Armieri, agricoltori e cacciatori: nel libro “L’ultima trappola” l’operazione politico-culturale della destra per favorire le lobby
- Postato il 2 novembre 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Cosa unisce gli armieri, gli agricoltori e i cacciatori? E, soprattutto, cosa c’entrano il governo Meloni e, più in generale, i partiti di centrodestra (con una significativa eccezione, come vedremo più avanti)? Ne L’ultima trappola, edito da People (14 euro, 126 pp.), Michele Gualano annoda tanto i fili ideologici quanto gli interessi politico-economici che legano una larga fetta della politica italiana – decisamente maggioritaria in questo periodo storico – alle lobby che ruotano intorno al mondo agricolo e a quello venatorio. E lo fa con cognizione di causa dal momento che attraverso l’Enpa (di cui è capo ufficio stampa) frequenta i palazzi romani dove vengono prese le più importanti decisioni che impattano sulla (non)tutela dell’ambiente e della biodiversità.
E spiegare gli intrecci tra i partiti al governo, Francesco Lollobrigida, Coldiretti, la Fondazione UNA (Uomo, Natura e Ambiente) e il Comitato Nazionale Caccia e Natura ha un certo valore. Perché sono esattamente gli intrecci che muovono la politica (vale a dire, il legislatore) e perché, in genere, sono le classiche questioni “da addetti al settore”. Fondamentali sì, ma che per molteplici ragioni si sceglie di non raccontare e di cui, di conseguenza, l’uomo o la donna di strada restano all’oscuro. Su le mani, per esempio, di chi ha familiarità con Agrivenatoria Biodiversitalia, o con le già citate Fondazione UNA e CNCN. Sono poche, scommetto. Eppure Gualano rende semplici le connessioni tra tutti questi mondi.
Coldiretti, in cima alla piramide, col suo presidente Ettore Prandini, che muove i fili del ministero dell’Agricoltura e indirizza – per usare un eufemismo – le politiche di Meloni e di Lollobrigida in tema di agricoltura, caccia (e ambiente). Tanto per dire: il capo di gabinetto di Lollobrigida è l’ex capo area legislativo e rapporti istituzionali di Coldiretti, Raffaele Borriello. Accanto all’associazione degli agricoltori, c’è UNA, guidata da un uomo di sinistra, Maurizio Zipponi: ex Rifondazione comunista, Sel e consulente della Beretta spa. Chi c’è dietro UNA? Federcaccia, ArciCaccia, Ente Produttori Selvaggina, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e Comitato Nazionale Caccia e Natura. In pratica, come sintetizza Gualano, UNA “è il think thank dei cacciatori”. Tanto che dalle associazioni venatorie viene finanziata per le proprie attività (principalmente di comunicazione). E arriviamo proprio a CNCN, il comitato degli armieri: tra gli associati ci sono Beretta, Benelli, Fiocchi, Perazzi, Nobelsport Italia e la Adinolfi srl (che vende prodotti legati alla caccia). CNCN, dunque, “è il think thank degli armieri, dell’industria”. CNCN inoltre, insieme alle associazioni venatorie già presenti in Una, fa parte della “Cabina di regia del mondo venatorio” e finanzia generosamente UNA (nel 2023, tanto per fare un esempio, per mezzo milione di euro).
In sintesi: “Gli armieri (CNCN) finanziano le attività di comunicazione dei cacciatori (Fondazione UNA) e tutti collaborano con gli agricoltori (Coldiretti)”. Per fare che cosa? Difendere e promuovere “la filiera delle armi, la trasformazione e lo sviluppo delle aziende faunistiche, il mercato della carne degli animali selvatici”. Ovviamente è tutto legittimo. Se non fosse che “per far quadrare tutti questi interessi nel migliore dei modi, occorre far passare una visione privatistica della fauna. E, quindi, orientare e declinare la ‘tutela degli animali’ prevista dall’articolo 9 della Costituzione“. E uno dei modi – forse il principale, che ilFattoQuotidiano.it denuncia da anni – è quello di ridurre la fauna selvatica a mero oggetto da sfruttare per gli interessi economici di una piccola – ma molto potente – fetta di società. E qui entra in gioco la figura del cacciatore, promosso a “paladino della natura”.
Sotto questa chiave di lettura è semplice comprendere gli sforzi del governo e del centrodestra (attenzione perché, come abbiamo visto, esiste una certa sensibilità anche a sinistra) per liberalizzare la caccia. Del tentativo del 2024, col ddl Bruzzone, abbiamo scritto ampiamente (qui, per esempio) e lo abbiamo fatto – prima degli altri – anche quest’anno, prima che il ddl Malan diventasse tale (inizialmente ci si aspettava un collegato alla legge di Bilancio), e con gli emendamenti che per ragioni di tempistiche non troverete nel libro. Naturalmente ne L’ultima trappola leggerete l’analisi del disegno di legge, che viene visto come “simbolo” della politica che vuole “subordinare le politiche ambientali a logiche di consenso elettorale e di profitto“. Consigliatissimo il contributo dell’attore e attivista Massimo Wertmüller, intitolato Il condominio del mondo: parole che sono ossigeno, e che ci riportano in una dimensione sana, di equilibrio e di non-violenza con tutto ciò che ci circonda. “Quel mondo che non dovrà ammazzare più nessuno per alimentarsi sarà sempre un mondo più civile di quello che continuerà a farlo”.
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