Autobomba di Limbadi, annullata la condanna della Mancuso

  • Postato il 24 giugno 2025
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Autobomba di Limbadi, annullata la condanna della Mancuso

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VIBO VALENTIA – La Cassazione dispone l’annullamento con rinvio della condanna all’ergastolo per Rosaria Mancuso e il rigetto degli altri ricorsi per il caso dell’autobomba di Limbadi.

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Rosaria Mancuso nei due gradi di merito , unitamente al genero Vito Barbara, era stata ritenuta mandante dell’attentato, costato la morte a Matteo Vinci e nel quale il padre, Francesco Vinci, era rimasto ferito. L’esplosione dell’auto sulla quale viaggiavano padre e figlio era avvenuta il 9 aprile 2018 nel comune di Limbadi. Matteo era morto sul colpo, Francesco aveva riportato ustioni gravissime ma si era miracolosamente salvato. Ambedue gli imputati erano stati condannati all’ergastolo, mentre gli esecutori materiali sono rimasti ignoti.

La Suprema Corte, nel riesaminare il caso dell’autobomba di Limbadi, ha accolto i rilievi dei suoi difensori, avvocati Francesco Lojacono e Valerio Spigarelli (con la collaborazione degli avvocati Giovanni Vecchio e Francesco Capria, suoi precedenti difensori nelle fasi di merito) che hanno sostenuto la radicale assenza di elementi a suo carico dimostrativi del conferimento del mandato omicidiario.

Per effetto della pronuncia di annullamento, in attesa del giudizio di rinvio, Rosaria Mancuso dovrà essere immediatamente scarcerata per decorrenza dei termini massimi di custodia. Confermata invece la sentenza di condanna al carcere a vita nei confronti di Vito Barbara (difeso dagli avvocati Dario Vannetiello e Fabrizio Costarella). Rigettati anche i ricorsi degli altri imputati, che erano stati ritenuti responsabili della detenzione di armi (Domenico Di Grillo e Lucia Di Grillo, marito e figlia di Rosaria Mancuso, difesi dagli avvocati Giovanni Vecchio, Francesco Capria, Gianfranco Giunta e Stefania Rania) rispettivamente a 6 e 3 anni.

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