Bannon contro Leone XIV: “È il Papa della cricca di Bergoglio”. Gli insulti dei pro-Trump: “Marionetta marxista”

  • Postato il 9 maggio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Nel mare di felicitazioni, tra le onde di messaggi di speranza per l’elezione di Leone XIV c’è certamente un pezzo di mondo che sembra quasi listato a lutto. E per paradosso appartiene proprio agli Stati Uniti d’America, cioè la terra che ha dato i natali al nuovo Papa della Chiesa cattolica. A scagliarsi contro la scelta dei 133 cardinali del conclave è, esplicitamente, Steve Bannon, ex braccio destro di Donald Trump, ex stratega alla Casa Bianca, uno dei più importanti alleati cattolici ancora oggi del presidente Usa. Definisce quella di Robert Francis Prevost come la “peggior scelta per i cattolici Maga: è stato un voto anti-Trump da parte dei globalisti che gestiscono la Curia. E’ il Papa che Bergoglio e la sua cricca volevano”.

I porporati hanno scelto, come si è detto, il “meno americano” dei cardinali Usa e comunque l’altra faccia dell’America trumpiana: figlio di immigrati, un’importante esperienza missionaria in Perù, un costruttore di “ponti” (non di muri quindi), uno che sui social ha bacchettato sia il presidente che il suo numero due sulle deportazioni, schierandosi anche contro la pena di morte, la proliferazione delle armi, il cambiamento climatico. E simpatizzando con George Floyd, l’afroamericano soffocato brutalmente dalla polizia. Insomma, una figura che sembra l’antitesi dell’America first, dell’isolazionismo, dei tagli agli aiuti umanitari, anche se più conservatore su temi come famiglia o identità di genere. Parlando ai quasi 60 milioni di cattolici americani, che negli ultimi anni si sono spostati a destra e nel 2024 hanno votato in maggioranza (il 59% secondo le stime) Trump, il nuovo pontefice potrebbe minare il consenso del tycoon proprio sui fondamentali della sua piattaforma e della sua popolarità: questa volta la voce di un Papa americano sarebbe più difficile da ignorare o da attaccare.

Per questo dal movimento della base trumpiana sono partite subito le prime bordate. A Bannon ha fatto eco su X l’influencer cospirazionista Laura Loomer, trumpiana di ferro e consigliera super fidata del presidente Usa, pur non avendo nessun ruolo ufficiale nell’amministrazione: “È anti-Trump, anti-Maga, un woke a favore delle frontiere aperte. È un marxista convinto come Papa Francesco. I cattolici non hanno nulla di buono da aspettarsi: un’altra marionetta marxista in Vaticano”. Pure il magazine conservatore (britannico) The Spectator scrive che “il collegio dei cardinali ha reso ben evidente che Roma non è fan del presidente”, chiedendosi nel titolo dell’editoriale se Leone XIV sia parte della “Trumplash“, ossia della resistenza globale al presidente americano.

Sui social in Usa è un fiorire di accuse e teorie complottiste, anche se per qualcuno poteva andare “molto peggio”, ad esempio con il cardinale filippino Tagle e le sue “mosse disco progressiste sull’altare”. Non tutti gli alleati di Trump tuttavia sono rimasti delusi dalla scelta: l’influencer Maga Charlie Kirk si consola con il fatto che a suo dire il Papa è repubblicano, avendo votato – come provano i registri elettorali – alle primarie del Grand Old Party in Illinois nel 2012 e 2016 che decretarono candidati presidenti nell’ordine Mitt Romney e Donald Trump (quest’ultimo contro Ted Cruz e Marco Rubio).

Tra gli attacchi al nuovo Papa anche le accuse di aver insabbiato casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti quando era in Perù e a Chicago. Una “campagna orchestrata da settori ultraconservatori della Chiesa“, sostiene El Pais, riferendo che la Congregazione per la Dottrina della Fede, dopo aver condotto un’indagine approfondita sui casi prima del Conclave, “ha concluso che la condotta del neoeletto Papa è stata impeccabile”. L’elezione del nuovo pontefice ha allarmato pure la comunità Lgbtq+ per le sue posizioni conservatrici in materia di famiglia e identità di genere: nel 2012, parlando ai vescovi, disse che i media occidentali e la cultura popolare promuovono “simpatia per credenze e pratiche in contrasto con il Vangelo: si noti, ad esempio, come le famiglie alternative composte da partner omosessuali e dai loro figli adottivi siano rappresentate in modo così benevolo e compassionevole nei programmi televisivi e al cinema”. Come vescovo in Perù si scagliò inoltre contro quella che definì “la promozione dell’ideologia di genere” nelle scuole, che, a suo dire, “cerca di creare generi che non esistono”.

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Il Fatto Quotidiano

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