“Basta mettere in ordine. Quando sono molto stanca e vedo il caos che regna in casa, faccio finta di niente e vado a dormire”: la nuova filosofia del “Ma” di Marie Kondo

  • Postato il 24 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Per anni è stata il simbolo di una perfezione domestica quasi irraggiungibile. Milioni di persone nel mondo hanno seguito il suo metodo “KonMari” per liberare le case dal superfluo, cercando la “scintilla della gioia” in ogni oggetto. Oggi, però, Marie Kondo torna in libreria con una consapevolezza nuova, quasi una resa di fronte alle complessità della vita. Ospite alla libreria Rizzoli di Milano per presentare la sua nuova guida, “Lettera dal Giappone” (Vallardi), la scrittrice 41enne ha spiazzato il pubblico con un’ammissione che ha il sapore di una liberazione. “Non sono una perfezionista o una persona perfetta. Anch’io sono un essere umano“, ha dichiarato. “Quando sono stanca, non cucino. E quando sono molto stanca, e vedo il caos che regna in casa, faccio finta di niente e vado a dormire”.

Questa confessione segna un’evoluzione naturale del suo pensiero. Dopo averci insegnato a riordinare l’esterno, ora Marie Kondo si concentra sull’interno. Il suo nuovo libro, infatti, non è un manuale di decluttering, ma un viaggio spirituale nelle tradizioni giapponesi – dal kintsugi (l’arte di riparare le ceramiche con l’oro) all’omotenashi (l’ospitalità) – per trovare l’armonia. Lanciata a soli diciannove anni come consulente per il riordino, Marie Kondo oggi non si riconosce nella parola “successo”. “Devo tutto ai miei clienti”, ha detto, “sono loro che, applicando le mie regole, hanno ritrovato sé stessi”.

Dal “tutto in ordine” al “trovare spazio”: che cos’è il Ma

Il cuore della sua nuova filosofia si riassume in un concetto: “Ma“. “È quello spazio, quella dimensione spazio-temporale che ci dobbiamo ritagliare“, ha spiegato. “Una crepa nelle corse quotidiane. Anche in Giappone corriamo sempre, siamo bombardati di informazioni e stimoli. Ma abbiamo bisogno di questo momento, di questa fessura, che può durare un quarto d’ora, pochi minuti al giorno”. L’ispirazione arriva dalla cerimonia del tè, dove lo scopo non è bere, ma assaporare ogni singolo gesto. Kondo propone di traslare la stessa attenzione ai gesti comuni: piegare i panni, preparare un caffè, cucinare….insomma, in un rito che possiamo replicare ogni giorno: “Un consiglio pratico? Non guardate i social, non fatevi distrarre da niente nel vostro rito, quello del caffè. Dobbiamo vivere quei momenti pensando solo a quello che stiamo facendo”. Kondo propone di traslare la stessa attenzione ai gesti comuni: piegare i panni, preparare un caffè, cucinare.

Nel suo libro, Kondo spiega come nella cultura giapponese la bellezza abbia due declinazioni: l’atto di “custodire preziosamente” qualcosa e l’eccellenza dell’artigiano. Ma include anche l’imperfezione, come insegna la filosofia del wabi-sabi. Questo approccio si estende anche al concetto di mottainai, il “dispiacere per lo spreco“, non solo di oggetti, ma anche del tempo.

Il suo messaggio finale, rivolto a un pubblico che forse si aspettava nuove, rigide regole, è un invito alla gentilezza verso sé stessi. A una bambina che le ha chiesto come “riordinare la propria esistenza”, ha risposto: “Sii grata alla tua cameretta, al luogo che ti protegge. Apprezza ciò che hai. Guardati attorno, capisci come passare dal pigiama ai vestiti che indossi e come mettere in ordine in modo efficiente l’armadio. E come ottenere lo spazio migliore per studiare”.
Il nuovo libro parla anche di ricerca della perfezione come tensione, non come imposizione. Il gesto fondativo del metodo resta: “Bisogna ringraziare gli oggetti prima di disfarsene, e salutare la casa prima di riordinarla. Poi vi verrà in automatico farlo”.

È un invito a rallentare, a “spegnere il cervello, ogni tanto”, e a riscoprire il valore della gratitudine. Un percorso che, per la guru che ha trasformato il riordino in un fenomeno globale, è partito dal caos di una casa per arrivare all’armonia dell’anima. E al pubblico italiano, ha lasciato un ultimo, affettuoso messaggio: “I love Italy. Non dovete cambiare niente di voi”.

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Il Fatto Quotidiano

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