“Artists for Gaza”: la pagina Instagram ideata da Eleonora Sgaravatti trasforma l’arte in aiuto concreto per la popolazione palestinese

  • Postato il 2 luglio 2025
  • Libri E Arte
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Le foto di Gaza prima e dopo la distruzione, montate su pvc con un ricamo di filo di lana. S’intitola “Ricucire Gaza” (addio alle armi, eliminare l’odio) l’opera di Corrado Sassi. Il disegno di un’anguria frantumata a simbolo della Palestina è invece l’opera di Valerio Aschi dal titolo “Mar Mediterraneo 2024: mi vergogno per me, mi vergogno per tutti”. Infine “Operetta Lettera” di Luigi Ontani, che chiede la pace raccontando ricordi d’infanzia: lui bambino con la carriola e intorno una spirale di parole scritte a mano.

E ancora, la stampa a pigmenti su carta cotone di Matteo Basilè, “Thisumanity#39”, che ritrae una donna sofferente con un drappo bianco sul capo. Evocazione di tutte le donne, anonime come quelle che vediamo nelle immagini dei notiziari che ci riportano la strage ma anche sante per il solo fatto di provare il dolore incommensurabile della perdita di un figlio.
Artists for Gaza” di Eleonora Sgaravatti non è solo una pagina Instagram. È un progetto che mette in rete persone, sensibilità, umanità, sentimenti. Artisti e associazioni umanitarie che operano a Gaza compaiono insieme per dare un aiuto concreto alle vittime. Attraverso l’arte. Senza altro investimento che il tempo da dedicare, quello degli artisti coinvolti e quello di Eleonora Sgaravatti, senza alcun profitto.

Funziona così: sulla pagina Instagram “Artists for Gaza 25” sono esposte le opere in vendita di oltre un centinaio di artisti donatori, per lo più italiani, con prezzo esposto, e una serie di associazioni umanitarie a cui effettuare il bonifico dell’acquisto dell’opera donata. Chi compra l’opera scelta dona direttamente all’associazione ricevendola a casa. Solo allora compare nel post la scritta “Sold!” sull’immagine dell’opera e nelle storie la ricevuta del bonifico effettuato. In piena trasparenza. Sono diverse le associazioni beneficiarie, da “Medici senza frontiere” a “Emergency”, da “Un ponte per” a “Gazzella onlus” e “Gaza water project”. Grandi e piccole organizzazioni che operano sul territorio e hanno bisogno di risorse per comprare cibo per gli sfollati, dove un chilo di zucchero costa, se si trova, fino a 40 dollari.

Come nasce questa pagina Instagram? “A marzo del 2024 – ricorda Sgaravatti, romana di 45 anni, madre di tre bambine – mi sono resa conto che non riuscivo più a stare con le mani in mano di fronte a tanta sofferenza di civili palestinesi massacrati. Pensavo alle madri con in braccio i loro figli senza vita e mi chiedevo cosa potessi fare”. La consapevolezza di un racconto filtrato: “Provavo anche un forte sgomento per la narrazione mainstream, che in qualche modo copriva a livello mediatico il genocidio. Allora ho deciso di cominciare ad agire”. Cosa fare, come reagire? “Avevo già tanti contatti con artisti perché avevo gestito uno spazio espositivo e allora ho deciso di coinvolgerli. Il resto è venuto da sé, come una catena corale”.

Più di cento hanno aderito donando opere pittoriche, disegni, sculture, fotografie. Alcune a tema, altre dal repertorio che avevano voglia di donare. Rivela: “Ho creato una pagina Instagram e le ho esposte tutte taggando anche le varie associazioni umanitarie, che in questo momento subiscono il blocco degli aiuti e hanno bisogno di risorse”. Il 16 giugno 2024 il primo evento. La Città dell’Altra Economia, nell’Ex Mattatoio di Testaccio a Roma, ha ospitato “Artists for Gaza”, la prima mobilitazione artistica per sensibilizzare sulla questione palestinese dove sono state esposte le opere donate. Autofinanziato, senza sponsorizzazioni, frutto solo dell’impegno personale e della passione di tutti. Tanto che gli artisti hanno donato le opere decidendo di abbassare i prezzi così da generare più ricavi per le associazioni operanti a Gaza.

Poi il resto è proseguito su Instagram. Finora sono stati raccolti e donati alle associazioni 25mila euro, ma la rete si sta ampliando al grido di solidarietà di “Artists for Gaza 25”. Il costo delle opere esposte va dai 50 euro fino agli 8mila di Luigi Ontani, per una scelta che spazia fra 150 proposte. “Non avevo budget nemmeno per creare un sito – racconta l’ideatrice del progetto – Perciò ho dovuto appoggiarmi a ciò che non richiede investimento. Ma sono fiera di contribuire all’aiuto concreto e alla sensibilizzazione di questo orrore che scorre accanto a noi”. Il suo viaggio è appena cominciato: “Non è vero che i singoli non possono nulla“.

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Il Fatto Quotidiano

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