Amianto killer nelle navi della Marina: la Difesa condannata in via definitiva per la morte di Michele Cannavò
- Postato il 14 giugno 2025
- Ambiente
- Di Paese Italia Press
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13 giugno 2025 – Una nuova, pesante condanna , appena passata in giudicato , quindi definitiva, per il Ministero della Difesa : il Tribunale Civile di Roma ha stabilito un risarcimento di circa 400mila euro a favore dei familiari di Michele Cannavò , motorista navale della Marina Militare , deceduto a causa di un mesotelioma pleurico provocato dall’ esposizione prolungata all’amianto .
Cannavò, originario della provincia di Catania , e residente a Siracusa , ha servito per 34 anni lo Stato tra il servizio militare e civile , operando in ambienti contaminati e privi di adeguate protezioni . Imbarcato su diverse unità navali – tra cui la Nave Albatros e il MOC 1201 – e impiegato nell’Arsenale Militare di Augusta , è stato quotidianamente a contatto con fibre di amianto : nei motori , nei corridoi, nei rivestimenti delle condotte , fino agli stessi ambienti di vita delle navi .
Un’esposizione continua , intensa e silenziosa, che gli è costata la vita . La diagnosi è arrivata nel 2019 . La morte, appena due mesi dopo .
L’INAI L ha riconosciuto il nesso causale tra l’infermità e le mansioni svolte in Marina, nel periodo del servizio civile. Una conferma ulteriore della gravità della negligenza istituzionale .

“Finalmente giustizia per la famiglia Cannavò ” – commenta Ezio Bonanni , Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari – “ Questo risarcimento non potrà restituire Michele ai suoi cari, ma rappresenta un passo in avanti verso la tutela delle vittime e la bonifica definitiva dell’amianto da navi e arsenali militari .”

L’ONA continua a offrire assistenza legale e medica alle vittime e ai familiari attraverso il sito www.osservatorioamianto.it e il numero verde 800 034 294.
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