«Ammalarsi qui è vietato». La Calabria sulla tv francese
- Postato il 25 aprile 2025
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Il Quotidiano del Sud
«Ammalarsi qui è vietato». La Calabria sulla tv francese
Tre storie simbolo di cattiva gestione della sanità calabrese raccontate da una troupe francese in un reportage per la piattaforma Arte.tv
UN ospedale atteso da diciassette anni, un’ordinanza provocatoria di un sindaco che invita i suoi abitanti a non ammalarsi, un uomo di 48 anni che muore per aver atteso tre ore un’ambulanza, dopo essere stato colto da infarto.
LE STORIE RACCONTATE DALLA TROUPE FRANCESE
Sono le tre storie simbolo della sanità calabrese raccontate da una troupe francese della piattaforma Arte.tv, giunta in Calabria nelle settimane scorse. Prima tappa del viaggio di Salvatore Aloïse e Victor Sokolowicz, gli inviati di Arte.tv, è Belcastro, un paese di 1200 abitanti abbarbicato sulle colline del catanzarese.
IL «VIETATO AMMALARSI» DEL SINDACO TORCHIA
Incuriositi dall’ordinanza emanata dal sindaco Antonio Torchia, che in maniera provocatoria ha invitato gli abitanti del suo paese a non ammalarsi per via della mancanza di risposte sanitarie adeguate, i due inviati di Arte.tv provano a saperne di più, intervistando il primo cittadino. «La popolazione di Belcastro è composta perlopiù da anziani – spiega Torchia – Qui la guardia medica funziona a singhiozzo e l’ospedale più vicino è a 50 chilometri: cosa dobbiamo fare in caso di emergenza? Voglio puntare i riflettori su questo dramma, se non avrò le risposte che chiedo presenterò in Procura una denuncia».
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LA TROUPE A BELCASTRO
In giro per Belcastro la troupe incontra due cittadini, Gino Nicoletti e Rosario Mosca. «Siamo in un paesino di montagna, l’ospedale più vicino è a 50 chilometri. Ci dicono che non ci dobbiamo ammalare, ma se siamo colti da infarto o paralisi, che facciamo?». Già, cosa devono fare gli abitanti di un paese senza ospedale? Attendere, devono attendere e sperare di avere una sorte migliore di quella toccata a Serafino Congi, 48 anni di San Giovanni in Fiore, morto lo scorso inverno dopo aver atteso per circa tre ore un’ambulanza giunta da Cosenza.
LA TAPPA A SAN GIOVANNI IN FIORE PER LA MORTE DI CONGI
E San Giovanni in Fiore è la seconda tappa del viaggio tra i luoghi emblematici della sanità calabrese. Qui i due inviati incontrano Caterina Perri, la vedova di Congi, che racconta col cuore trafitto dal dolore la drammatica sorte toccata al marito. «Serafino si è sentito male dopo pranzo – racconta – Siamo andati al Pronto soccorso dove gli hanno assegnato un codice giallo; dopo due ore ci hanno riferito che aveva un infarto in corso ma non poteva essere trasportato in ospedale perché mancava il medico che viaggiasse in ambulanza. L’ambulanza con il medico a bordo è arrivata, ma da Cosenza, tre ore dopo il nostro arrivo al Pronto soccorso. Poco dopo mio marito è morto, sulla lettiga dell’ambulanza». La vedova Congi non si arrende e vuole giustizia, la chiede per le sue figlie rimaste orfane di padre troppo piccole.
IL VIAGGIO TERMINA A PALMI
Il viaggio di Arte.tv termina a Palmi. La “città dell’ospedale inesistente”: così gli inviati hanno definito Palmi che da diciassette anni attende la costruzione dell’ospedale, promessa e programmata ma che ancora oggi è una specie di fantasma. A raccontare la storia dell’ospedale della Piana è Stefania Marino, presidente di Prosalus, l’associazione che da diversi anni fa informazione sull’ospedale e sulla sanità, incalzando la Regione affinché l’opera venga realizzata. «Ogni mese inviamo una documentazione tecnica alla Regione indicando il tempo trascorso dall’avvio della procedura e il danno causato dalla non costruzione dell’ospedale – spiega Marino – Attendiamo che le autorità locali e la Regione sblocchino i fondi e aprano il cantiere».
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