Benfica, Mourinho che dispetto al "suo" Porto: lo sfottò a fine gara

  • Postato il 6 ottobre 2025
  • Di Virgilio.it
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José Mourinho torna al Do Dragão, lo stadio dove è diventato leggenda, e ne esce con uno 0-0 che vale più di quanto dica il punteggio. Il suo Benfica ferma la capolista Porto di Farioli, interrompendone la striscia vincente, mostrando lucidità tattica e sangue freddo. Ma, come sempre, lo Special One va dritto al punto: niente sentimentalismi, solo calcio e risultati. “Non era una partita per ‘mordere’. Era una partita per giocare in maniera equilibrata”, ha spiegato senza giri di parole. E ancora una volta, José lascia il segno. Anche quando non vince.

Mourinho e la battuta su Trubin

Il pareggio a reti bianche contro il Porto non è figlio del caso. Mourinho lo aveva preparato nei dettagli, con la consueta lucidità di chi sa leggere le partite prima che si giochino. A pesare sulla scelta di un approccio attendista è stata soprattutto la situazione d’emergenza in casa Benfica, con diverse assenze chiave. Ma la risposta della squadra è stata all’altezza.

“Marcando a uomo si corrono più rischi, si moltiplicano i duelli e arrivano i cartellini. Siamo riusciti, con due uomini, a neutralizzarne tre – Varela, Kiwior e Bednarek – e poi abbiamo controllato la gara a livello posizionale”, ha sottolineato l’allenatore nel post-partita. Il Porto, solitamente arrembante, è stato imbrigliato. Hanno avuto un’occasione con Mora, ma fosse stato in porta io o Trubin sarebbe stato lo stesso, perché Trubin non ha praticamente toccato la palla. La squadra ha giocato molto bene”.

Il ritorno a casa e l’abbraccio con il passato

La gara aveva un significato particolare: il ritorno di Mourinho nello stadio dove vinse tutto con il Porto. Ma lo Special One, come spesso accade, non si è lasciato trascinare dall’emozione. “La storia non cambia. La mia gratitudine verso il Porto resta intatta. Non so se la loro nei miei confronti sia la stessa, ma la mia non cambia, ha dichiarato con freddezza calcolata.

Sull’atmosfera e sugli incontri con vecchi volti del passato, ha aggiunto: “È stata una partita tranquilla, ero concentrato solo sull’aiutare la mia squadra. Sono già tornato qui col Chelsea, durante il match non ho provato sensazioni particolari. Quanto al presidente, quello che è successo è stato normale: ci siamo incontrati nel corridoio, un abbraccio tra amici e la vita continua“. Parole che confermano ancora una volta il suo stile: rispetto, ma mai nostalgia. Lo sguardo di Mourinho è sempre rivolto al futuro.

“Al Marquês non si ricordano i dettagli”

Criticato da una parte della tifoseria per uno stile troppo prudente, Mourinho ha risposto con la consueta schiettezza. La sua priorità è chiara: vincere. “Capisco che i tifosi vorrebbero un calcio più aggressivo, ma l’obiettivo resta vincere titoli. Quando si va al Marquês (il luogo dei festeggiamenti a Lisbona, ndr) non si ricordano i dettagli”. Contro il Porto, in vetta alla classifica e con più certezze, l’approccio ragionato è sembrato la scelta più logica. E Mourinho lo rivendica: “Se fossimo stati a pari punti, forse l’approccio sarebbe stato diverso. Il Porto non si è mai disunito, Farioli è stato pragmatico. Dire che uno ha provato a vincere e l’altro no sarebbe ingiusto”. Il messaggio è chiaro: il Benfica di Mourinho non gioca per piacere, gioca per vincere. Anche quando il risultato è uno 0-0. Anche quando gli altri si aspettano fuochi d’artificio. Perché nel calcio, come nella vita, contano i trofei. E nessuno lo sa meglio di lui.

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