Animali morti, pochi controlli e rischi sanitari: questo accade sui camion carichi di agnelli per la Pasqua
- Postato il 18 aprile 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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di Chiara Caprio, responsabile rapporti istituzionali
Con l’avvicinarsi della Pasqua, Essere Animali — insieme ad Animal Welfare Foundation, Animals’ Angels ed ENPA — è tornata sulle autostrade italiane per documentare e denunciare le irregolarità nel trasporto di agnelli vivi destinati a finire sulle tavole di italiani e italiane.
In passato le attività di monitoraggio dei camion si sono concentrate soprattutto sul confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, da cui transita la maggior parte degli agnelli importati in Italia. Quest’anno tuttavia la Romania, uno dei maggiori esportatori, ha bloccato i viaggi di ovini verso gli altri paesi Ue a causa della diffusione della peste ovina. Per questo motivo le attività delle associazioni si sono svolte soprattutto al confine con Ventimiglia, dove passano i camion provenienti da Francia e Spagna, anch’essi tra i principali esportatori di ovini verso l’Italia.
Una volta al confine con Ventimiglia non hanno dovuto attendere troppo per imbattersi in casi problematici. In primis un camion carico di pecore “a fine carriera”, circa 300, dirette a Viterbo. Sul mezzo le pecore non avevano potuto bere per tutto il viaggio perché i beverini erano malfunzionanti, non avevano spazio per sdraiarsi e riposare, erano schiacciate le une contro le altre, con pochissima lettiera e senza spazio sopra la testa affinché potessero muoversi in maniera naturale.
Gli attivisti hanno allertato la polizia e il camion è stato sanzionato soltanto per il malfunzionamento al sistema di abbeveraggio. Anche i veterinari intervenuti hanno accertato delle irregolarità in tema di benessere animale, ma su queste non sono state elevate sanzioni. Il camion è stato alla fine dichiarato inadatto a proseguire il viaggio, gli animali sono stati scaricati e qui purtroppo, secondo la testimonianza di un veterinario, tre pecore sono state soppresse perché in condizioni troppo gravi.
Sempre in Liguria, le associazioni hanno documentato il caso di un camion con a bordo 400 agnelli diretto in Grecia, che si è fermato per la sosta obbligatoria di 24 ore in una stalla autorizzata a Piacenza. Qui ha scaricato gli animali abbandonando uno di loro all’esterno per 17 ore. L’agnellino aveva chiaramente bisogno di cure perché non riusciva a reggersi in piedi, invece è stato lasciato al freddo e alle intemperie, senza che gli attivisti potessero raggiungerlo per aiutarlo. Alla fine è morto dopo una lunga agonia. Similmente, un’altra agnellina è morta durante le operazioni di scarico di questo camion, come raccontato da un veterinario.
In un altro caso, stavolta al confine sloveno, gli investigatori hanno seguito un mezzo per 700 km, segnalandolo alle autorità durante tutto il tragitto, ma nessuno è intervenuto. Nella notte gli animali sono stati scaricati al macello dopo 5 ore di attesa e i veterinari non hanno potuto che constatare la morte a bordo di almeno due animali.
Gli investigatori sono stati anche sui valichi di frontiera a Fernetti e a Gorizia, da dove transitano i camion provenienti dall’Est Europa, e dove quest’anno le autorità hanno allestito dei checkpoint dove svolgere attività di sanificazione dei camion per evitare la diffusione nel nostro paese della peste dei piccoli ruminanti e dell’afta epizootica. Le immagini raccolte dalle associazioni mostrano tuttavia che diversi mezzi non sono stati fermati e sanificati, vanificando le misure di prevenzione e aumentando il rischio di diffusione delle malattie sul territorio nazionale.
Questi controlli e le problematiche riscontrate sono le ennesime lacune dell’attuale legislazione Ue sul trasporto di animali vivi entrata in vigore nel 2005, che deve essere urgentemente modificata. Ogni anno documentiamo i trasporti di agnelli e ovini sulle nostre autostrade, che sono sotto gli occhi di tutti noi. I casi critici non finiscono mai e sono gli animali a pagarne il prezzo più alto. Essere Animali chiede agli eurodeputati italiani e al nostro governo di garantire una normativa europea più chiara, accurata scientificamente ed efficace e di supportare una revisione della normativa ambiziosa.
Serve una riduzione drastica delle ore di trasporto, il divieto dei trasporti verso paesi extra Ue e di quello su lunga distanza, oltre a maggiori protezioni per gli animali vulnerabili e la transizione verso altri metodi produttivi. A Bruxelles abbiamo un’occasione storica per mettere fine alle crudeltà dei trasporti e migliorare le leggi a tutela degli animali.
Aiutaci a chiedere al governo italiano e al Parlamento europeo di fare la propria parte, firma la petizione.
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