Attacco Usa, la rivelazione di Teheran: “A sud di Natanz un nuovo impianto più interrato e protetto di Fordow”
- Postato il 23 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Commentando l’attacco americano ai siti nucleari iraniani, il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Rafael Grossi ha affermato che la struttura di superficie di Natanz è stata “completamente distrutta”. Ma appena fuori dal perimetro dell’impianto di arricchimento dell’uranio che si trova a circa 225 km a sud di Teheran il regime ne avrebbe costruito un altro, interrato per decine di metri nel ventre di una montagna. A parlarne in via ufficiale è stato il 12 giugno il capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica Mohammad Eslami, poche ore dopo che l’Aiea aveva approvato la risoluzione presa a pretesto da Israele per iniziare la guerra. La Repubblica islamica, ha detto il dirigente citato dall’agenzia semiufficiale Mehr News, ha costruito un terzo impianto di arricchimento dell’uranio oltre a quelli di Fordow e Natanz: “Il nuovo sito è stato completato ed è in una posizione sicura e invulnerabile. Appena l’installazione e la configurazione delle centrifughe saranno completate, inizierà l’arricchimento”.
La nuova struttura, costituita da un complesso sistema di tunnel e da un impianto avanzato di assemblaggio di centrifughe, è da anni nei radar dei servizi segreti americani e israeliani e si troverebbe nelle viscere del monte Kuh-e Kolang Gaz La. La sua costruzione era iniziata dopo che nel luglio 2020 l’Iran Centrifuge Assembly Center, la struttura di superficie del sito principale di Natanz, era stato pesantemente danneggiato da un attacco israeliano e che il successivo 27 novembre Mohsen Fakhrizadeh, cervello del programma nucleare, era stato ucciso in un attentato insieme alla moglie e agli agenti della scorta. All’epoca l’intelligence di Washington riteneva che Teheran volesse utilizzarlo per costruire centrifughe, ricostruendo gli impianti che Tel Aviv aveva distrutto. I servizi israeliani, invece, fecero trapelare la convinzione che il suo scopo fosse quello di arricchire l’uranio su larga scala.
Fotografie satellitari scattate nell’aprile 2023 da Planet Labs PBC e analizzate dall’Associated Press mostrano che il nuovo complesso si troverebbe appena oltre la recinzione meridionale del sito di Natanz. Da altre immagini analizzate dal James Martin Center for Nonproliferation Studies si evince che nel fianco della montagna erano stati scavati quattro ingressi, ognuno lago 6 metri e alto 8, due a est e due a ovest. Elaborando questi dati, gli ingegneri del centro ricavarono la convinzione che l’Iran stava costruendo una struttura a una profondità compresa tra 80 e 100 metri, come quella di Fordow.
Secondo l’Institute for Science and International Security, invece, il sistema di gallerie potrebbe andare ancora più in profondità. Il monte Kuh-e Kolang Gaz La “ha un’altezza di 1608 metri sul livello del mare”, afferma in un report del 2020 David Albright, presidente del think tank antinuclearista basato a Washington che da tempo monitora le operazioni nucleari di Teheran. In confronto la montagna che ospita l’impianto di Fordow “è alta circa 960 metri”, il che porta la nuova struttura di Natanz a essere riparata da un’ulteriore “corazza” di roccia spessa 650 metri, “una protezione ancora maggiore rispetto a qualsiasi impianto” del paese. “Fordow – aggiungeva Albright – è già considerata così profonda da essere difficile da distruggere con un attacco aereo. Il nuovo sito potrebbe essere ancora più difficile da distruggere”.
Per valutare i danni causati dall’attacco deciso da Donald Trump serviranno giorni, se non settimane. Oggi, parlando di Natanz, Grossi ha aggiunto che i suoi corridoi sotterranei “hanno sofferto molto” a causa delle interruzioni di energia elettrica causate dagli attacchi israeliani delle scorse ore. Nei prossimi giorni si capirà se anche le strutture del sito la cui esistenza è stata ufficializzata il 12 giugno dalle autorità iraniane avranno subito danni.
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