Balikatan 2025. Washington e Manila simulano la guerra nel Pacifico

  • Postato il 21 aprile 2025
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  • Di Formiche
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Stati Uniti e Filippine hanno dato avvio all’edizione 2025 delle esercitazioni annuali note con il nome di Balikatan (termine tagalog che significa “spalla a spalla”). Nell’edizione appena iniziata le due forze armate stanno eseguendo il primo vero “test di battaglia completo”, simulando scenari realistici di guerra ad alta intensità nelle aree più critiche della regione dell’Indo-Pacifico,  dallo Stretto di Luzon fino al Mar Cinese Meridionale, passando per le isole vicine a Taiwan.

Le manovre dell’edizione 2025 rappresentano una svolta rispetto al passato, poiché vedono per la prima volta l’esecuzione di varie tattiche in un contesto congiunto (difesa insulare, attacchi missilistici da terra verso unità navali nemiche e operazioni integrate su più fronti) proiettando l’immagine concreta di una cooperazione bilaterale sempre più stretta. “Dimostreremo non solo la nostra volontà di onorare il trattato di mutua difesa del 1951, ma anche la nostra capacità senza pari di farlo”, ha dichiarato il tenente generale statunitense James Glynn durante la cerimonia di apertura a Manila. Da parte filippina, il generale Romeo Brawner ha sottolineato che le esercitazioni mettono alla prova procedure e piani sviluppati negli ultimi anni, elevando la prontezza operativa a livelli inediti. L’amministrazione del presidente Ferdinand Marcos Jr, in carica dal 2022, ha impresso una svolta netta rispetto alla politica filo-cinese del suo predecessore Rodrigo Duterte, cercando di riallacciare al massimo i legami militari con Washington.

Il nuovo impulso si riflette anche nei numeri visti sul terreno: le truppe impiegate sono quasi raddoppiate rispetto al passato, con il numero di basi filippine accessibili alle forze statunitensi che è salito di pari passo. Le attività quest’anno si estendono su dieci giorni e includono tre isole strategiche vicino Taiwan, dove i marines americani schiereranno per la prima volta missili anti-nave nello Stretto di Luzon.

Un’altra area chiave delle esercitazioni è Palawan, porta d’accesso alle acque contese del Mar Cinese Meridionale. Sull’isoletta di Balabac si terrà una simulazione di operazioni di sicurezza su terreni marittimi strategici (Maritime Key Terrain Security Operations, Mktso), a pochi chilometri da piccoli fazzoletti di superficie contesi con la Cina come il Second Thomas Shoal. Per la prima volta, un’esercitazione con fuoco vivo per impedire uno sbarco nemico avrà luogo su una spiaggia “sensibile”, segno della volontà di testare scenari sempre più vicini alla realtà geopolitica.

In un’ulteriore dimostrazione del rafforzamento delle alleanze regionali, anche il Giappone prenderà parte attiva a Balikatan, superando il ruolo di semplice osservatore che aveva mantenuto negli anni passati. Anche l’Australia, alleata di lunga data degli Stati Uniti, continua a partecipare con un proprio contingente.

Tutto questo si inserisce in una strategia americana più ampia di concentrazione sull’Indo-Pacifico. Secondo documenti trapelati, gli Stati Uniti sono pronti ad “assumersi rischi” in altre regioni pur di contenere la Cina, definita la “minaccia di riferimento”. Un approccio che, secondo diversi analisti, unisce come un sottile filo rosso le amministrazioni di Donald Trump e Joe Biden, e che proseguirà anche in un eventuale secondo mandato dell’attuale presidente Usa.

Autore
Formiche

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