Argentina, dietro il successo di Milei la briglia all’inflazione. L’esperto: “La più bassa degli ultimi sei anni”

  • Postato il 28 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“È iniziata una nuova Argentina”, ha affermato il presidente Javier Milei parlando del risultato ottenuto alle elezioni legislative con cui è stato parzialmente rinnovato il Congresso. Il partito di governo La Libertad Avanza è emerso come la prima forza politica a livello nazionale: ha ottenuto quasi il 41% delle preferenze, imponendosi nei principali distretti elettorali del Paese e superando il peronismo che si è fermato al 32%. La Libertad Avanza aumenterà così i suoi seggi nella Camera dei deputati e in Senato a partire da dicembre, quando inizierà la seconda metà del mandato presidenziale. “È una consacrazione storica del nostro programma”, ha aggiunto celebrando i risultati che, per sua stessa ammissione, hanno finito per sorprenderlo.

Nessuna indagine pre-elettorale era riuscita a prevedere una vittoria con queste percentuali. Il “leone”, come si fa chiamare dai sostenitori, è arrivato al voto nel mezzo di una profonda crisi che stava minando la sua immagine, oltre che la stabilità dell’esecutivo. A settembre la pubblicazione di alcuni audio aveva mostrato un presunto sistema di tangenti che coinvolgerebbe Karina Milei, sorella del presidente e tra le persone più influenti dell’entourage intimo del leader ultraliberista. Poco prima dell’appuntamento elettorale, La Libertad Avanza aveva perso il suo candidato di punta: José Luis Espert aveva rinunciato alla corsa perché accusato di avere avuto legami con un narcotrafficante.

“Negli ultimi mesi ci sono stati diversi scandali che hanno rivelato casi di corruzione. L’immagine del governo era deteriorata. Eppure l’esecutivo è riuscito a mantenere i suoi elettori”, spiega al FattoQuotidiano.it Martin Kalos, docente di economia presso l’Università di Buenos Aires (UBA) e direttore di Epyca Consultores. “Succede per una motivazione fondamentale. Il governo ha adempiuto alla promessa di mettere in ordine la macroeconomia e ridurre l’inflazione che, negli ultimi sei mesi, si è stabilizzata al 2% mensile. È la più bassa degli ultimi sei anni: è un risultato che il governo presenta come un suo successo. Questo gli permette di dire che continuerà a ridurla anche in futuro”.

Quando era arrivato alla Casa Rosada nel dicembre 2023, Milei aveva dichiarato che avrebbe risanato l’economia dell’Argentina. In quasi due anni di mandato, ha adottato un drastico aggiustamento fiscale che ha portato, tra le sue misure, a una drammatica riduzione delle attività dello Stato: ha chiuso ministeri, licenziato 50mila dipendenti pubblici e ridotto i programmi in sostegno di chi vive in condizioni di fragilità e marginalità. Se è riuscito a ottenere alcuni obiettivi a livello macro-economico, come il primo surplus di bilancio in oltre un decennio, c’è stato il rovescio della medaglia: il calo del reddito reale, in particolare dei pensionati e dei dipendenti pubblici, la diminuzione dei consumi e la stagnazione delle attività produttive.

Nonostante ciò, gli analisti sottolineano come ad essere apprezzato sia il cambiamento di paradigma che Milei ha adottato in economia. “Abbiamo attraversato tempi difficili e abbiamo dovuto tirare la cinghia, ma sono certo che a breve arriveranno risultati migliori anche nella nostra vita di tutti i giorni. C’è bisogno di tempo per concretizzare un cambiamento e io ho fiducia nella sua realizzazione. Continuo a sostenere La Libertad Avanza perché apprezzo le sue politiche economiche. Le considero le più adatte ai tempi che stiamo vivendo. Stanno definendo l’Argentina del futuro”, commenta Francisco Bertelloni, docente universitario oggi in pensione. “Il modello dello Stato sociale assistenzialista non funziona più”.

Al voto Fuerza Patria, coalizione che riunisce diverse correnti del peronismo, è arrivato senza un programma innovativo o personalità di spicco, diviso internamente dagli scontri tra l’ex presidente Cristina Fernandez de Kirchner, ora agli arresti domiciliari, il governatore Axel Kicillof e l’ex ministro dell’economia Sergio Massa. “La vittoria dei libertari deve essere attribuita al rifiuto che una parte significativa della cittadinanza nutre verso l’ultimo governo peronista. Questo voto manifesta un giudizio, ancora fortemente critico, nei confronti di come ha gestito l’economia negli ultimi anni”, spiega l’analista politico Juan Courel. Significativo che nella provincia di Buenos Aires che è la più grande e popolosa dell’Argentina, dove risiede quasi il 38% degli elettori del Paese, abbiano vinto il partito di Milei. Solo a settembre nelle elezioni locali, La Libertad Avanza aveva perso contro il peronismo di quasi 14 punti percentuali. Ma adesso la destra ha ribaltato la sconfitta ottenendo il 42,45% dei voti, rispetto al 40,91% di Fuerza Patria. “Gli elettori che sostengono il presidente si sono espressi in modo netto. Hanno percepito come una minaccia il ritorno di una soggettività politica che è la più lontana possibile dalle loro preferenze”, conclude Courel.

La Libertad Avanza ha ottenuto 64 seggi nella Camera dei deputati e 13 in Senato. Sommandoli ai seggi che già possedeva, si trova ora in una posizione di forza per blindare i veti presidenziali e proseguire con il suo programma economico. Non si tratta solo dell’approvazione della nuova legge di Bilancio, ma anche di realizzare le riforme che Milei definisce di “seconda generazione” come la modifica dei regimi fiscali, del sistema previdenziale e del mercato del lavoro. Il presidente di destra si è detto disponibile a stringere accordi, mostrando un’apertura al dialogo che era stata assente negli ultimi mesi. “Ora ho bisogno di una controparte politica per portare avanti le riforme che mancano”, ha dichiarato Milei in un’intervista a A24. Ha guardato anche più in là, parlando di una possibile ricandidatura come presidente: “Avrò altri due anni. Se gli argentini vorranno, sei anni: il mio obiettivo è lasciare l’Argentina sulla strada che la renda di nuovo grande”.

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