“Attenzione agli integratori contenenti steroidi anabolizzanti o ormoni mascherati da sostanze ‘naturali’”: cos’è l’epatite da intossicazione che può colpire chi frequenta le palestre
- Postato il 8 dicembre 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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Colpa di un’epatite da intossicazione per uso di integratori. Questa la causa del decesso di Giorgio Armani il 4 settembre scorso. Poco tempo prima si era ammalato a causa dei drink che assumeva prima di esercitarsi in palestra. Dell’infiammazione, però, non si era saputo nulla se non quando il celebre stilista aveva deciso di darne notizia. Siamo di fronte a una malattia che non è rara, ma richiede tempo per la guarigione completa. Purtroppo, nel caso di Armani, l’esito è stato nefasto. E ha aperto una serie di interrogativi e dubbi sulla nocività degli integratori che abitualmente si assumono, soprattutto in chi frequenta palestre o fa fitness. Spesso il loro utilizzo è senza un controllo medico e di fatto può avere conseguenze gravi per il fegato, l’organo deputato a metabolizzare e “filtrare” la maggior parte delle sostanze introdotte. Abbiamo chiesto all’epatologa Federica Invernizzi, Responsabile dell’Unità di Epatologia Medica e Coordinatrice clinica del progetto Genos all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, di fare chiarezza su rischi, sintomi e regole di sicurezza.
L’esperta: “Il rischio di un sovraccarico di sostanze”
“Bisogna partire da un concetto base: il fegato è il nostro ‘filtro’ naturale, ed è chiamato a metabolizzare gran parte di ciò che assumiamo. Alcune sostanze, anche se non nocive a basse dosi, possono danneggiarlo se assunte in quantità eccessive”.
Quali sono gli integratori sportivi di cui avere maggiore diffidenza?
“I prodotti più a rischio sono gli integratori usati nel body building, contenenti steroidi anabolizzanti o ormoni mascherati da sostanze ‘naturali’: spesso venduti online o in palestra, in alcuni casi sono illegali. Anche i cosiddetti brucia-grassi o fast burner possono contenere combinazioni aggressive o sostanze altamente dannose. Ma attenzione, non va sottovalutato neanche il mondo delle erbe”.
In che senso?
“C’è la falsa convinzione che ‘naturale’ equivalga a innocuo. In realtà, per esempio, estratti concentrati di tè verde (notoriamente un prodotto salutare), curcumina o altre piante, ad alte dosi, possono provocare epatiti acute. Infine, i prodotti contraffatti o contaminati, privi di controlli e certificazioni, rappresentano un rischio concreto”.
Quali sintomi deve osservare chi usa integratori in palestra per sospettare precocemente un danno al fegato e rivolgersi allo specialista?
“Il danno epatico può manifestarsi in due modi. In forma acuta, con sintomi anche violenti: forte nausea, dolore addominale, astenia, ittero (colorazione gialla della pelle e degli occhi); quest’ultima forma in alcuni casi può portare a insufficienza epatica e a necessità di trapianto del fegato. Ma esiste anche una tossicità ‘cronica’, silente: l’assunzione prolungata di integratori può portare a danni progressivi senza sintomi evidenti. Per questo spesso il paziente arriva alla diagnosi tardi. Il messaggio è chiaro: alla comparsa di sintomi dopo l’inizio di un integratore, è fondamentale rivolgersi subito al medico. E in ogni caso scegliere solo con l’aiuto di un professionista competente i prodotti da consumare e il successivo monitoraggio nel tempo”.
Quali raccomandazioni pratiche può dare un epatologo a chi vuole usare integratori per sport o fitness in modo sicuro, minimizzando il rischio di danni al fegato?
“Innanzitutto, va detto che gli integratori non sono sempre necessari. Un percorso sportivo può e deve basarsi prima di tutto su una corretta alimentazione. Chi desidera integrarli non deve mai farlo da solo: è importante consultare un medico, possibilmente con competenze in materia di supplementazioni, per valutare l’effettiva necessità e pianificare un monitoraggio clinico e degli esami del sangue. Un altro punto cruciale: alcune tossicità epatiche sono ‘idiosincratiche’, cioè imprevedibili e indipendenti dalla dose. Questo significa che anche sostanze ritenute sicure possono risultare dannose in individui predisposti. Perciò il monitoraggio resta fondamentale”.
In che misura la mancanza di controlli e regolamentazioni sugli integratori espone gli utenti a rischi, e cosa potrebbe fare la legislazione nazionale per prevenire casi di epatite da integratori?
“Oggi il mercato è troppo poco regolamentato. Dal mio punto di vista medico, sarebbe necessario:
• consentire la vendita solo di prodotti con etichette chiare, ingredienti verificati e certificazioni di qualità;
• imporre alle aziende di fornire dati scientifici a supporto delle loro affermazioni;
• stabilire canali di distribuzione sicuri (farmacie, negozi specializzati), evitando che in palestra o online si trovino prodotti rischiosi;
• prevedere campagne di informazione per utenti e operatori;
• introdurre sistemi di farmacovigilanza simili a quelli per i farmaci, per segnalare e tracciare gli eventi avversi.
E infine, non basta sorvegliare: serve anche educare. Informare che non è sempre necessario ricorrere agli integratori e parlare apertamente dei rischi, come stiamo facendo ora, è già un passo importante”.
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