Arrestata “La Nera” regina della Barona a Milano, gestiva gli spacciatori travestiti da rider e aveva clienti “importanti”
- Postato il 30 ottobre 2025
- Cronaca Nera
- Di Il Fatto Quotidiano
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Era lei, una donna, secondo la procura di Milano, a reggere le redini del traffico di droga legato al clan Calajò nel quartiere della Barona. Katia Adragna, 46 anni, conosciuta come “la Nera”, è stata arrestata insieme ad altre diciotto persone nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano e condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri e dalla Polizia Penitenziaria.
Secondo quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla giudice per le indagini preliminari di Milano, Mariolina Panasiti, su richiesta dei pm della Dda Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco, Adragna avrebbe diretto una “specifica cellula” dell’organizzazione malavitosa, denominata “la Nuova Barona”. Una struttura nata per garantire la continuità del business della cocaina dopo gli arresti, avvenuti tra il 2023 e il 2024, dei vertici del clan Calajò — tra cui Nazzareno e Luca, attualmente detenuti nel carcere di Opera.
Dalle intercettazioni ambientali effettuate in carcere, gli inquirenti hanno ricostruito come “la Nera” avesse assunto la guida operativa del gruppo, coordinando un esercito di spacciatori che, per mimetizzarsi, si travestivano da rider e venivano chiamati nei dialoghi “Glovo”. La donna, secondo gli inquirenti, riceveva ordini direttamente da Luca Calajò e gestiva personalmente i contatti con i clienti, oltre a occuparsi della divisione dei compiti tra i vari membri: dall’approvvigionamento della droga al confezionamento, dal trasporto alla distribuzione.
Le basi logistiche dell’organizzazione erano due appartamenti, in via De Pretis e in via Lope de Vega, dove si rifornivano gli spacciatori. Durante una perquisizione del 26 aprile 2023, gli investigatori hanno trovato un quaderno rosso e un’agenda nera appartenenti ad Adragna: vere e proprie “contabilità del narcotraffico”, con nomi in codice, quantità di droga, pagamenti — anche tramite ricariche Postepay — e compensi per i corrieri, spesso pagati in contanti o in dosi di cocaina.
Nelle conversazioni intercettate, “la Nera” emerge come una figura pragmatica e autoritaria: contraria a qualsiasi sconto sul prezzo della droga. E diceva: “Io ci mangio di questo! È per portare da mangiare alla mia famiglia!”. Il suo ruolo centrale, secondo gli inquirenti, era anche quello di incassare i proventi per conto di Luca Calajò. Tra gli arrestati figurano altre quattro donne, tra cui Federica Mastrapasqua, considerata una delle figure di fiducia di Adragna. Avrebbe avuto il compito di procacciare clienti e gestire il “punto vendita” di via Lope de Vega, coordinando trasporto, stoccaggio e confezionamento della cocaina.
Adragna avrebbe avuto tra i suoi contatti “dei clienti ‘importanti’, che indicava essere avvocati, giudici, politici”. In particolare, risulta che il fratello della 46enne, intercettato mentre parlava nella sua auto con la fidanzata, spiegava che la sorella “aveva eliminato, nell’ottobre 2024, dopo la spedizione dell’avviso di conclusione indagini nei confronti di alcuni personaggi a lei vicini” tutti “i contatti presenti nella rubrica del suo telefono, ad eccezione dei contatti dei clienti ‘importanti'”, in quanto “avrebbero potuto tornare utili”. Intercettato il fratello della 46enne diceva: “… ma perché sopra c’ha gli avvocati, politici quindi c’ha tutte persone che a noi ci possono servire”.
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