Autovelox, dove si possono posizionare le postazioni mobili

A differenza di quelle fisse, le postazioni mobili di autovelox possono essere impiegate solo in presenza di presupposti normativi. Questi vincoli sono stati introdotti per evitare abusi e garantire che la finalità della rilevazione automatica della velocità sia ù orientata alla prevenzione degli incidenti stradali e non alla imposizione di sanzioni. In Italia, la regolamentazione è disciplinata dal decreto ministeriale 282 del 13 giugno 2017 e da successive circolari interpretative, nonché dal più recente aggiornamento del Codice della Strada.

Il principio cardine è che le postazioni mobili possono essere posizionate solo dove ci siano condizioni oggettive di pericolo o difficoltà operative che impediscano alla Polizia o agli organi preposti di effettuare un controllo tradizionale, con contestazione immediata. Dunque non è sufficiente che un tratto di strada sia considerato a rischio per giustificare la presenza di un dispositivo mobile: occorre che il rischio sia documentato e verificabile.

Cosa devono dimostrare i Comuni e gli organi di polizia

Ogni postazione mobile deve essere autorizzata sulla base di dati concreti. In prima battuta occorre che il tratto stradale sia stato interessato, nei cinque anni precedenti, da un numero elevato di incidenti attribuibili all’eccesso di velocità. Non si tratta di una decisione discrezionale o arbitraria: serva un’analisi statistica dettagliata che dimostri come l’elevata incidentalità dipenda da comportamenti scorretti alla guida e non da altri fattori, come la struttura della strada o le condizioni atmosferiche.

Un secondo elemento riguarda l’impossibilità tecnica o logistica di fermare il veicolo subito dopo l’infrazione. In aree in cui l’arresto dei veicoli potrebbe causare ingorghi, situazioni di rischio o bloccare la circolazione, l’uso delle postazioni mobili è giustificato. Ad esempio vanno considerate le condizioni plano-altimetriche del tracciato, la visibilità ridotta, la mancanza di aree di sosta sicure o la particolare conformazione del traffico.

Un terzo criterio è la constatazione che su quel tratto si registrano velocità medie elevatissime, incompatibili con i limiti fissati per legge. In altre parole, deve esserci un comportamento reiterato degli automobilisti che ignorano sistematicamente i limiti al punto da mettere a repentaglio l’incolumità propria e altrui.

L’efficacia reale delle postazioni mobili

Le amministrazioni locali sono obbligate a inviare relazioni tecniche dettagliate alla Prefettura per ottenere l’autorizzazione all’utilizzo degli autovelox mobili. In queste relazioni devono essere allegati grafici, mappe, documentazioni fotografiche e cronistorie di incidenti stradali che dimostrino la necessità del controllo.

L’efficacia delle postazioni mobili è oggetto di discussione, soprattutto quando si confrontano i dati relativi alla riduzione della velocità media e all’andamento del numero di incidenti su tratti sottoposti a controllo. La tendenza è positiva nelle zone monitorate: laddove vengono impiegati autovelox mobili in modo regolare e trasparente, si registra una diminuzione degli incidenti gravi fino al 30% nel primo anno di attivazione. La percezione del controllo costante ha un effetto diretto sul comportamento degli automobilisti.

Anche se il termine mobile possa far pensare a strumenti poco invasivi o temporanei, nella pratica molti autovelox mobili sono installati con postazioni ben equipaggiate, posizionate su cavalletti, dentro furgoni o all’interno di auto civetta ferme a bordo strada. Queste modalità sono legittime se rispettano le regole di visibilità e posizionamento, che impongono la presenza di segnaletica adeguata e leggibile anche in condizioni di scarsa luminosità.

Dove e come devono essere segnalate le postazioni mobili

Per rispettare i requisiti di legalità e correttezza procedurale, ogni postazione mobile deve essere segnalata con adeguato anticipo e con segnaletica chiara e visibile, così da consentire all’automobilista di rallentare, comportarsi correttamente ed evitare la sanzione. Questa previsione è una garanzia per il cittadino e un principio ispirato alla funzione educativa del controllo, più che a quella punitiva.

La distanza minima a cui posizionare il cartello che avvisa della presenza del rilevatore varia in base alla tipologia della strada. Sulle autostrade l’avviso deve precedere la postazione di almeno 4 chilometri. Sulle strade extraurbane principali, la distanza può scendere a 3 chilometri, mentre sulle strade urbane di scorrimento, come quelle dei centri abitati più grandi, l’obbligo di preavviso scende a circa 1 chilometro.

L’assenza di segnaletica o l’installazione in tratti non autorizzati porta all’annullamento della multa. Naturalmente in caso di ricorso proposto dall’automobilista. Viene infatti meno il principio di trasparenza amministrativa e in alcuni casi anche quello della lealtà nella funzione di controllo.

Non bisogna comunque confondere le postazioni mobili con quelle dinamiche, installate su veicoli in movimento. Quest’ultima tipologia, che spesso utilizza dispositivi come Scout Speed o Telelaser TruCam montati sulle pattuglie, prevede ulteriori vincoli. Anche in questi casi è necessario che il tratto stradale sia preventivamente inserito negli elenchi ufficiali delle strade autorizzate, visibili sui siti delle Prefetture, e che gli agenti siano abilitati alla rilevazione tramite formazione specifica.

Quali sanzioni se si supera il limite

In presenza di una postazione mobile legittimamente installata, l’eccesso di velocità viene sanzionato in misura crescente a seconda dell’entità della violazione. Si comincia da 42 euro per chi supera di poco il limite, ma si può arrivare a 3.389 euro, con sospensione della patente fino a 12 mesi, se si eccede di oltre 60 km/h. Alle sanzioni pecuniarie si aggiunge la decurtazione dei punti dalla patente, che può compromettere la posizione del conducente, soprattutto per chi ha già precedenti o per i neopatentati.

Il rischio maggiore è però legato alle conseguenze assicurative: chi subisce una sanzione per eccesso di velocità vede aumentare il premio assicurativo al rinnovo. In alcuni casi, le compagnie possono decidere di non rinnovare la polizza o inserire l’automobilista in una categoria di rischio superiore.

Come opporsi alle multe autovelox

Gli automobilisti che ritengono di essere stati sanzionati in modo scorretto possono presentare ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto, entro 30 o 60 giorni dalla notifica della multa. In tutti i casi bisogna allegare documentazione fotografica del tratto stradale, copia della multa, segnaletica eventualmente assente e qualsiasi elemento utile a dimostrare l’irregolarità del rilevamento.

Il numero di multe elevate con postazioni mobili è aumentato negli ultimi anni, soprattutto grazie alla maggiore diffusione di questi strumenti anche nei centri urbani. Se un tempo erano riservati alle strade extraurbane e statali, oggi è sempre più frequente trovare autovelox mobili su vie cittadine, piazzali industriali o tangenziali, con l’obiettivo dichiarato di proteggere pedoni e ciclisti.

Autore
Virgilio.it

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