Arte e storia sul Tevere: dieci ponti da vedere a Roma
- Postato il 19 novembre 2025
- Idee Di Viaggio
- Di SiViaggia.it
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Roma dal Tevere, attraverso i suoi ponti, in un mosaico di epoche che si specchia nel fiume pigro e millenario. È questa la proposta di itinerario per conoscere la capitale in maniera insolita, camminando in tranquillità tappa dopo tappa. Perché i ponti non sono semplici passaggi, ma capitoli di storia, che ci riportano l’impegno e il lavoro di illustri personaggi che hanno sfidato le acque.
Camminarci sopra è come sfogliare un libro antico, dove ogni arco racconta un’epoca – dal marmo repubblicano ai ferri moderni – e invita a fermarsi, con il vento che porta echi di mercati e preghiere. Nel Giubileo 2025, questi collegamenti diventano quasi pellegrinaggi laici, passi verso la speranza che unisce, tra sampietrini lucidi e tramonti dorati che tingono il cielo di rosa.
Da quelli storici, come il Ponte Fabricio del 62 a.C., intatto e sussurrante di riti romani, ai rinascimentali di Bernini, carichi di angeli drammatici, i ponti di Roma attraversano duemila anni. Sono testimoni di conquiste e amori, di mercati fluviali e processioni sacre, dove il Tevere ha visto cadere imperi e nascere poesie. Oggi, i moderni come il Ponte della Musica aggiungono note contemporanee, con scale che invitano a danzare tra street art e concerti, un ponte tra antico e futuro che Roma ama tanto.
Percorrerli significa sentire il battito della città, il rumore dei passi sul marmo e il riflesso delle cupole. Sono decine in tutto, ma dieci bastano a catturare l’essenza: pronti a un itinerario che vi farà innamorare (di nuovo) della Città Eterna? Iniziamo dal più antico, e lasciamo che il fiume ci guidi.
Ponte Milvio (206 a.C.)
È il ponte “decano” di Roma, teatro della battaglia di Costantino nel 312 d.C. Ponte Milvio, costruito nel 109 a.C. dal censore M. Emilio Scauro, è erede di un ponte in legno che già nel 207 a.C. vide messaggeri sfrecciare con notizie di vittorie contro Asdrubale. Strategico sulla Via Flaminia, sbarrava l’accesso a Roma dal nord e dall’est, difendendo la città durante la guerra gotica del 536.
Restaurato nel 1149, 1336 e 1429 dal Comune, nel 1805 Giuseppe Valadier lo rese eterno. Tolse, infatti, i ponti levatoi, eresse archi in muratura e una torretta neoclassica, evocando l’arco augusteo. Nel 1849, i garibaldini lo sfregiarono contro i francesi, lasciando una lapide a memoria. Oggi, pedonale e illuminato, è il regno della movida. Soprannominato “Mollo” per un crollo medievale, sussurra storie di battaglie e baci sotto il cielo romano.
Ponte Rotto o Ponte Emilio (179 a.C.)
Era il 193 a.C. quando, a causa di un’inondazione del Tevere il vecchio Ponte Sublicio in legno , fu spazzato via. Questo evento spinse alla costruzione di un ponte più resistente in muratura. Marco Emilio Lepido era censore nel 179 a.C. quando iniziò a occuparsi del progetto ma i lavori andarono avanti per ben 37 anni, concludendosi solo nel 142 a.C. Il Pons Aemilius fu il primo ponte romano tutto in pietra e dal 1144, dopo un restauro civico, prese il nome di Ponte dei Senatori.

La sua posizione sul fiume era particolare, dal momento che disposto obliquamente rispetto al corso d’acqua, cosa che lo rendeva facile preda delle acque. Inondazioni colpirono nel 280 d.C. e nel 1422; e ancora, ne arrivarono altre nel 1450 e nel 1557 fino al crollo quasi totale nel 1598. Da allora cambiò nome in Ponte Rotto.
Da fine Ottocento una struttura metallica lo collega alla riva sinistra e oggi è visibile un solo arco superstite coperto di erbacce e capperi che crescono selvatici. Questa porzione è ben visibile dall’isola Tiberina e mantiene un alto valore simbolico oltre che storico. Si raggiunge facilmente con la Metro B fermata Circo Massimo oppure con il bus numero 75.
Ponte Fabricio e Ponte Cestio (Ponte dei Quattro Capi) (62-46 a.C.)
Unico ponte dell’antichità intatto, Ponte Fabricio è il più antico ponte romano ancora in uso. Fu costruito nel 62 a.C. dal curatore delle strade Lucius Fabricius, come incise a caratteri cubitali sulle arcate di travertino. Sostituto di un ponte in legno del 192 a.C., collega il Lungotevere De’ Cenci all’Isola Tiberina, formando con Ponte Cestio un duo gemello verso Trastevere. Conosciuto anche come Ponte dei Quattro Capi per la leggenda di quattro architetti decapitati sotto papa Sisto V – le cui teste marmoree vegliano unite in un blocco – il ponte è un guardiano di storie.

Si tratta della Torre della Pulzella che, con il volto di una nobildonna medievale imprigionata per amore, aggiunge mistero. Ponte Cestio, eretto da Lucio Cestio (fratello del costruttore della Piramide), noto come “ponte ferrato” per le mole ancorate, fu restaurato nel 1888-1892, demolendo archi laterali per i muraglioni del Tevere.
Ponte Sant’Angelo (134 d.C.)
Accesso privilegiato – e monumentale a Castel Sant’Angelo –, l’omonimo ponte congiunge Piazza Sant’Angelo e il Lungotevere Vaticano. A caratterizzarlo la sua maestosità tanto da essere menzionato nientemeno che da Dante nell’Inferno. La sua costruzione risale al 134 d.C. per volontà dell’imperatore Adriano che voleva poter accedere facilmente al suo mausoleo e ne affidò il progetto all’architetto Demetriano. La sua solidità è leggendaria: nessuna piena del Tevere l’ha mai travolto.
Sotto papa Gregorio Magno assunse il nome attuale mentre Clemente VII nel 1535 vi pose le statue di Pietro e Paolo. Il tocco barocco arrivò, poi, con Clemente IX: tra 1667 e 1670, Bernini scolpì i dieci Angeli con gli strumenti della Passione, alla maniera di guardiani drammatici che guidano verso il Castello. Tra le storie che si raccontano, si dice che di notte il fantasma di Mastro Titta, boia del XIX secolo, offra tabacco ai passanti.

Ponte Sisto (1478)
Ponte Sisto, cuore romantico del Tevere, ha radici che affondano nell’antica Roma. Ricostruito nel 1475 da papa Sisto IV per l’Anno Santo, sostituì un ponte romano – forse del II secolo d.C., noto come Aurelius o Janiculensis – devastato dall’inondazione del 792. L’architetto Baccio Pontelli lo modellò con quattro arcate, incorporando resti antichi e una curvatura “a schiena d’asino” che lo rendeva sicuro e elegante, collegando Trastevere a Via Giulia.
Oggi, pedonale, è il regno dei tramonti: viola e arancio che accendono la cupola di San Pietro, con l’“occhialone” centrale che misura le acque come un occhio antico. Vicino a Piazza Trilussa, vibra di vita notturna, tra musicisti e gelati, ma conserva un velo di mistero. Da attraversare al crepuscolo, e lasciare che il fiume racconti storie d’amore e redenzione.

Ponte Nomentano (1870, origini romane)
Ad arco sul fiume Aniene, è un baluardo di storia lungo la Via Nomentana, nel quartiere verde di Monte Sacro. Eretto in età repubblicana, fu ricostruito dopo l’invasione di Totila (VI secolo) e fortificato nell’VIII secolo da papa Adriano I con torri ghibelline, rinforzate nei XII-XIII secolo. Molte sono le leggende che lo coinvolgono, una delle quali lo vede testimone di un incontro tra Carlo Magno e Leone III nel IX secolo. E non mancano i conflitti, come l’occupazione di Niccolò Fortebraccio nel 1433.
Nel 1532 divenne una dogana fino alla distruzione nel 1849 durante l’invasione francese. Fu restaurato nel 1856 e venne definitivamente chiuso al traffico nel 1997 per sicurezza e reso pedonale dal 2002.
Ponte Mazzini (1908)
Ponte Mazzini, inaugurato nel 1908, onora l’eroe del Risorgimento. Inizialmente Gianicolense, per la vicinanza al Gianicolo, collega Via della Lungara a Via Giulia, fronteggiando Regina Coeli. La sua struttura in ferro e pietra è simbolo di transizione, tra antichità e moderno.

Il Ponte Giuseppe Mazzini sul fiume Tevere di notte
Ponte Tazio (o Ponte del Risorgimento, 1911)
Ponte Tazio, eretto nel 1922 lungo la Via Nomentana a Montesacro, scavalca l’Aniene unendo il quartiere residenziale – con i suoi viali alberati – al cuore della città. Intitolato a Tito Tazio, re sabino leggendario alleato di Romolo, è un accesso essenziale all’antica consolare che portava a Nomentum.
Ponte Marconi (1953)
Ponte Marconi, iniziato nel 1937 in omaggio allo scienziato scomparso proprio quell’anno, è il colosso del Tevere, il più lungo di Roma con i suoi 235 metri. Completato nel 1955, congiunge Trastevere all’EUR, facilitando i flussi tra Portuense, Ostiense e Via Colombo, con la sua struttura a trave Gerber e 32 metri di larghezza: quattro corsie per senso, parapetti in travertino. Rimodernato nel 1975, è un capolavoro razionalista nato da un progetto anteguerra per l’espansione meridionale della città. A monte si trova l’area archeologica delle Darsene di Pietra Papa, forse un porto romano (I sec. a.C.-II d.C.) attracco di Cleopatra.
Ponte della Musica (2011)
Il Ponte della Musica è stato inaugurato nel 2011 ed è un capolavoro contemporaneo che unisce Flaminio a Prati. Progettato da Buro Happold, Kit Powell-Williams e Carlo Lotti, con esecuzione di Mattioli e Maeg Costruzioni, collega l’Auditorium Parco della Musica, il MAXXI, Villa Glori e il Teatro Olimpico al Foro Italico, Monte Mario, il Museo del Genio e l’Auditorium Rai.

Lungo 190 metri e largo 22, in acciaio e cemento armato, ha due archi ribassati inclinati che sorreggono l’impalcato, separando la corsia centrale (per ciclisti e mezzi pubblici ecologici) dai percorsi pedonali in legno di bangkirai. Intitolato ad Armando Trovajoli nel 2013, è pedonale e ciclabile, con isolatori sismici per garantirne la massima sicurezza.