Amici Miei: viaggio tra le vere location del film cult in Toscana
- Postato il 15 agosto 2025
- Luoghi Da Film
- Di SiViaggia.it
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“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione” diceva Il Perozzi parlando del Necchi.
Amici Miei non è solo una delle commedie più amate del cinema italiano, ma anche un autentico tour cinematografico tra angoli iconici e meno conosciuti di Firenze, della Toscana e di alcuni borghi italiani. Diretto da Mario Monicelli nel 1975, il film racconta le vicende di cinque inseparabili amici di mezza età – il barista Necchi (Duilio Del Prete), il giornalista Perozzi (Philippe Noiret), l’architetto Melandri (Gastone Moschin), il nobile decaduto Mascetti (Ugo Tognazzi) e il chirurgo Sassaroli (Adolfo Celi) – che trascorrono il tempo libero architettando scherzi memorabili ai danni di vittime inconsapevoli.
Dove è stato girato
Seguire le location di Amici Miei significa attraversare una Firenze autentica e spesso lontana dai percorsi turistici tradizionali, scoprire borghi dal fascino antico e rivivere scene che hanno fatto la storia della commedia all’italiana. Un viaggio in cui ogni scorcio racconta non solo una gag, ma anche il gusto amaro e poetico dell’amicizia e del tempo che passa.

Firenze come non l’avete mai vista
La città del giglio è la vera co-protagonista del film. Le riprese hanno immortalato non solo i luoghi più famosi, ma anche strade e quartieri meno battuti dal turismo. Un esempio è il bar Necchi, ritrovo fisso del gruppo, che nel film appare in via dei Renai, nel quartiere di San Niccolò.
È qui che nascono le trovate più esilaranti, tra partite a carte, sfide a biliardo e la conoscenza della loro “preda” preferita: il bonario ma sfortunato Righi (Bernard Blier). Proprio davanti al bar si svolge la celebre scena del clacson, con un vigile vittima della prima supercazzola. Sempre in zona, nel giardinetto antistante, il Righi attende di consegnare ai quattro una partita di droga che, in realtà, è semplice zucchero.
L’ospedale dove lavora il Sassaroli non è a Pescia, come si afferma nella trama, ma l’Istituto del Salviatico in zona Campo di Marte. È qui che, a seguito di un incidente, i quattro trascorrono un periodo di ricovero. Un’altra scena indimenticabile è quella sulle scalinate della Basilica di San Lorenzo, dove Mascetti cerca di vendere una gamba finta “già periziata dall’assicurazione”.
L’edificio scolastico frequentato da Titti (Silvia Dionisio) è in realtà il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, in piazza della Santissima Annunziata. E ancora, il lungarno della Zecca Vecchia e viale Gramsci fanno da sfondo a uno dei monologhi più malinconici di Mascetti.

Scherzi leggendari tra stazioni e borghi
La scena forse più iconica si svolge alla stazione di Santa Maria Novella, dove i protagonisti, travestiti da zingari, schiaffeggiano i passeggeri affacciati ai finestrini dei treni in partenza.
Ma le riprese escono anche dai confini fiorentini: a Calcata Vecchia, suggestivo borgo in provincia di Viterbo, il gruppo mette in allarme la popolazione simulando un imminente abbattimento di case per la costruzione di nuove infrastrutture.
Una delle bravate più elaborate si svolge al Castello di Marignolle, nelle colline a ovest di Firenze, dove i cinque si imbucano a una festa per organizzare un inganno ai danni del Righi, facendolo credere parte di una pericolosa banda di spacciatori.
Il “luogo dello scambio” del presunto bottino è oggi il Mandela Forum, grande struttura in cemento nella zona di Campo di Marte. Il film si chiude in piazza Santo Spirito, con il funerale del Perozzi. Anche in questo momento, apparentemente solenne, i superstiti non rinunciano a divertirsi, ancora una volta alle spalle dell’ignaro Righi.