Bari, svolta nel caso di Nicola Vasienti, fu omicidio: arrestati killer e mandanti

  • Postato il 18 dicembre 2025
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Bari, svolta nel caso di Nicola Vasienti, fu omicidio: arrestati killer e mandanti

Bari, nel 2016 per la morte di Nicola Vasienti fu inscenato come un falso suicidio le indagini sono risaliti all’omicidio: arrestati mandanti e killer.


BARI – Non fu un suicidio, ma un omicidio di mafia pianificato nei minimi dettagli. A nove anni dal ritrovamento del cadavere di Nicola Vasienti, 44 anni, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti responsabili del delitto. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Bari, mette fine a un “cold case” che per oltre un anno era stato archiviato come un tragico gesto volontario.

IL CASO: DALLA MESSINSCENA AL DELITTO DI MAFIA

Il 16 novembre 2016, Nicola Vasienti, pregiudicato ritenuto vicino al potente clan Strisciuglio, veniva trovato senza vita nella sua abitazione nel quartiere San Paolo. L’uomo si trovava agli arresti domiciliari. All’epoca, la scena del crimine appariva inequivocabile: il corpo era sul pavimento della camera da letto, con un lenzuolo ancora attaccato al bastone appendiabiti dell’armadio. La porta dell’appartamento era chiusa dall’interno, elemento che inizialmente avvalorò l’ipotesi del suicidio per impiccagione.

Tuttavia, il sospetto che si trattasse di una messinscena iniziò a farsi strada negli uffici della Squadra Mobile circa un anno dopo. La Procura riaprì il fascicolo per omicidio, analizzando con nuove tecnologie e perizie forensi quegli elementi che “non tornavano”.

LE ANOMALIE CHE HANNO INCASTRATO I KILLER PER L’OMICIDIO DI NICOLA VASIENTI

Gli investigatori si sono concentrati su discrepanze fisiche e logistiche insuperabili per la tesi del suicidio come la finestra aperta: Nonostante la porta fosse blindata e chiusa dall’interno, una finestra dell’abitazione era rimasta aperta, possibile via di fuga per i sicari. C’era poi Incompatibilità della posizione del cadavere e la distanza dall’armadio non erano compatibili con una dinamica di caduta da impiccagione. E ancora, c’erano segni di soffocamento. Le analisi necroscopiche hanno infatti rivelato segni di soffocamento che suggerivano un’azione violenta di terzi piuttosto che una morte per sospensione.

L’OMBRA DEL CLAN STRISCIUGLIO

Vasienti era un elemento noto alle cronache giudiziarie baresi per la sua vicinanza agli Strisciuglio, clan egemone in diversi quartieri della città, tra cui il San Paolo. L’ordinanza eseguita oggi colpisce sia i mandanti che gli esecutori materiali, inquadrando l’omicidio in un probabile regolamento di conti interno o in una epurazione necessaria per gli equilibri della consorteria mafiosa.

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