Avs, D'Angelo rinviato a giudizio? "Non lo accetto". Se è contro di loro, è giustizia ad orologeria
- Postato il 28 ottobre 2025
- Politica
- Di Libero Quotidiano
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Avs, D'Angelo rinviato a giudizio? "Non lo accetto". Se è contro di loro, è giustizia ad orologeria
Quando l'indagato a ridosso delle elezioni è un esponente di centrosinistra, improvvisamente giudici e magistrati diventano "attaccabili". Rischia di essere emblematico, in questo senso, il caso di Sergio D'Angelo, fondatore di Gesco, storico gruppo di imprese sociali attivo in Campania.
Attualmente consigliere comunale a Napoli, ora D'Angelo è candidato alle imminenti regionali con Alleanza Verdi e Sinistra a sostegno dell'aspirante governatore Roberto Fico. Un anno fa era sceso in piazza per protestare insieme ai suoi dipendenti contro il licenziamento di 300 addetti determinato da una rescissione anticipata del contratto da parte dell'Asl Napoli 1 Centro. Oggi, D'Angelo è stato però rinviato a giudizio: "Il capo d'accusa - ha spiegato lui stesso sul suo profilo Facebook - dice che avrei 'promosso riunioni pubbliche per chiedere la salvaguardia dei livelli occupazionali' dei lavoratori di Gesco. Tradotto: ho manifestato insieme a chi ha perso il lavoro. La mia colpa sarebbe quella di aver preso posizione. Essere sceso in strada quando 300 persone venivano lasciate senza reddito, quando anziani, disabili e sofferenti psichici rischiavano di restare senza assistenza. L'ho fatto allora, lo rifarei domani".
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Il consigliere comunale ha poi aggiunto: "Succede proprio adesso, a quattro settimane dal voto. Una coincidenza che faccio fatica ad accettare serenamente". In tanti si sono pubblicamente schierati dalla parte di D'ANGELO, a partire dal gruppo Gesco. Al di là del merito della vicenda, colpisce il tono complottista che tante volte la sua stessa parte politica ha condannato con fermezza quando qualche indagato del centrodestra adombrava sospetti sulle manovre dei tribunali e il timing di certe inchieste.
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"Abbiamo manifestato tutti pacificamente - ha evidenziato il presidente di Gesco Giacomo Smarrazzo -, è inaccettabile che si accusi Sergio D'Angelo, come se fosse il capopopolo di una rivolta e non il portavoce di una vertenza che continuiamo a ritenere giusta. È stata una manifestazione civile in ogni circostanza, nella quale abbiamo evidenziato l'importanza del lavoro sociale e la grave perdita che avrebbe rappresentato per centinaia di famiglie il licenziamento di circa trecento nostri operatori. Non c'è stato niente da fare: la Asl Napoli 1 Centro lo scorso anno ha deciso che così doveva andare. Ma mai ci siamo macchiati di reati di alcun tipo: né noi né, tanto meno, il fondatore di Gesco".
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Dal centrodestra non mancano commenti ironici sul cambio di atteggiamento nel campo largo. "La lista degli impresentabili di Fico ormai andrebbe aggiornata in tempo reale, come il televideo. Le parole del candidato D'Angelo sono gravissime: la frase 'ma che coincidenza' lascia intendere che un magistrato lo avrebbe rinviato a giudizio per penalizzarlo durante la campagna elettorale - sottolinea Fulvio Martusciello, segretario regionale di Forza Italia in Campania -. È un attacco diretto alla magistratura, qualcosa che nessuno del centrodestra si sarebbe mai permesso di dire. Fico prenda subito le distanze: non può continuare a tacere di fronte all'ennesimo impresentabile che si aggiunge alla lunga lista".
Gli fa eco il senatore Antnonio Iannone, commissario regionale di Fratelli d'Italia in Campania: "D'Angelo dopo il suo rinvio a giudizio parla di 'accuse inaccettabili' e di 'coincidenze' a poche settimane dal voto. Tradotto: chi si proclama difensore della legalità ora insinua che la magistratura agisca per fini politici. Chiedo a Fico di dire chiaramente se condivide questo attacco alla magistratura da parte del suo candidato". "E tutto questo accade il giorno dopo che Giuseppe Conte ha avuto il coraggio di dire che gli impresentabili sarebbero tutti nel centrodestra. Evidentemente - spiega l'esponente di FdI - Conte e Fico hanno la memoria corta: nella loro coalizione c'è chi è indagato, chi rinviato a giudizio e chi, come la Fatayer, è stata confermata candidata da Avs nonostante un post inneggiante ad Hitler e contro gli ebrei. Altro che impresentabili: qui siamo al paradosso morale". "La verità - conclude Iannone - è che la sinistra usa la legalità come una clava contro gli avversari, ma la dimentica quando tocca i propri amici o compagni di lista. Fico e Conte abbiano almeno il coraggio di spiegare ai campani se considerano normale difendere chi offende la magistratura e chi diffonde oscenità sulla storia. Questa è la loro idea di moralità politica? Gli elettori giudicheranno".
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