Animali in aereo, le nuove regole a bordo e la proposta dell’Enac: in cabina senza più il trasportino
- Postato il 31 luglio 2025
- Gatti, Cani E Altri Animali
- Di Blitz
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L’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) lancia una proposta destinata a cambiare il modo in cui si vola con gli animali: permettere anche agli animali domestici di grossa taglia di viaggiare accanto ai propri padroni, in cabina, e addirittura senza trasportino. Un’iniziativa che inizierà con alcuni voli dimostrativi, ma che punta ad aprire un fronte di discussione su scala internazionale. Non a caso, Enac porterà il tema all’attenzione dell’Icao — l’agenzia dell’Onu per l’aviazione civile — durante la prossima assemblea prevista per settembre, presentando un “information paper”.
Questa proposta nasce dalle nuove linee guida pubblicate a maggio, in cui l’ente guidato da Pierluigi Di Palma ha introdotto un principio innovativo: quello di un “cambiamento culturale prima ancora che normativo”. Nelle parole del presidente Di Palma, “l’intenzione è quella di cambiare paradigma. Generalmente gli animali piccola taglia possono viaggiare in cabina passeggeri in un trasportino idoneo e posizionato sotto il sedile”, ma è arrivato il momento di superare l’idea che “gli animali di taglia superiore siano bagagli” relegati in stiva, spesso “non senza situazioni di malessere”. “Ecco perché è venuto il momento di riportarli su, in cabina, a stare con i loro padroni”.
Sicurezza, regole e reazioni
Il nuovo approccio dell’Enac è accompagnato da condizioni precise: “L’importante è che gli animali viaggino in trasportini idonei, assicurati al sedile (anche sopra, se il modello di aereo lo consente) e collocati vicino al finestrino”. Sono vietati i posti vicino alle uscite d’emergenza, e per garantire il rispetto di tutti, sono previste zone cuscinetto per chi soffre di allergie o non gradisce la presenza di animali. Le compagnie aeree, tuttavia, non sono obbligate ad aderire: chi lo desidera dovrà presentare un piano operativo concordato con i servizi di assistenza a terra.
Non mancano le complessità logistiche. Di Palma spiega che “bisogna fare una valutazione del rischio, per esempio, tra come si potrebbe comportare il cane o il gatto, le allergie eventuali degli altri passeggeri o il loro disagio a stare vicino a un animale”. Spetterà alle compagnie gestire la collocazione, richiedere le dichiarazioni di manleva, e controllare i certificati veterinari.
L’iniziativa ha ricevuto ampi consensi. L’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, plaude all’Enac: “Il nuovo regolamento sancisce ufficialmente che l’animale è elemento della famiglia e non può stare nella stiva di un aereo dove peraltro può anche soffrire”. Aggiunge: “Era da tempo che auspicavamo una mossa del genere, è una richiesta che viene dal Paese”.
Compagnie, costi e prospettive future
Oggi, le compagnie aeree seguono approcci differenti. Le tradizionali sono più aperte — a pagamento — mentre le low cost, tranne poche eccezioni, restano riluttanti. Volotea, ad esempio, consente agli animali fino a 10 chili di viaggiare in cabina, con costi tra 39 e 60 euro. Ita Airways accetta in cabina animali fino a 12 chili a tariffe variabili tra 59 e 230 euro, mentre quelli fino a 75 chili finiscono in stiva a costi fino a 300 euro. Air France e Lufthansa offrono soluzioni simili, ma i prezzi per gli animali in stiva possono arrivare a 400 euro per i voli intercontinentali.
Le low cost come Ryanair, easyJet e Wizz Air, invece, non ammettono animali — fatta eccezione per i cani guida e da assistenza. Brambilla, però, non auspica imposizioni legislative: “Non voglio che venga imposto per legge ai vettori di trasportare gli animali in cabina, è il mercato che decide e regola”. E prevede che anche le low cost si adegueranno: “Capiranno che sarà per loro un’opportunità in più”.
Con la documentazione già consegnata alla Conferenza europea per l’aviazione civile e in attesa della discussione all’Icao, l’obiettivo di Enac è chiaro: portare anche i cani “fuori misura” accanto ai loro padroni, senza trasportino. “Ma sono questioni facili da risolvere — conclude Di Palma —. Il vero ostacolo è la resistenza culturale delle persone, quella va superata”.
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