comunque derivanti dalla gestione del bilancio, siano prioritariamente destinate a realizzare gli obiettivi di indebitamento netto e di riduzione del debito, e agli investimenti e viene quindi autorizzato per il triennio 2026-2028 il rifinanziamento delle leggi di spesa regionali.
E’ stato ricordato che la legge di bilancio dello Stato anche per l’anno finanziario 2025 ha previsto un contributo alla finanza pubblica a carico delle Regioni a statuto ordinario e, pertanto, la Regione provvede a garantire il concorso alla finanza pubblica, destinando, per l’anno 2028, il 70% dei proventi derivanti dai canoni del demanio idrico. Fra le altre misure previste c’è l’autorizzazione anche per l’anno 2028 al rifinanziamento da parte degli enti non sanitari del settore regionale allargati, del Fondo integrativo aggiuntivo corrente, che è destinato alle Aziende e agli Enti del servizio sanitario regionale, per rispondere al fabbisogno sanitario post Covid-19 e per sostenere la spesa sanitaria corrente.
Viene quindi rifinanziato nel 2028 il Fondo integrativo aggiuntivo corrente istituito nel 2021. Sono previste, inoltre misure di contenimento delle spese del personale e, a questo scopo, ogni incarico svolto dal personale dipendente degli enti del settore regionale allargato a favore della Regione o enti dello stesso settore, siano effettuati a titolo gratuito.
Dopo il parere positivo espresso dal Consiglio delle Autonomie Locali il 1° dicembre scorso il provvedimento è stato approvato in vo adefinitiva dalla I Commissione consiliare nella seduta dell’11 dicembre 2025 e, dopo una approfondita discussione, è stato approvato, ad ampia maggioranza di voti da parte dei rappresentanti delle forze politiche. I due relatori hanno auspicato che il documento possa essere approvato dall’Assemblea legislativa.
“Parliamo di un bilancio complessivo di circa 7 miliardi di euro – ha dichiarato il presidente Bozzano – in linea con quello precedente, di cui la parte più rilevante è destinata alla sanità. Questo è un dato molto importante: una Regione che registra un aumento degli investimenti in sanità e riesce a ripianarli con risorse proprie, dimostra di essere una Regione in buona salute. Si tratta di un bilancio in equilibrio e questo è un elemento di fondamentale importanza e che tiene conto delle innovazioni che la politica e l’amministrazione ligure stanno portando avanti a partire dal supporto alle normative sulla riforma sanitaria, finalizzate a costruire una governance stabile e capace di sostenere il futuro piano sociosanitario, che ha come obiettivo primario il benessere dei liguri”.
“Che sia una manovra positiva, lo dimostra il fatto che, come tutte le regioni a statuto ordinario, contribuiamo al bilancio dello Stato e Regione Liguria lo fa con ulteriori 38 milioni di euro, cifra che ha coperto senza problemi. Oltre la sanità un’importante scelta di potenziamento dell’azione regionale sul territorio è rappresentata dall’aumento di circa 6 milioni di euro del fondo strategico regionale. Altra innovazione importante che rappresenta anch’essa una precisa scelta politica e’ la costituzione di un’agenzia unica per il trasporto regionale e locale. Essa diversamente che in passato porterà ad un accentramento delle funzioni in materia di trasporti. Una scelta di cui si è ampiamente discusso e che è stata condivisa con le associazioni sindacali” conclude l’esponente di maggioranza in Regione.
“Il bilancio di previsione della Giunta Bucci è lo specchio di una classe dirigente che ha deciso di gestire il declino anziché rilanciare la Regione: si presentano come Mr Wolf in Pulp Fiction ma governano da curatori fallimentari. Non c’è nessuna visione strategica. Non c’è un piano casa. Non c’è un piano povertà. Non ci sono politiche per i giovani e le famiglie. Non ci sono interventi per le aree interne. Non c’è una strategia sulle infrastrutture. Per il Trasporto pubblico, tante parole e zero risorse proprie, solo anticipi. Non c’è una parola sulla legalità e neanche un euro sul bando per i beni confiscati. Le risorse sono distribuite per coprire l’ordinaria amministrazione” dichiara il capogruppo del PD in Regione Armando Sanna relatore di minoranza per il PD durante la discussione in aula del Bilancio regionale di previsione 2026.
“Siamo la regione più anziana d’Europa, ma non c’è un piano per l’invecchiamento attivo. Abbiamo un tasso di natalità di 5,6 per cento di bambini ogni mille abitanti contro il 6,7 per cento nazionale, perdiamo 15.000 abitanti all’anno per saldo naturale, ma non c’è nessuna politica strutturale per la natalità e per sostenere i genitori nel conciliare lavoro e famiglia, solo misure spot e bonus una tantum. E in una Regione dove i Neet sono aumentati passando dall’11,3 per cento del 2023 al 12,4 per cento del 2024, il piano triennale sullo studio scolastico e universitario è fermo al 2011 e le politiche del lavoro sono ferme. Il Piano casa non va oltre lo stretto indispensabile nonostante in Liguria gli sfratti siano triplicati con un più 292 per cento di esecuzioni e le richieste nel 2014 abbiano registrato un più 18 per cento rispetto al 2023 e a Genova su 3mila domande per il bando casa le assegnazioni annue sono 150” prosegue Sanna.
“Servirebbero – elenca il capogruppo PD -fondi regionali per l’emergenza abitativa, visto che il governo li ha azzerati, ristrutturazione del patrimonio pubblico, sostegno agli affitti per le famiglie a basso reddito. Invece niente. Per non parlare della sanità dove c’è un buco di bilancio di oltre 250 milioni. AMT è in crisi per politiche tariffarie senza copertura impostate da Bucci quando era sindaco. L’entroterra si spopola. I giovani se ne vanno. La povertà aumenta. E il bilancio 2025 non contiene una sola idea per invertire la rotta. Servirebbe un piano aree interne: servizi essenziali garantiti, connettività, trasporto pubblico, telemedicina per gli anziani che non possono spostarsi. Servirebbe una politica industriale: non solo turismo, ma manifattura avanzata, economia verde, portualità sostenibile, ricerca e innovazione”.
“Presenteremo emendamenti e ordini del giorno per riportare al centro del bilancio i cittadini liguri, no la governance, come ha dimostrato di voler fare questa destra su ogni voce fin dal suo insediamento, moltiplicando poltrone, nomine e scatole vuote: dal Consiglio superiore della sanità al mantenimento dell’Agenzia dei rifiuti ad Alisa, camuffata sotto il nome di Liguria Salute. Si incentiva il turismo, ma investendo solo sull’Agenzia del Turismo, perché bisogna sempre curare le strutture che si creano, non le politiche per rilanciare il settore. Chiederemo più attenzione alle famiglie, ai giovani, al trasporto pubblico, con l’incremento del fondo attraverso risorse regionali. Chiederemo più attenzione alla sanità, al contrasto alla criminalità organizzata al finanziamento del bando per i beni confiscati. La Liguria merita di più. Merita investimenti veri, servizi pubblici efficienti, una sanità che curi tutti, non solo chi può permetterselo. Tutto quello che in questo bilancio non c’è” conclude Sanna.
“Siamo una delle regioni col maggiore indice di vecchiaia in Europa e i giovani se ne vanno per mancanza di prospettive. Ma la manovra di bilancio del presidente Bucci non aumenta di un euro gli stanziamenti per sostenere queste categorie, che sono le due facce della stessa Liguria” aggiunge Selena Candia, capogruppo regionale di AVS.
“In Liguria, un terzo della popolazione ha più di 65 anni e l’indice di vecchiaia è vicino a 270, contro una media nazionale sotto i 200. Questo significa un aumento della domanda di sanità, di servizi sociosanitari, di assistenza domiciliare, di RSA, di politiche per la non autosufficienza. Purtroppo, invece, la manovra di bilancio non rafforza nessuno di questi ambiti”.
“Il dato più drammatico è la fuga dei giovani, che Bucci ignora nel provvedimento più importante del suo primo anno di governo. I giovani se ne vanno perché non trovano lavoro stabile, salari dignitosi, case a prezzi accessibili. Questo problema è legato all’emergenza occupazionale, perché in Liguria cresce solo il lavoro povero, precario, stagionale e mal pagato, con contratti a termine, part-time involontari, salari bassi, turismo stagionale concentrato in pochi mesi. Nel nostro territorio, l’industria ristagna, la produzione industriale è ferma e mancano politiche serie di riconversione ecologica e innovazione produttiva”.
“Nel primo anno di legislatura, la giunta Bucci non ha governato: ha solo occupato spazi di potere. Ha speso energie, tempo e risorse pubbliche per tenere insieme una maggioranza fragile, attraversata da tensioni continue e da una competizione permanente per posti e incarichi: nessuna attenzione ai bisogni dei liguri. Anche questa volta, una settimana dopo l’approvazione dello ‘sfascia-sanità’, la giunta Bucci ha preferito la velocità alla qualità. Bucci ha evitato il confronto con i territori, i sindacati, i lavoratori, i Comuni: ha scambiato il decisionismo per capacità di governo” conclude Selena Candia.
“Un bilancio non è una somma di numeri: è la fotografia di chi si decide di proteggere e di chi invece si lascia indietro. E questa Regione, ancora una volta, non ha scelto bene perché ancora una volta non mette al centro poveri, giovani, anziani, malati, non autosufficienti” rincara poi il consigliere del M5S Stefano Giordano, che poi aggiunge: “La Liguria è una regione anziana, fragile, con crescenti disuguaglianze sociali. Qui sanità, welfare, casa e redditi non sono temi astratti: sono la vita quotidiana di chi aspetta mesi una visita, di chi assiste un anziano, di chi non riesce a pagare l’affitto, di chi rinuncia a curarsi. Se non interviene su queste persone, è un bilancio politicamente sbagliato”.
“Le liste d’attesa restano fuori controllo e la conseguenza è che chi ha i soldi va nel privato, chi non li ha rinuncia o finisce in Pronto Soccorso. Sulla non autosufficienza, non c’è un rafforzamento strutturale dei servizi: le famiglie caregiver continuano a sostituirsi allo Stato, pagando in salute, lavoro e reddito. Sul sociale, i Comuni sono lasciati soli, proprio mentre aumentano povertà, solitudine e nuove fragilità. Sul diritto alla casa, mancano investimenti adeguati su edilizia pubblica, prevenzione degli sfratti e soluzioni abitative: senza casa stabile non esiste né salute né inclusione. Sul fronte dei redditi, questo bilancio non affronta il tema di chi lavora e resta povero, di chi per curarsi deve scegliere se pagare un affitto, una bolletta o una visita”.
“Fragile non è solo chi è malato – prosegue –. Fragile è il giovane costretto a emigrare perché non trova lavoro dignitoso, è l’anziano solo in un alloggio inadatto, è la famiglia che vive con un solo stipendio, è il malato cronico che non riesce a sostenere i costi indiretti delle cure. A tutte queste persone questo bilancio non dà risposte strutturali”.
“Come M5S rivendichiamo una linea alternativa e chiediamo più risorse per assumere personale sanitario e ridurre le liste d’attesa; rafforzare sanità territoriale e assistenza domiciliare; sostenere in modo stabile i caregiver familiari; potenziare i servizi sociali comunali; creare strumenti di sostegno al reddito legati anche alla salute; investire su casa pubblica e prevenzione degli sfratti. Non è assistenzialismo: è prevenzione, è coesione sociale, è rispetto della Costituzione”.
Giordano critica poi l’aumento dei costi della politica, che “toglie risorse al welfare. Non possiamo votare un bilancio che continua a gestire il declino invece di cambiarne la rotta. Noi scegliamo di stare dalla parte di chi oggi è più debole” conclude.