Australian Open, tutto facile per Jasmine Paolini: batte Zarazua. Ma l’azzurra confessa: “Ero nervosa, per me era la prima volta”

Prosegue l’Australian Open di Jasmine Paolini, vincitrice in due set del match valido per il secondo turno giocato contro la messicana numero 70 del mondo Renata Zarazua. Il punteggio finale recita 6-2, 6-3 in favore dell’italiana che affronterà ora l’ucraina Elina Svitolina (numero 27 del ranking) uscita vincitrice in due set dalla partita contro l’americana Caroline Delohide: “Sarà dura, gioca bene ed è una grande campionessa, darò il 100% e spero di divertimi”, ha dichiarato Paolini.

Dopo una partenza con il freno a mano tirato, la finalista di Roland Garros e Wimbledon ha alzato il livello, dominando il primo parziale. Un passaggio a vuoto nel secondo non ha creato ripercussioni: Paolini si è ripresa nel momento più importante ottenendo una facile vittoria in due set. Ma è stata la stessa tennista azzurra, numero 4 al mondo, a confessare a fine match di aver avuto invece delle difficoltà: “E’ sembrata molto lunga, forse ero nervosa, era la prima volta che giocavo su questo campo fantastico. Lei è una rivale difficile da affrontare perché ti rimanda sempre indietro la palla, ma alla fine sono riuscita a chiuderla e ne sono contenta“, ha affermato al termine del match, parlando al pubblico della Rod Laver Arena, il campo principale di Melbourne.

Gioie e dolori per il tennis femminile che ha visto l’eliminazione di Lucia Bronzetti, battuta in 2 set dalla rumena numero 82 del mondo Cristian, ma anche la qualificazione di Jasmine Paolini al prossimo turno degli Australian Open 2025. In giornata sono arrivati anche i successi di Lorenzo Sonego e Jannik Sinner contro rispettivamente il prodigio brasiliano Joao Fonseca e lo sconosciuto Tristan Schoolkate, senza dimenticare l’incontro vinto da Lorenzo Musetti ai danni di Denis Shapovalov in un match in cui i nervi saldi dell’azzurro hanno fatto la differenza. Peccato per la chiusura anticipata del torneo per Matteo Berrettini, eliminato dal danese Holger Rune non senza qualche rimpianto.

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