Basilicata, mini-vitalizi, mal di pancia dei meloniani

Il Quotidiano del Sud
Basilicata, mini-vitalizi, mal di pancia dei meloniani

Scoppia il caso dei nuovi mini-vitalizi in Basilicata: Giuseppangelo Canterino, dirigente FdI di Garaguso, critica la scelta di finanziare i contributi dei consiglieri con il fondo per i disabili e invita il partito a una “seria riflessione”. Cresce la tensione tra i meloniani lucani

Rischiano di incrinare l’unità dei meloniani i nuovi mini-vitalizi lucani. A causa dell’indignazione montante soprattutto per la scelta di coprire la quota di contributi a carico dei consiglieri regionali con il fondo istituito nel 2017 per il sostegno a disabili, ammalati e persone in difficoltà.

MINI VITALIZI, MALUMORI ANCHE IN FDI

A testimoniarlo, ieri, domenica 21 dicembre, è stato Giuseppangelo Canterino, referente di Fratelli d’Italia a Garaguso nonché componente dell’assemblea nazionale del partito, auspicando «una seria riflessione, ovvero un secco ripensa mento» sul tema.

LA NOTA DI CANTERINO

«Per capire quanta poca visione vi sia attualmente sul piano politico/istituzionale in Basilicata è sufficiente osservare ciò che sta accadendo in queste ore sulla manovra finanziaria regionale». Ha spiegato in una nota Canterino. «Il ripristino dei vitalizi per i consiglieri regionali lucani, approvato durante la scorsa settimana attraverso un emendamento inserito nel collegato alla legge di stabilità, rappresenta – a parere di chi scrive – una scelta profondamente sbagliata, sia nel merito sia nel metodo. Nel merito, perché riporta al centro dell’azione politica un tema che l’opinione pubblica considera da tempo superato (si pensi alla legge regionale numero 24/2011, con cui l’assegno vitalizio è stato “abolito” a partire dalla decima legislatura, ovvero dal 2014)».

«DECISIONE DISTANTE DALLE PRIORITÀ REALI DEI CITTADINI»

Per l’esponente meloniano, insomma: «in una regione segnata da difficoltà economiche strutturali, spopolamento, precarietà lavorativa e servizi essenziali sotto pressione, la decisione di reintrodurre un trattamento previdenziale riservato agli ex amministratori appare distante dalle priorità reali dei cittadini».
Poi c’è la questione del fondo di solidarietà.

OLTRE AI MINI – VITALIZI, LA QUESTIONE SOLIDARIETÀ

«Dal 2018, il 10% delle indennità dei consiglieri regionali lucani (circa 590 euro al mese) viene accantonato per finanziare progetti tramite un fondo dedicato». Spiega Canterino. «Tuttavia, l’ufficio di presidenza non ha mai utilizzato queste risorse. L’emendamento in questione propone, quindi, che tale importo contribuisca al diritto alla nuova “indennità differita” dei consiglieri».
«Anche se presentata come misura contributiva e facoltativa, la sostanza non cambia: si tratta di un regime privilegiato, diverso da quello che vale per la grande maggioranza dei lavoratori».

LA PRESA DI POZIONE DEI MELONIANI NELLE PAROLE DI CANTERINO

Aggiunge ancora l’esponente di Fratelli d’Italia. «Versando 520 euro al mese per 5 anni ne avranno 600 dai 65 anni in poi. Non meno grave è il metodo. Il provvedimento non è stato discusso attraverso una legge dedicata, ma inserito all’interno di un testo finanziario ampio e complesso, riducendo al minimo il dibattito pubblico e la trasparenza. Una scelta che indebolisce il confronto democratico e alimenta il sospetto di una volontà di minimizzare l’attenzione su una decisione politicamente sensibile».

LA PRESA DI DISTANZA

«La politica regionale, da cui il sottoscritto – in questo caso – prende formalmente le distanze, dovrebbe misurare le proprie decisioni non solo sulla legittimità formale, ma anche sull’impatto simbolico e sociale». Conclude Canterino. «Ripristinare i vitalizi, oggi, manda un messaggio sbagliato: quello di istituzioni più attente alla tutela dei propri benefici che alle difficoltà quotidiane dei cittadini lucani. E’ un passo indietro che rischia di erodere ulteriormente (e definitivamente) la fiducia nelle istituzioni».

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