“Anoressia di mezza età (e oltre)”: oggi anche le donne over 60 lottano contro i disturbi del comportamento alimentare, tra chili persi e calorie contate

  • Postato il 18 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Non più giovani ma sempre magrissime. Anzi, più magre che mai. Qualche predicatore nel deserto lo va dicendo da un pezzo che l’ossessione per la magrezza è uno dei grandi mali del nostro tempo e oggi la faccenda riguarda sì gli adolescenti, che si trovano di fronte immagini di esseri ossuti e filiformi e la scambiano per bellezza, ma anche gli adulti. Lo scorso luglio Abby Ellin scriveva sul New York Times un pezzo dal titolo “Anoressia di mezza età (e oltre)” perché “oggi sono donne tra i 60 e i 70 anni che lottano contro l’anoressia nervosa fin dall’infanzia o dall’adolescenza. Decenni dopo, le loro vite sono ancora regolate da calorie ingerite, miglia percorse, vasche nuotate, chili persi“.

Il quotidiano statunitense cita uno studio pubblicato nel 2017 sulla rivista BMC Medicine nel quale i ricercatori rilevavano che oltre il 15% di 5.658 donne intervistate soddisfacevano i criteri per un disturbo alimentare nell’arco della vita, quando si trovavano tra i 30 e i 40 anni. Poi però lo stesso studio è stato revisionato e l’età è salita: tra le donne sopra i 40 anni con diagnosi piena di disturbo alimentare, la prevalenza variava tra il 2,1% e il 7,7% (tra gli uomini, meno dell’1%). La psicologa Margo Maine ha spiegato che è “molto raro che i disturbi del comportamento alimentare compaiano del nulla” e dunque si tratta spesso di disturbi mai trattati o trattati male in giovane età.

Se è vero che per le donne di mezza età e oltre di oggi tocca tornare agli anni ’80, quando dei DCA si sapeva e si diceva poco, che ne sarà dei futuri esseri umani di mezza età? All’Ospedale Bambino Gesù, dal 2019 al 2024, le diagnosi pediatriche di DCA sono salite di circa il +64%, in particolare anoressia e ARFID (+68% e +65%). Complessivamente, in Italia oltre 3 milioni di persone sono affette da DCA, con circa il 30% dei nuovi casi in età <14 anni, e alcuni addirittura a 6–7 anni. Se non curati, il percorso è chiaro. E a complicare le cose ci si sono messi l’Ozempic e i suoi fratelli che quando usati per fini puramente estetici danno risultati in tempi brevi ma non senza controindicazioni, anche evidenti: persone improvvisamente molto magre e molto invecchiate. Inutile dire, poi, che sui social un solo corpo viene celebrato, quello magro. Le vip anche nostrane che sfoggiano corpi snelli purchessia non si contano, nessuna (o quasi) con un briciolo di consapevolezza sull’importanza del ruolo.

Tornando a quanto a lungo di trascinino i disturbi alimentari, nel suo Slip: Life in the Middle of Eating Disorder Recovery, Mallary Tenore Tarpley, professoressa di giornalismo all’Università del Texas ad Austin, ha intervistato oltre 700 persone — donne, uomini e persone trans — tra i 18 e i 78 anni con disturbi alimentari: “Molte delle donne più anziane con cui ho parlato hanno raccontato di non aver mai ricevuto cure adeguate — o alcuna cura — quando erano giovani”. Oggi i medici iniziano a osservare le conseguenze a lungo termine di queste patologie sui corpi invecchiati: osteoporosi, artrite, problemi dentali, malattie cardiache. “Il mio timore è che siamo tragicamente impreparati ad assistere queste pazienti”, ha detto al NYT afferma Craig Johnson, consulente senior all’Eating Recovery Center di Denver. Considerato che i DCA sono oggi in aumento persino in età pediatrica e che non sempre diagnosi e cura sono tempestive, che succederà in futuro?

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