Arriva al cinema il film sul “re del cashmere” Cucinelli. Il regista è un premio Oscar
- Postato il 7 dicembre 2025
- Cinema & Tv
- Di Artribune
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C’è un gesto di coraggio insolito in Brunello, il visionario garbato, il documentario in cui Giuseppe Tornatore racconta la vita di Brunello Cucinelli. È lo stesso imprenditore a rivendicarlo con ironia: “Ho visto tanti documentari che avrebbero fatto rigirare nella tomba i protagonisti. Allora ho pensato: meglio raccontarsi da vivi, con sincerità”. Da qui nasce il progetto di un’opera che attraversa infanzia, ambizioni, fallimenti, visioni e quel sentimento di tenerezza che da sempre accompagna l’immaginario di Cucinelli.
Il documentario dedicato a Brunello Cucinelli diretto da Giuseppe Tornatore
Tornatore ammette che all’inizio l’idea lo lasciò tiepido: “Non sapevo quasi nulla di lui. Mi chiedevo: che storia posso raccontare?”. Poi, una rivelazione inattesa: scoprire che da giovane Cucinelli frequentava i tavoli da gioco. “Mi ha colpito subito. Il gioco di carte è un mondo pieno di strategie, di azzardi, di intuito. Ho pensato: forse la sua vita è simile a una partita, e lì ho trovato la chiave del film”, racconta il regista. Il rapporto tra i due si costruisce con calma, a intermittenza, nel corso di due anni di riprese discontinue. Cucinelli, divertito, osserva: “Mi sono comportato da ‘morto’, come mi chiedeva Tornatore: non ho mai interferito. Ho lasciato che fosse lui a guardarmi, a interpretarmi”. Il regista conferma: “Non ha mai chiesto di vedere un girato o di correggere nulla. È stato un soggetto ideale”.

Brunello Cucinelli: il ritorno alle origini raccontato anche dalla musica di Nicola Piovani
Uno dei momenti più intensi arriva quando Cucinelli torna nella casa dove è nato, acquistata appositamente per realizzare il film. “Quando ho aperto la porta, il tempo è tornato indietro. Ho sentito la voce di mio padre, ho rivisto mia madre. È stato un tuffo nell’anima”, confessa l’imprenditore. Tornatore costruisce intorno a questa scena un equilibrio delicato tra memoria e narrazione, lasciando spazio alle immagini per respirare. Il documentario è accompagnato dalla musica di Nicola Piovani, che coglie immediatamente la cifra dell’opera: “Cucinelli è un uomo in cui convivono il quotidiano e l’epico. La sua semplicità non cancella la sua visione. In musica ho cercato questo contrasto: la luce dei sogni e la concretezza del lavoro”. Così le note diventano un filo invisibile che cuce insieme l’ascesa dell’imprenditore e il suo sogno di un “capitalismo umanistico”.

Brunello Cucinelli: un uomo che ha sempre creduto nei sogni
Tra gli aspetti più contemporanei del film c’è il messaggio ai giovani, che Tornatore considera centrale: “La sua storia è utile perché non è un racconto lineare di successo. È il racconto di un ragazzo che non sapeva cosa fare, che ha sbagliato, che ha vagato. È un esempio di come il destino si illumini solo quando si smette di imitarlo e si inizia a costruirlo”.
Ed è forse questo che Brunello, il visionario garbato restituisce meglio: l’idea che dietro l’immagine internazionale del “re del cashmere” ci sia un uomo che ha sempre creduto nella forza creativa dei sogni. “La vita è poesia o non è”, dice Cucinelli, e il film sembra rispondere che, quando la poesia incontra il lavoro, diventa destino.
Margherita Bordino
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